Antonio Dall'Osto
Una giornata dei conventi aperti
2014/11, p. 13
Un’iniziativa che ha coinvolto oltre 350 conventi e comunità, comprese alcune abbazie. Più del previsto il numero degli ospiti. È stata un’occasione per farsi conoscere, ma soprattutto di ascolto, di dialogo e di preghiera. Unanime l’auspicio che possa ripetersi.

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Testimoni
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Originale esperienza dei religiosi in Germania
UNA GIORNATA
DEI CONVENTI APERTI
Un’iniziativa che ha coinvolto oltre 350 conventi e comunità, comprese alcune abbazie. Più del previsto il numero degli ospiti. È stata un’occasione per farsi conoscere, ma soprattutto di ascolto, di dialogo e di preghiera. Unanime l’auspicio che possa ripetersi.
Il 10 maggio scorso, in Germania, è stata promossa un’originale iniziativa detta “Giornata dei conventi aperti”. Col termine “conventi” si intendono monasteri, abbazie, e anche semplici comunità di vita consacrata. Lo scopo che si proponeva era di aprire le porte delle case religiose invitando chiunque lo desiderasse a trascorrere una giornata intera assieme alle religiose e ai religiosi, non tanto per soddisfare una curiosità, ma per condividere momenti interessanti di incontro, di dialogo e di informazione, e alcuni tempi particolari di preghiera. Era la prima volta che questa iniziativa veniva proposta. Vi hanno aderito oltre 350 comunità e bisogna dire che ha avuto un successo al di là di ogni aspettativa.
L’invito era stato rivolto attraverso i giornali, soprattutto locali, l’internet e altri strumenti in modo da raggiungere un numero relativamente alto di persone, non solo del vicinato, ma anche lontane.
Ognuna delle comunità che vi hanno aderito si è interrogata mesi prima su come organizzare questi incontri, di cui non si aveva esperienza, e che cosa mettere in programma.
Alcuni pensavano che solo pochi si sarebbero sentiti interessati all’iniziativa. In realtà alcune comunità si sono viste arrivare fino a 200 persone, alcune delle quali anche da un centinaio di chilometri di distanza.
La preparazione
e la sorpresa dei numeri
La rivista OK Ordens Korrespondenz, organo della Conferenza dei superiori maggiori di Germania, nel n. 3 del 2014 ha pubblicato dei brevi resoconti su come le comunità che hanno aderito hanno programmato e vissuto questa giornata, le impressioni dei religiosi coinvolti e il parere degli ospiti che vi hanno partecipato.
Vivace è stata anzitutto la fase di preparazione all’interno delle comunità per cercare di far sì che queste visite avessero uno scopo ben preciso e non si riducesse tutto a un semplice fatto di curiosità. Si voleva, cioè, che la presenza degli ospiti costituisse l’occasione per farsi conoscere e soprattutto per offrire ad essi la possibilità di ascolto, di dialogo, di scambio, e anche di condividere alcuni momenti di preghiera. Per molti ospiti la giornata è stata una piacevole sorpresa, anche perché molti non sapevano nemmeno che nella zona dove vivevano esistesse un convento o una comunità religiosa.
Ogni comunità si è organizzata per tempo, come meglio credeva, e con una certa inventiva, come risulta dalle informazioni pubblicate in Ordens Korrespondenz. Prendiamo anzitutto ciò che scrive sr. Lucia Solcher OSB dell’abbazia benedettina di Heiligen Kreuz; un’abbazia situata nella zona geografica densamente popolata della Renania – nord-Vestfalia, Bassa Sassonia e Assia. Sr. Lucia ha studiato scienza farmaceutica e teologia. Nella sua abbazia si occupa della comunicazione, della pastorale vocazionale e dell’accompagnamento degli ospiti e dei gruppi.
L’abbazia, scrive, pur essendo molto considerata, era però relativamente poco conosciuta negli stessi dintorni, fatta eccezione per la bottega e la chiesa aperta al pubblico per la celebrazione dell’Eucaristia e la liturgia delle Ore.
Punto fermo nel programma della “Giornata” è stato di rendere accessibile il settore della clausura solo in maniera molto ridotta, ad eccezione della chiesa e dell’area del giardino. «Quello che a noi in prima linea interessava – scrive infatti sr. Lucia – era di renderci disponibili all’incontro, all’ascolto e al dialogo e anche a far conoscere ciò che costituisce il cuore della nostra attività pastorale. Inoltre dare un’idea agli ospiti come si svolge e come è vissuta la nostra vita quotidiana in monastero.
In concreto: la nostra proposta abbracciava diverse possibilità di dialogo e prevedeva anche un power-point, cioè un programma con foto e brevi didascalie che illustrassero gli elementi essenziali della regola benedettina. La presenza a questa giornata di altre suore della zona ha permesso inoltre di offrire maggiore possibilità di l’incontro e di dialogo con i visitatori, e di rispondere alle loro domande.
Non sono mancati gli inviti discreti a prendere parte ad alcuni momenti di preghiera in chiesa o a trascorrere pause di raccoglimento in silenzio e meditazione. «Le persone che sono venute, scrive sr. Lucia, cercavano infatti incontri e dialogo, e non erano affatto spinte dalla curiosità di visitare gli ambienti più interni della clausura».
Le suore calcolavano sulla venuta di un centinaio di visitatori; in realtà ne sono arrivati oltre 300, tra cui – e ciò ha stupito – molti giovani, alcuni anche da luoghi relativamente lontani. Molti non conoscevano il monastero e hanno detto: «Come è stato bello avere avuto questa possibilità e aver potuto dialogare con le suore».
