2015/1, p. 1
“Nuove relazioni” per una “cultura dell’incontro” tra famiglia e VC da una parte e tra vescovi e consacrati dall’altra. Su questi temi si sono confrontati i superiori generali nella loro ultima assemblea (26-28 novembre) al Salesianum di Roma.
2015/1, p. 5
2015/1, p. 6
Siamo chiamati a custodire le fragilità come luogo di salvezza perché le fragilità manifestano la nostra verità, sono occasione per purificare la nostra fede e ci rendono aperti a lasciarci educare da Dio.
2015/1, p. 8
In occasione dell’Anno della vita consacrata, 15 superiori generali di Istituti di Fratelli, il 30 novembre 2014, prima domenica di Avvento, hanno indirizzato un Messaggio a tutti gli istituti religiosi di Fratelli, intitolato Siamo tutti fratelli, per augurarsi che questo anno «sia occasione per rinnovare tutti noi nella nostra missione e per valorizzare il dono della vita consacrata specialmente quella del Religioso Fratello da parte della Chiesa».
2015/1, p. 10
La situazione mediorientale, la collaborazione ecumenica, l’unità dei cristiani e l’impegno comune delle Chiese di fronte ai problemi del mondo nelle tre aree prioritarie: i poveri, le vittime dei conflitti, i giovani. Momento culminante: l’incontro-abbraccio con il patriarca Bartolomeo.
2015/1, p. 14
In occasione della pubblicazione del libro di Jorge Mario Bergoglio - Papa Francesco, Nel cuore di ogni padre. Alle radici della mia spiritualità, una presentazione di p. Marco Tasca, ministro generale OFMconv.
2015/1, p. 18
Sfide identitarie, comunità aperte, carismi al servizio della comunione in una chiesa "petrina e mariana", attenzione alla storia, formazione permanente, per una nuova dimensione profetica e missionaria della VC.
2015/1, p. 20
Il quadro complessivo del Simposio, ha sintetizzato il direttore di AsiaNews p. B. Cervellera, indica la continuità dell’operato dei pontefici in Asia. I cristiani asiatici sono chiamati a essere profetici nel campo dei diritti umani e a gettare ponti di dialogo.
2015/1, p. 23
2015/1, p. 24
I tre pastorelli sono sempre stati un “sì” agli appelli di Dio, un’espressione matura dell’infanzia spirituale che è misura del Regno (cfr. Mt 18,2-3). I loro occhi, il loro cuore, la loro testimonianza sono così un segno di Dio nelle vicende della nostra vita.
2015/1, p. 26
2015/1, p. 27
La pastorale vocazionale può costituire una formidabile opportunità per trasmettere la gioia e la vitalità del Vangelo. Può diventare il principale veicolo di evangelizzazione, missione e annuncio, a condizione che guardiamo al di là della sopravvivenza dei nostri istituti.
2015/1, p. 30
La semplicità nasce da una complessità risolta, dalla naturalezza che matura nell’esercizio, dalla capacità di familiarizzare con ciò che ci appare nuovo. Il desiderio di semplicità si configura come un ritorno all’armonia del quotidiano, del feriale… del semplice appunto. Semplicità desiderata per porre fine ad un eccesso.
2015/1, p. 32
2015/1, p. 33
La Vita Religiosa deve affermarsi in maniera diversa: se prima si trovava bene a celebrare la storia, oggi deve trovare forme che celebrino, la “vita evangelica” con la funzione di creare l’incontro tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e Dio e degli uomini tra di loro.
2015/1, p. 36
Curato dal Definitorio generale per la formazione sull’uso trasparente, solidale ed etico delle risorse economiche, il sussidio propone i criteri fondamentali per l’uso evangelico-francescano delle risorse che sono: trasparenza, solidarietà ed etica. Alla base di tutto il principio di gratuità e la logica del dono.
2015/1, p. 38
2015/1, p. 40
«Nella fede, Cristo non è soltanto colui in cui crediamo, la manifestazione massima dell'amore di Dio, ma anche colui al quale ci uniamo per poter credere. La fede non guarda solo a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi: è partecipazione al suo modo di vedere». (Lumen fidei, 18)
2015/1, p. 41
Nella lettera il Papa descrive gli obiettivi, la attese e gli orizzonti dell’Anno della Vita consacrata. E auspica che quest’Anno sia l’occasione per uscire con maggior coraggio dai confini del proprio Istituto e ad uscire anche da se stessi per andare nelle periferie esistenziali.
2015/1, p. 47