Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2015/3, p. 35

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Testimoni
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FRANCIA
Fusione tra istituti
Oggi ci sono diverse Congregazioni soprattutto femminili che decidono di fondersi tra loro, sia per far fronte all’invecchiamento dei membri e alla diminuzione dei loro effettivi, sia anche per cercare di ritrovare nuovo slancio. Il fenomeno, da qualche anno, è particolarmente avvertibile soprattutto in Francia. È il caso, per esempio, delle Suore di Notre Dame della Carità, fondate nel 1641 a Caen, che hanno deciso di fondersi con le Suore del Buon Pastore, congregazione nata da una scissione avvenuta nel 1835 ad Angers, dopo due secoli di cammino percorso insieme.
Per giungere alla riunificazione, come ha affermato sr. Marie-Françoise Le Breizaut, provinciale delle Suore di Notre Dame è stato elaborato un programma distribuito in tre anni, consacrato in successione allo studio della storia (2010), della spiritualità (2011) e del carisma (2012), e portato a termine da dieci giorni di formazione intercongregazionale e internazionale. La fusione è avvenuta il 27-28 giugno dello scorso anno. La Congregazione del Buon Pastore aveva conosciuto in passato un notevole sviluppo fino a raggiungere il numero di 12.000 suore, mentre attualmente ne contano circa 4.000. Le Suore di Notre Dame della Carità invece sono soltanto 300. Le due Congregazioni hanno ora riscritto i loro statuti, con l’approvazione del Consiglio di Stato, per consentire la fusione sul piano civile, e per la loro riunificazione sul piano ecclesiale.
Ma ci sono anche altre congregazioni femminili attualmente impegnate nello stesso cammino di fusione. È il caso delle Suore di Santa Marta di Périgeux, nate nel 1642, che nell’aprile dello scorso anno hanno scelto di unirsi alle suore di Sant’Antida Touret.
Un altro caso è quello delle Agostiniane di Notre Dame di Parigi, la cui lontana origine risale al VII secolo. Nate nel 1977 dall’unione tra le agostiniane dell’Hotel-Dieu di Parigi e le Agostiniane del Preziosissimo Sangue di Arras, hanno ora deciso di fondersi con le Religiose dell’Assunzione, un istituto fondato a Parigi nel 1839 ad opera di santa Maria Eugenia di Gesù. La tappa definitiva dell’unione avverrà in occasione della riunione del Consiglio Generale prevista per il prossimo ottobre.
SUD SUDAN
I missionari e i vescovi chiedono la fine dello stato di guerra
La situazione nel Sud Sudan continua a rimanere drammatica. Dal 15 dicembre 2013 il paese è sconvolto da una guerra fratricida. Di fronte a questa situazione, i missionari hanno scritto recentemente una lettera aperta, nel contesto dell’Anno della vita consacrata, per invitare i governanti e la Chiesa a un rinnovato impegno per promuovere la pace e la riconciliazione. È firmata dal comboniano p. Daniele Moschetti, capo dell’associazione dei superiori e delle superiore religiosi presenti nel paese. «La guerra – scrivono i missionari – continua a consumare la vita dei nostri fratelli e sorelle innocenti. Come religiosi continuiamo a pregare e a impegnarci per la pace e la riconciliazione e a invitare i leader politici e militari a mettere l’interesse della nazione e dei popoli al di sopra degli interessi personali e porre fine a questo conflitto».
«L’anno scorso, proseguono i missionari, abbiamo sofferto e sopportato una violenza atroce che ha portato via la vita di migliaia di nostri fratelli e sorelle a partire da Juba e infiamma tutto il Paese». La lettera denuncia che oltre alle uccisioni, si è assistito anche alla distruzione di proprietà soprattutto nei tre Stati di Jonglei, Upper Nile e Unity. Con la conseguenza che «le strutture sociali, le relazioni tradizionali e culturali che esistevano tra le nostre comunità sono state distrutte».
