Fiasconaro Paolo
Sulle banchine del Tevere
2015/10, p. 27
“Diamo un volto umanitario, sociale e spirituale all’Estate Romana sul Tevere”, è stato lo slogan del Centro Missionario Francescano ONLUS dei Frati Minori Conventuali per sensibilizzare turisti e visitatori romani durante l’estate sulle banchine del Tevere e per vivere momenti di crescita e di sana vacanza.

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Originale iniziativa del Centro Missionario Francescano
SULLE BANCHINE
DEL TEVERE
Diamo un volto umanitario, sociale e spirituale all’Estate Romana sul Tevere”, è stato lo slogan del Centro Missionario Francescano ONLUS dei Frati Minori Conventuali per sensibilizzare turisti e visitatori romani durante l'estate sulle banchine del Tevere e per vivere momenti di crescita e di sana vacanza.
L’iniziativa del Centro Missionario Francescano nell’ambito dell’Estate Romana sulle banchine del Tevere è nata per valorizzare il tempo libero con contenuti spirituali, culturali, artistici e promozionali, accogliendo l’invito di Papa Francesco che stimola i credenti a “uscire dalle proprie strutture” e andare nelle “periferie esistenziali dell’uomo” dove si vivono tempi e spazi di sana cultura.
Il nostro Centro ha ascoltato il suo messaggio anche sull’onda dell’invito di Francesco d’Assisi e non abbiamo esitato di osare in questa avventura. La Provvidenza ci è venuta incontro, abbiamo bussato ad una porta e se ne sono aperte diverse.
L’esperienza
“in uscita”
Raccontare l’esperienza vissuta nei tre mesi estivi può essere un motivo in più per capire il significato dell’evento, caratterizzato da elementi poveri di strutture, ma fortemente ricco per la valenza culturale e spirituale.
Una esperienza sorprendente per i risvolti positivi nel dialogo e nell’incontro con la gente di varie estrazioni sociali, nazionalità, razza e culture: una moltitudine di tipologie diverse, giovani e famiglie intere, suore e preti, seminaristi e diplomatici, credenti e non credenti di varie religioni e ideologie. Una fiumana umana… che guardava meravigliata, si fermava, dialogava e camminava fino a notte alta… alla ricerca di un sorriso, di un consiglio, di uno sfogo e forse “spesso” di ritrovare la strada perduta.
Un’esperienza anche straordinaria per la novità di una proposta e di una esperienza inusuale, in un luogo "laico", in una periferia umana quale è la movida romana… del divertimento, del relax serale e della passeggiata serale dei romani e dei turisti.
Sono partito con un interrogativo di fondo: cosa andiamo a fare in un luogo laico e di divertimento? Ma la gente capirà le nostre motivazioni? Quale iniziativa è più consona a quell’ambiente? E così via… Era la prima volta infatti che il Centro si affacciava ad una simile esperienza e non erano chiari i risvolti delle attività concrete sulle banchine.
L’impatto iniziale mi lasciava perplesso sulla bontà dell’iniziativa: la prima volta, solo di sera, cosa dirà la gente…
Ma subito è stato scacciato ogni dubbio per la grande generosità di chi ci ha accolti, i quali hanno capito il nostro obiettivo: lo ha capito la Regione Lazio, il Comune di Roma, ma soprattutto l’Associazione culturale “La Vela d’Oro” di Gianni Marsili che hanno spalancato le porte a noi francescani e alle nostre motivazioni. Non solo uno stand a titolo gratuito nel posto centrale dei due chilometri di stand, ma la richiesta della S. Messa domenicale e l’offerta di 100 pasti per persone povere e indigenti del centro storico. Così è iniziata l’avventura!
L’esserci
in un sito “laico”
Nei tre mesi estivi abbiamo visto transitare quasi 2 milioni di persone: tutti hanno potuto osservare il nostro stand e la nostra presenza tra la gente proprio nel luogo della movida romana con tanti ristoranti, tanti eventi e due chilometri di stand. Alcuni con un semplice sguardo, ma con ammirazione, altri indifferenti, ma rispettosi. Molti grati perché “ci siete in questo luogo laico”. Tanti ringraziamenti perché “siete la fiaccola accesa in questo mondo che corre”.
