Annamaria Gellini
Filialità umana, fraternità universale
2014/11, p. 46
Il libro, a cura di Marcella Farina, Rosangela Siboldi e M.Teresa Spiga, propone un articolato contributo di studi nato dall'apporto spirituale ed educativo delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le 438 pagine del volume, suddivise in 14 capitoli, raccolgono ampie e competenti riflessioni di teologi, biblisti, psicologi e pedagogisti.

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NOVITA’ LIBRARIA
FILIALITà UMANA
FRATERNITà UNIVERSALE
Il libro, a cura di Marcella Farina, Rosangela Siboldi e M.Teresa Spiga, propone un articolato contributo di studi nato dall'apporto spirituale ed educativo delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le 438 pagine del volume, suddivise in 14 capitoli, raccolgono ampie e competenti riflessioni di teologi, biblisti, psicologi e pedagogisti. Alcuni nuclei tematici risultano colonne portanti delle riflessioni proposte: la filialità che interpella il percorso di identità umana, cristiana e carismatica; la necessità di un ritorno alla Sorgente per percorrere i sentieri della nuova evangelizzazione; l’importanza di custodire la memoria per la profezia; il riconoscimento della filialità nella figura di Maria; il rapporto tra le generazioni per una rinnovata esperienza di reciprocità e di educazione secondo i valori della verità e dell’amore; ed infine la rielaborazione della consapevolezza della maternità /paternità evangeliche.
Costruirsi
in relazione
La condizione dell'essere umano, dal punto di vista educativo, indica anche la sua vocazione: riconoscere il legame con il Tu di Dio, costruirsi in relazione con gli altri esseri umani, riscoprire l'interdipendenza con il creato, assumendo le proprie responsabilità nei confronti della storia. L'essere figlie e figli permette di riscoprirsi sorelle e fratelli in una positiva reciprocità, convergente verso il bene comune, nella cura della vita, orientata a relazioni umanizzanti che costruiscano comunione. Tale prospettiva apre nuovi orizzonti di creatività, generatività, solidarietà, condivisione, amore creativo, mutuo arricchimento nel reciproco dare e ricevere. La realtà del nascere e del morire, poi, interpella con i grandi interrogativi posti dalle biotecnologie e dalle proposte dell'eugenetica e dell'eutanasia. Si delineano "nuovi umanesimi" del post-umano che mettono in dubbio il concetto stesso di persona interpretandolo a volte in termini oppositivi rispetto al concetto tradizionale e al concetto di natura. Pure il cammino di crescita individuale, dentro tali contesti e in riferimento a tali proposte e prospettive, rende problematica la coniugazione di libertà, progettualità, scelte, non solo per le nuove generazioni, ma anche per i soggetti adulti nelle diverse età della vita.
Filialità e
fraternità
La filialità umana, quindi la fraternità universale, sono realtà costitutive della persona che, però, oggi attraversano una profonda crisi. Nel linguaggio evangelico e biblico, figlio è colui che, per come vive, somiglia al Padre. Non è tanto e solo uno che obbedisce a un'autorità superiore, quanto uno che assume in sé il modo d'essere della fonte della sua vita. Nel cristianesimo è figlio o figlia chi ama come Gesù, il quale ama al modo del Padre. Qui è decisivo il modo: non è un amore qualsiasi, ma è un amore creativo, generoso, paziente, fedele, misericordioso, liberante. Se il mondo vede nel fratello o nella sorella nulla più che un "altro", il Vangelo fa vedere in ogni "altro" un fratello o una sorella. Nella mentalità corrente l'altro è di fatto colui che viene dopo di me, con cui non ho un legame particolare. Infatti, nel termine "altro" restano invisibili il nome proprio, il volto, la storia, la sofferenza, la dignità, il valore di qualcuno. Invece se dico "fratello" o "sorella" sono già impegnato a vedere. Vedere il valore di queste persone, vedere il legame prezioso e indissolubile che mi lega a loro, vedere come io stesso sia partecipe di una comunione che rimanda a un'origine divina. Nella filialità rivelata da Gesù ciascuno è amato in modo sovrabbondante e a nessuno è sottratto amore a vantaggio di qualcun altro. Perciò il mio modo di scoprire la fraternità e la sororità non sarà contraddistinto dal conflitto, dalla negoziazione per avere pari diritti e doveri, ma dalla gratuità, dalla solidarietà generosa, dall'ospitalità reciproca.
Filialità e
maternità/paternità
La maturazione della filialità porta anche alla riscoperta del valore della maternità/paternità. Oggi la verità sull'uomo, importante in sé e necessaria per impostare realisticamente l'educazione, è sottoposta a pressioni, condizionata dall'autolimitazione della ragione umana, dalla presunzione delle scienze naturali, travolta da una massa incontrollata di informazioni, spesso superficiali o contraddittorie che minano la verità, riguardante l'uomo nella sua identità radicale e originaria. «L'uomo non è né buono per natura (non commetterebbe tante atrocità sconosciute agli animali), né cattivo per natura (non saprebbe operare il bene), né ambiguo (cioè non è una mera mescolanza di bene e di male). E in sé vivente in relazione con il bene. Svolgere la relazione con il bene significa essere chiamati a esistere secondo una creatività che rispetta e cura la vita, che rivela e matura la filialità come condizione adeguata per l’umanità e per la vocazione, che permette di riconoscerci, in ogni passaggio di vita, come sorelle, fratelli, madri e padri nella verità.
Anna Maria Gellini