Anche i vescovi cattolici, riuniti a Juba dal 28 al 30 gennaio scorso, con il nunzio apostolico del Kenya e Sud Sudan, mons. Charles Daniel Balvo, hanno nuovamente alzato la voce per chiedere la fine di questa intollerabile situazione. In un messaggio intitolato Go deeper, con chiara allusione al comando di Gesù agli apostoli a spingere la barca “in acque più profonde”, scrivono: «Ancora una volta diciamo che questa guerra deve finire immediatamente. È una guerra per il potere, non per il bene del popolo. Le aspirazioni dei singoli e delle fazioni hanno innescato un ciclo dì uccisioni e vendette. L’intera nazione, inclusi i leader e i combattenti, è esausta ...».
SUD AFRICA
I vescovi scrivono ai consacrati
In occasione dell’anno della vita consacrata, i vescovi del Sud Africa, riuniti nel gennaio scorso in assemblea plenaria, hanno scritto una lettera a tutti i consacrati per esprimere loro profonda riconoscenza per tutto il bene che hanno fatto nel paese e che tuttora stanno facendo. «Pensiamo – scrivono – a tutte le persone consacrate, uomini e donne, che hanno lavorato nei nostri paesi... che hanno fondato la chiesa locale nelle nostre diocesi e gran parte delle nostre parrocchie, scuole e ospedali, e anche oggi prestano servizio nella chiesa locale e nelle comunità lontane e servono la gente di ogni estrazione in innumerevoli modi. Rendiamo omaggio ai religiosi deceduti che hanno prestato servizio nei nostri paesi e sono sepolti nel nostro suolo, a volte in tombe nascoste e dimenticate. Siamo grati a tutti quei religiosi che sono invecchiati tra di noi e hanno dato una coraggiosa testimonianza e vissuto una vita esemplare».
La lettera dopo aver descritto la bellezza della vocazione alla vita consacrata, incoraggia a guardare al futuro con speranza. «La Chiesa nel suo insieme – affermano i vescovi – non potrebbe adempiere fedelmente alla sua missione senza la testimonianza profetica delle persone consacrate, uomini e donne. La speciale qualità della loro vita costituisce un lievito per la Chiesa». «Un gioiello nella vita della Chiesa – prosegue la lettera – è la testimonianza della vita di comunità. Essa parla in maniera eloquente al nostro popolo. La testimonianza dell’internazionalità e della multiculturalità si contrappone alla tendenza del nazionalismo estremo. Il fatto di prendersi cura l’uno dell’altro al di là dei limiti dell’età e della cultura e di ascoltarsi vicendevolmente con rispetto costituisce per tutti un incoraggiamento a vivere il Vangelo con apertura al mistero di Dio presente in ciascuno. La condivisione dei beni della terra e del lavoro umano in una società del consumo, promuove i valori evangelici che Gesù ha scelto e vissuto. La preghiera e la contemplazione danno credibilità e valore alle iniziative che testimoniano un amore disinteressato».
I vescovi invitano quindi le famiglie e le parrocchie a pregare fervidamente il Signore che abbia a toccare il cuore di molte persone e ispirare loro il desiderio di lasciare tutto per seguire Cristo. La lettera termina scrivendo: «Affidiamo i nostri fratelli e sorelle consacrati in modo speciale alle preghiere e all’amore della Nostra Madre. Possa Lei rendere partecipi loro, e tutti noi, dell’amore che induce ad offrire ogni giorno la vita per Cristo e cooperare con lui alla salvezza del mondo».
