Dall'Osto Antonio
BREVI DAL MONDO
2015/2, p. 37

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Testimoni
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Roma
L’Apostolato della Preghiera si rinnova
A 170 anni della sua fondazione, l’Apostolato della Preghiera ha bisogno di rinnovarsi, anzi di ricrearsi, nel tentativo di recuperare la sua originaria ricchezza. L’invito a mettere mano a questo rinnovamento, che dovrà essere profondo, viene dal p. Nicolás, superiore generale dei Gesuiti, in una lettera a tutta la Compagnia, in data 3 gennaio 2015, in cui scrive: «Mentre in questa stagione celebriamo il Natale del Signore, non posso non ricordare che la nostra vita personale e apostolica dipende molto dall’importanza che diamo alla nostra preghiera, che dovrebbe essere focalizzata sulla nostra missione e sul contatto diretto con il mondo che ci circonda. Papa Francesco lo ribadisce in molti modi a tutti i fedeli e lo fa in maniera particolarmente diretta a noi nella Compagnia. In diversi incontri personali che ho avuto con lui, ha esortato con fervore che noi perseverassimo nella preghiera come la risorsa più preziosa per la nostra missione apostolica e il nostro benessere personale. Incoraggiato da questo consiglio del Papa, voglio ricordarvi oggi, nella festa titolare del Santo Nome di Gesù, l’impegno della Compagnia per l’Apostolato della Preghiera. Come ben sapete, questo movimento di preghiera ecclesiale nacque in seno alla Compagnia 170 anni fa, e fin da subito si connotò per un profondo senso missionario e un’intima unione alla preghiera per le intenzioni del Papa. Col passare degli anni, i papi hanno confermato la Compagnia in questo servizio ecclesiale che cerca di promuovere la preghiera come un’attività apostolica dei fedeli... Sono consapevole del fatto che ricreare l’Apostolato della Preghiera sarà un processo lungo, che richiederà inevitabilmente una conversione personale da parte di tutti quelli di noi che vi sono coinvolti. La sua grande forza è che si sforza di fornire alle persone una maniera semplice, efficace, e aggiornata di offrire tutta la loro vita al Signore da una prospettiva missionaria ed apostolica». « Esorto tutta la Compagnia – conclude p. Nicolás – ad abbracciare con entusiasmo questa proposta e metterla in pratica con dedizione. Il suo scopo è creare una rete globale di preghiera per i bisogni della Chiesa e del mondo».
India
In aumento la violenza contro le minoranze
In India, negli ultimi mesi, sono ripresi in diverse parti del Paese gli attacchi contro chiese e cristiani. È quanto emerge dal dossier “Persecution Report” diffuso dall’organizzazione cattolica “Catholic Secular Forum”. Epicentro delle violenze è lo stato indiano del Chhattisgarh, nel centro Nord del paese, dove “è più pericoloso essere cristiano”. Uno dei problemi più gravi – si legge nel Rapporto – è la complicità delle istituzioni alla quale si aggiunge, per gran parte dei casi registrati, anche il silenzio mediatico da parte dei mezzi di informazione locali. Sono circa 7 mila gli episodi censiti, ma si tratta di un bilancio “solo indicativo e non esaustivo”. Tra le vittime di violenze figurano anche 1.600 donne e 500 bambini. E sono più di 300 i cristiani, tra cui sacerdoti e leader di comunità, che hanno subito aggressioni. Almeno 60 chiese sono state sconsacrate e sono diventate la sede di gruppi estremisti indù, nel 2014, del “Baratiya Janata Party” (Bjp), partito conservatore, fautore di una politica nazionalista e di difesa dell’identità induista, e alla presenza, più forte rispetto al passato, delle organizzazioni radicali indù, in particolare del movimento dell’estrema destra, chiamato “Rss”, tradotto “Corpo nazionale di volontari”. È un’organizzazione di volontari affiliata al partito di governo, il Bjp, con un’agenda anticristiana e contro le minoranze, compresa quella musulmana.
Il Chhattisgarh è uno stato dove vive una popolazione tribale molto numerosa e dove si trovano comunità indigene che si sono convertite al cristianesimo. Nell’agenda del Rss e del Bjp figura il progetto di riconvertirle per riportarle alle origini induiste. C’è un programma apposito che tradotto dalla lingua hindi significa “torna a casa”, per conversioni di massa. I vescovi indiani hanno chiesto, in una nota inviata al primo ministro Narendra Modi, un intervento urgente per mettere fine a questo intollerabile stato di violenze e di soprusi.
