Chiaro Mario
RECENSIONE COLONNA
2015/2, p. 47

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Testimoni
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Vittorio L. Castellazzi, L' omosessualità. Una lettura psicoanalitica, Magi Ediz., Rm 2014, pp. 245, € 22,00.
Il documento finale del recente Sinodo sulla famiglia al n. 55 evidenzia che alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione». Dietro queste affermazioni si intravvede, anche dentro la compagine ecclesiale, l’eco imbarazzato di un dibattito ancora poco sereno sull’omosessualità, tema capace di provocare sempre stigmatizzazioni e discriminazioni.
Castellazzi, docente e psicoterapeuta-psicoanalista offre uno dei migliori contributi - a partire dai contributi di Freud, ancora imprescindibili anche se criticamente rivisitati – per una sapiente lettura utile non solo agli specialisti, ma anche a tutti coloro che operano nel campo psico-sociale, scolastico ed educativo. Con grande chiarezza e libertà scientifica, l’A. affronta i temi riguardanti l’eziologia, le fasi dello sviluppo, l’ambiente familiare, le omosessualità, il processo di depatologizzazzione e il conseguente riconoscimento dell'omosessualità come una variante normale del genere sessuale, il coming out, gli eventuali interventi psicoterapeutici, l’omogenitorialità e l’omofobia. Operando una decisiva ripulitura del linguaggio corrente, evidenzia il pericoloso errore di chi finisce per mettere in un unico calderone l’omosessualità, la pedofilia, l’ambisessualità, il travestitismo, il transgender, la transessualità, l’asessualità, la perversione. In particolare, contesta tutte quelle forme di terapia riparativa che rischiano di provocare seri danni psichici (aumento del senso di colpa, della disistima, della vergogna e della depressione) e afferma l’urgenza di non demonizzare le famiglie omogenitoriali (capp. XII-XIV).