PERÙ
Beatificazione di tre missionari martiri
Il prossimo mese di agosto saranno beatificati in Perù, nella diocesi di Chimbote, tre missionari di cui è stato riconosciuto il martirio. Sono due frati minori francescani conventuali, Michele Tomaszek e Sbigneo Strzalkowski, 30 e 32 anni, di nazionalità polacca, e il sacerdote diocesano italiano, originario di Bergamo, Alessandro Dordi. Sono stati uccisi rispettivamente il 9 e il 25 agosto 1991 dai terroristi di Sendero Luminoso a Paracoto e Rinconada. Il decreto di beatificazione è stato promulgato il 3 febbraio scorso. A presiedere alla cerimonia a Chimbote sarà il card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi.
I due francescani, appartenenti alla Provincia religiosa di sant’Antonio di Cracovia, furono giustiziati dai guerriglieri maoisti per l’attività caritativa che svolgevano. Erano stati rapiti davanti a molti parrocchiani mentre assistevano dei malati nella loro parrocchia. Dopo la loro uccisione, il giornale dei guerriglieri di Sendero Luminoso annunciò con soddisfazione: «le forze maoiste hanno giustiziato tre sacerdoti». Spiegandone la ragione, l’editoriale scriveva che erano «agenti inviati dal Papa, facenti parte di una cospirazione che cerca di sfruttare la fede religiosa del popolo per rafforzare il sistema di oppressione nel paese».
Per la stessa ragione fu ucciso anche Alessandro Dordi, perché ritenuto “nemico del popolo”. L’assassinio avvenne mentre percorreva la valle del fiume Santa a bordo di una jeep per raggiungere Rinconada dove avrebbe dovuto celebrare l’ultima Messa della giornata. Una Messa che però non celebrò mai.
Il vescovo di Chimbote, mons. Francisco Simon Piorno, appresa la notizia della beatificazione, ha affermato: «È una grande soddisfazione, e dobbiamo rendere infinitamente grazie a Dio per avere la grazia di contare nella nostra Chiesa locale, e anche a livello del Perù, su tre sacerdoti che hanno servito i villaggi di Pariacoto e Santa, ma che hanno dovuto dare la vita in un clima di tanta violenza. In questi sacerdoti possiamo vedere una fede così grande che non si perde in nessun momento. Dobbiamo ringraziare Dio perché adesso abbiamo i primi martiri della nostra diocesi e nel Perù».
VATICANO
La Chiesa gestisce nel mondo 115.352 istituti sanitari e sociali
Secondo i dati ricavati dall’ultima edizione dell’Annuario pontificio e resi noti in occasione della Giornata mondiale del malato, lo scorso 11 febbraio, la chiesa cattolica gestisce nel mondo 115.352 istituti sanitari e sociali.
Tra questi si contano 5.167 ospedali, soprattutto in America (1.493) e in Africa (1.298). Ad essi vanno aggiunti 17.322 dispensari, di cui 5.256 in Africa, 5.137 in America e 3.760 in Asia. Inoltre, 648 lebbrosari di cui 322 in Asia e 229 in Africa. Da aggiungere, inoltre, 15.699 case per anziani, malati cronici e disabili, in gran parte in Europa (8.200) e in America (3.815).
Ci sono inoltre le opere per l’aiuto all’infanzia e la lotta contro l’esclusione. Tra queste, 10.124 orfanotrofi, di cui 3.980 in Asia e 2.418 in America. Oltre a ciò, la Chiesa si occupa di 11.596 giardini d’infanzia, la cui maggioranza si trova in America (3.661) e in Asia (3.441). Da aggiungere, infine, 14.744 dispensari di consulenza matrimoniale, in gran parte in America (5.636) e in Europa (6.173); inoltre 3.663 centri di educazione o di rieducazione sociale e 36.389 istituti di altro genere.
Tutte queste opere sono poste al servizio della vita, poiché come continua a ricordare papa Francesco “ogni vita è degna di essere vissuta”.
Da non dimenticare, inoltre, che in tutte queste istituzioni dedicano la loro vita migliaia e migliaia di persone consacrate, uomini e donne, soprattutto donne. Sono l’espressione della carità di Dio verso gli ultimi e i poveri.
a cura di Antonio Dall’Osto