Grande rispetto per la cordialità dell’approccio, non invadente, ma mirato alle finalità della nostra presenza. “Ci mandano San Francesco e Papa Francesco” è stato il biglietto di presentazione. Queste due figure ci hanno aiutato a diffondere il nostro messaggio. L’effetto Bergoglio è stato una sorprendente ed efficace catechesi che traduceva concretamente quanto il Papa va dicendo ogni giorno: “sogno una Chiesa che faccia delle scelte missionarie… una Chiesa in uscita”.
Durante lo svolgimento della missione abbiamo scritto a Papa Francesco invitandolo a una passeggiata sul Tevere o ad un video-messaggio per i turisti e romani durante la loro estate. Nella lettera di risposta il Santo Padre “ringrazia vivamente per il gesto di ossequio e per i sentimenti che l’hanno suggerito e mentre esorta ad un costante impegno a servizio del Vangelo… di cuore imparte a Lei e a quanti sono affidati alle sue cure pastorali l’implorata benedizione apostolica, volentieri estendendola alle persone care”.
Inoltre sono stati distribuiti migliaia di dépliant con i dettagli dell’attività che il Centro Missionario promuove nei 5 continenti con la presenza di missionari in 40 nazioni. In particolare le iniziative concrete delle adozioni a distanza, i progetti e le micro realizzazioni, la formazione di giovani seminaristi, la promozione del culto e l’invito alle donazioni gratuite con il 5 per mille e le offerte libere.
La cartolina
“Caro Papa Francesco”
Proficua è stata la consegna di una cartolina “CARO PAPA FRANCESCO: per me la missione è”. Un’originale iniziativa di approccio con la gente dove ognuno poteva esprimere un proprio pensiero sul concetto di missione… in linea con il pensiero di Papa Francesco “ogni cristiano è missionario dove vive e opera”. Sono tante le testimonianze scritte e i concetti nuovi sulla missione che saranno raccolti in un opuscolo e poi lo consegneremo al Santo Padre.
Chi abbiamo
incontrato?
Abbiamo incontrato una moltitudine umana non facilmente decifrabile, ma tutti visti uno per uno nei tre mesi della nostra presenza e nelle quattro ore serali. Persone di una semplicità sconvolgente e persone con problematiche molto gravi. Persone indifferenti, ma fortemente rispettose per l’abito e la nostra proposta. Tutte grate per la nostra presenza francescana in un luogo insolito e se vogliamo “laico” e persone che con un cenno di capo, un sorriso e una pacca sulle spalle dicevano: grazie che ci siete!
Volendo identificare la tipologia del materiale umano incontrato si può decifrare un dato certo: abbiamo incontrato una umanità distratta ma bisognosa di Dio.
I nostri incontri erano abbastanza cordiali, rispettosi delle idee altrui, nella semplicità e letizia e con l’unico approccio: ci mandano San Francesco e Papa Francesco per incontrare l’uomo pellegrino e viandante durante la sua vacanza! Migliaia di famiglie con bambini, gruppi di giovani venuti a Roma per esperienze varie (S. Egidio, Caritas, parrocchie…), suore di varie congregazioni, molti seminaristi e giornalisti di varie testate e agenzie di stampa.
Significativa l’esperienza di amicizia con gli standisti e i dipendenti dei ristoranti, gli organizzatori e la sicurezza. Basti pensare che sono 400 i lavoratori che ogni sera dalle 19 alle 2 vi prestano servizio.
Alcuni eventi
dentro l’Evento
Diverse iniziative hanno caratterizzato l’animazione dello stand. La presenza del confratello sloveno che intratteneva i visitatori con i giochi di prestigio e di illusionismo. Un successo di pubblico con bambini e famiglie che si fermavano curiosi e affascinati nel vedere un frate in tonaca nel suo tavolo di lavoro e nei numerosi numeri… alcuni molto originali. L’esibizione e il coinvolgimento di alcuni gruppi etnici folk dell’America Latina residenti a Roma che con i loro costumi, danze e canti hanno allietato diverse serate in mezzo ai visitatori delle banchine. In particolare si sono esibiti i gruppi dell’Ecuador, Bolivia, Perù, Messico e Guatemala.
