La Chiesa e le Chiese. La conversione cattolica all'ecumenismo
2015/10, p. 47
Bernard Sesboüe La Chiesa e le Chiese. La conversione cattolica all’ecumenismo EDB € 14,00
Tra le grandi svolte che il concilio Vaticano II ha realizzato nella vita della Chiesa cattolica non si può dimenticare quella dell'entrata ufficiale di questa Chiesa nel movimento ecumenico. Giovanni XXIII nutriva particolare preoccupazione per l'unità delle Chiese, sorta durante la sua nunziatura a Sofia, grazie agli incontri con dom Lambert Beauduin, ex-priore di Amay-Chevetogne, allora esule in Bulgaria. L'atteggiamento della Chiesa cattolica, riguardo al movimento ecumenico intrapreso nel XIX secolo dalle Chiese sorte dalla Riforma, presenta due tratti molto contrastanti: anzitutto una presa di distanza diffidente e sistematica da parte dell'istituzione ecclesiale davanti alle riunioni degli «acattolici», giudicate a priori pericolose ed eretiche, per il semplice fatto che tutte le Chiese dovevano parteciparvi su basi di parità. Tale situazione era in contraddizione con le esigenze più fondamentali dell'ecclesiologia cattolica che non poteva concepire l'unità dei cristiani al di fuori dello schema del «ritorno all'ovile». In seguito, si constatavano la presenza e l'impegno di alcuni pionieri cattolici, entrati nel movimento a loro rischio e pericolo. Già nel XIX secolo si devono segnalare due precursori: il teologo tedesco di Tubinga Johann Adam Mòhler e, in Inghilterra, il celebre convertito John Henry Newman. Mohler fu autore della grande opera Simbolica che si può definire «pre-ecumenica». La Simbolica è l'esposto dei Simboli e delle confessioni di fede delle diverse Chiese sorte dalla Riforma e di altri loro documenti fondativi. Newman visse intensamente il cammino della sua conversione dall'anglicanesimo al cattolicesimo, abitato dal desiderio di scoprire dove si trovasse l'autentica Chiesa degli apostoli. Il gesuita Sesboüé, consultore del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, evidenzia nel libro i principi cattolici dell’ecumenismo, fa un quadro delle Chiese e comunità separate e tenta un bilancio di cinquant’anni di dialogo ecumenico, valutandone il livello di ricezione.