Fatebenefratelli
Aperto l’anno della vocazione all’Ospitalità
Il 20 gennaio scorso si è aperto l’Anno della vocazione all’Ospitalità proclamato dall’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, sulla base di una proposta avanzata dal gruppo dei Giovani Ospedalieri nel corso dell’ultimo Capitolo Generale.
Il priore generale, fra Jesus Etayo, ha affermato che le celebrazioni s’inseriscono nel contesto dell’Anno della vita consacrata e che gli obiettivi che si propone sono: “celebrare, rivitalizzare, promuovere la vocazione all’ospitalità, religiosa e laicale”. Il tema, Unisciti all’Ospitalità!, è stato concepito per generare la massima apertura a tutti e, in particolare, ai giovani.
Il superiore della provincia lombardo-veneta, fra Massimo Villa, illustrando le prime iniziative ha detto che queste sono costituite da un segno e da tre percorsi di riflessione. Il segno è una lampada da accendere in ogni comunità e che dovrà restare accesa per l’intero anno, “quale richiamo alla luce che deve brillare dalla nostra testimonianza di uomini consacrati a Dio nell’Ospitalità”. Quanto ai percorsi, va ricordata la Settimana annuale di preghiera per le vocazioni che coinciderà con la quarta domenica di Pasqua, il pellegrinaggio da Oropesa a Granada, città di san Giovanni di Dio, e le giornate di riflessione e di studio, che saranno tre e si svolgeranno nei mesi di marzo, maggio e ottobre.
CIVCSVA
Invito ai Religiosi a unirsi contro la “tratta delle persone”
L’8 febbraio scorso, festa di santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese, liberata e divenuta religiosa canossiana, si è celebrata la prima Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone. Per l’occasione, la CIVCSVA ha scritto una lettera, a firma di mons. Carballo, segretario della medesima, ai presidenti delle Conferenze dei superiori maggiori degli istituti religiosi e delle Conferenze di Istituti Secolari, ai presidenti delle Conferenze episcopali nazionali, in cui osserva che «la Giornata si inserisce significativamente all’interno dell’ Anno dedicato alla Vita Consacrata, innestandosi in uno degli itinerari che portano i consacrati a confrontarsi con le problematiche più urgenti del nostro tempo». Tra queste, «il triste fenomeno della tratta, che non si riferisce solo alle donne destinate alla prostituzione, ma anche al traffico di bambini, al traffico di persone destinate al lavoro forzato o all’accattonaggio, al traffico di organi: fenomeni che spesso generano quella che è stata definita la schiavitù del XXI secolo. Così come non è un fenomeno che riguarda solo alcune aree del mondo, ma è un fenomeno globale che coinvolge i paesi di provenienza delle persone vittime di tratta, quelli di transito e quelli di destinazione di tanti bambini, donne e uomini».
«La vastità e la complessità del fenomeno – prosegue mons. Carballo – fa sì che la testimonianza profetica dei consacrati nella lotta per la dignità e i diritti di queste persone si possa esprimere attraverso diverse attività che possono essere svolte da tutti i consacrati, siano essi uomini o donne, attività che certamente faranno bene in primo luogo proprio a quanti, nella loro vita di donazione totale al Signore, sceglieranno di mettersi a servizio di questi fratelli e sorelle sofferenti».
«A secondo del proprio carisma e della propria forma di vita – sottolinea la lettera – ciascuno potrà impegnarsi nelle unità di strada, nei centri di ascolto, nelle comunità di accoglienza, nella preparazione professionale, nell’assistenza legale, nella collaborazione con le ambasciate, nell’opera di sensibilizzazione ed educazione, nella preghiera e in tutte quelle altre forme che la fantasia della carità suggerirà».
Attraverso le Conferenze – conclude mons. Carballo – «chiediamo a tutti voi, religiosi, membri di società di vita apostolica, membri di istituti secolari e di nuovi istituti, appartenenti all’ Ordo virginum e alla vita monastica di organizzarvi per progettare insieme questo itinerario. Siamo convinti che ciascuno potrà svolgere la sua parte per partecipare e, dove ancora non esista, costruire in ogni nazione una rete di sensibilizzazione e azione che coinvolga la famiglia umana, i governi, la società, la chiesa, la scuola, i media, gli Istituti di vita consacrata e le altre istituzioni ecclesiali ed educative perché si promuova un vero cambio di mentalità a livello sociale e culturale e la dignità della persona sia sempre più tutelata».