Dinanzi allo stand, era ben visibile il pallone gonfiabile alto 8 metri con la gigantografia di P. Kolbe in tunica che richiama i campi di concentramento. Invece dall’Isola Tiberina era ben visibile l’immagine di S. Chiara.
All’interno dello stand era collocato un televisore di 42 pollici e i visitatori potevano ammirare un video di 20 minuti che raccontava le attività, i progetti e le iniziative che il Centro porta avanti, corredato da immagini dei filmati della nostra cineteca.
Non vi è dubbio che buona parte dell’esperienza positiva in quel sito l’ha fatto il nostro abito francescano tra le banchine e tra le migliaia di persone. Tanta gente aveva un senso di rispetto e venerazione e abbiamo costatato che essere figli e seguaci (indegni) di S. Francesco fa tanta differenza! Non lo dovremmo dire noi ma ce lo dicevano le persone.
Molte sono state le richieste concrete rivolte a noi frati sulle banchine, qualche confessione di giovani, richieste per progetti e micro realizzazioni: strade, invio di medici, creazione di ambulatori oculistici, desiderio di volontariato in terra di missione, celebrazione di S. Messe nelle missioni, richieste di adozioni a distanza, qualche lascito e donazione.
Queste alcune frasi che ci hanno colpito: Grazie perché ci siete! Voi francescani siete una fiaccola accesa e dovete tenere sempre viva in questo mondo distratto! Ma quant’è bello questo saio qui in mezzo a noi. Ma è la Provvidenza che vi ha chiamato? Certamente vi ha mandato Papa Francesco! Padre, preghi tanto per me. Voi siete un’energia positiva per tutti noi. Voi francescani siete i primi ad aiutare la nuova Chiesa di Papa Francesco! Padre, mi dà un biglietto per S. Marta? Come fare per incontrare Papa Francesco, voglio parlare assolutamente con lui.
L’interesse
dei media
Nel periodo dello stand sulle banchine molto è stato l’interesse dei media per l’originalità della presenza e della proposta. Diversi servizi giornalistici e televisivi hanno diffuso la notizia con articoli e interviste radio-televisive: la RAI nei telegiornali, Radio Vaticana, “Avvenire” con due articoli e cinque emittenti televisive collegate con CTV del Vaticano con servizi e interviste in lingua inglese (America del nord), spagnolo (paesi America Latina), portoghese (Brasile) e messicano. Tutti servizi andati in onda nei vari notiziari nazionali.
La “missione”
spiazza ogni ideologia
Due sono i "dati salienti" dell’incontro con la gente. 1) La proposta del concetto di "missione" spiazza ogni ideologia e, al di là del proprio credo, dentro la "missione" sono insiti i valori dell'altruismo, condivisione, volontariato, solidarietà e quant’altro di positivo vi è dentro l’animo umano nei confronti del proprio simile. 2) L’esperienza vissuta sulle banchine è esportabile in altri siti laici e credo che sia la nuova frontiera di una evangelizzazione “davvero nuova”. Essa fa tesoro di queste opportunità per penetrare dentro il tessuto di una collettività disorientata, distratta e alla ricerca dell'accoglienza fraterna e di testimonianze credibili in grado di dare risposte ai grandi problemi esistenziali dell’umanità e alle tante povertà che affliggono il mondo contemporaneo, bisognoso di Dio.
Per noi del Centro Missionario è stato un notevole evento di grazia e di una animazione missionaria “davvero nuova”. Ci siamo resi conto che l’esperienza dell’uscire per noi frati minori conventuali è la strada maestra di un futuro… missionario che cerca nuove strategie per attuare il messaggio evangelico e francescano “andate in tutto il mondo per annunziare la pace e il bene in semplicità e letizia”.
Fr. Paolo Fiasconaro