«Tutto sommato, sottolinea sr. Lucia, una visita riuscita, perché è stato possibile offrire ad un pubblico più vasto ciò che per noi è la cosa più preziosa... Ciò che a noi interessava non era tanto mostrarci, ma di favorire un incontro che facesse comprendere il significato della vita monastica». Al termine, molti hanno espresso la loro soddisfazione e le suore hanno detto: “ne valeva davvero la pena!”.
Un’iniziativa accolta
con grande favore
Un’altra benedettina, Monika Amlinger, giovane professa perpetua, dell’abbazia Venio, appartenente alla diocesi di Monaco di Baviera, scrive che l’invito ad aprire le porte era stato accolto in comunità con grande favore. Non solo per far sapere alla gente che qui c’era un monastero, ma soprattutto, come ha scritto sopra sr. Lucia, per offrire un’occasione di incontro e di dialogo a coloro che sarebbero venuti, invitandoli anche alla preghiera comune.
La giornata nell’abbazia era stata organizzata attorno a due momenti forti: prevedeva un incontro al mattino per far conoscere agli ospiti la loro vita, e un secondo per permettere agli intervenuti di rivolgere delle domande a due suore, scelte per questo compito, un’anziana e una giovane.
Nel primo incontro furono affrontati temi riguardanti la vita di comunità e fu anche illustrata la storia dell’abbazia. Vi hanno preso parte, con molta attenzione, circa una trentina di persone, diventate poi 50 al pomeriggio. Nel programma della giornata era compresa anche una mostra di acquerelli di una loro religiosa, sr. Marianne Rottner, con motivi del Mare del nord, sul tema tratto dal Salmo 18,20: “Tu mi porti al largo”. Il pomeriggio fu poi anche allietato da un concerto di cembalo/pianoforte e flauti.
Un aspetto interessante di questa giornata è stato anche l’arrivo di famiglie con bambini e persone anziane. Per i bambini fu organizzato, in parallelo con gli incontri con gli adulti, un trattenimento scenografico in giardino sulla vita di san Benedetto. Nel tardo pomeriggio ci fu anche un incontro con proposte di approfondimento in cappella con la partecipazione di una decina di ospiti. Chi voleva ha potuto anche partecipare alla celebrazione della liturgia delle Ore e dei Vespri cantati.
In conclusione, scrive sr. Monika, la giornata è stata di reciproca soddisfazione.
Musica, power-point
e preghiera a Salzkotten
Anche nel convento delle Francescane di Salzkotten, situato nell’area geografica di Paderborn, l’invito a prendere parte a questa giornata era stato accolto fin dall’inizio con grande gioia, come scrive sr. Alexandra Völzke. Nel programma figurava molta musica, ma erano previsti anche tempi forti come una celebrazione di un’ora intera, introdotta da una decina di minuti di adorazione eucaristica. «È stato edificante e insieme piacevole – scrive sr. Alexandra – vedere come delle persone di diversa provenienza ed età si sono ritrovate insieme a lodare il Signore».
Nel pomeriggio era previsto in giardino il canto meditato di frate sole e un Power-Point ha mostrato, attraverso immagini, come è vissuto l’ “Ora et Labora” in una comunità internazionale.
Oltre a ciò erano stati dei cartelloni informativi che illustravano le molteplici modalità con cui oggi si esprime la spiritualità francescana. Per gli ospiti che cercavano momenti di silenzio erano riservati momenti di adorazione. Ciascuno, inoltre, poteva lasciare scritte le proprie intenzioni su un apposito registro. La giornata si è conclusa con i Vespri solenni e la benedizione eucaristica.
Per noi, conclude sr. Alexandra, la Giornata è stata molto gratificante, e anche per i nostri ospiti.
La Giornata
in due comunità maschili
Tra le brevi relazioni pubblicate da Ordens Korrespondenz ve ne sono due che riguardano comunità maschili: una della comunità dei Pallottini, situata nei pressi del lago di Costanza, e l’altra del convento dei domenicani di Friburgo di Brisgovia, area dove sono presenti diverse altre comunità religiose, come le francescane, i cistercensi, le domenicane.
Su come è stata vissuta la giornata riferisce il provinciale p. Hans-Peter Becker. La mattinata, scrive, è stata dedicata a illustrare agli ospiti la ragione per cui sono state fondate le comunità religiose nella Chiesa, la missione che oggi esse svolgono, i compiti e le risposte che offrono al nostro tempo in base ai loro carismi. Inoltre, durante una celebrazione della parola di Dio, è stato spiegato come è varia e molteplice la vocazione di Dio.
Nel pomeriggio è stato riservato spazio al dialogo, allo scambio, alla conoscenza e alla preghiera. In una sua valutazione, p. Becker scrive che la giornata dei conventi aperti ha senza dubbio mostrato agli ospiti come, accanto alla pastorale parrocchiale, esista anche una pastorale di categoria, offerta alla gente dai religiosi a partire dal loro carisma e dal loro stile di vita. La Chiesa, osserva il padre, in quanto comunità viva deve essere aperta allo Spirito di Dio e al compito di rendere viva la fede e a ravvivare la stessa spiritualità di ciascuna comunità. Le comunità religiose – compresi i Pallottini – sono state sollecitate a verificare se per loro veramente Dio e l’uomo stanno al centro della pastorale o se le strutture e le tradizioni, soprattutto in Germania e in Europa, ci hanno allontanato da una fede viva e da una Chiesa viva. Gli Ordini religiosi, in quanto movimento di rinnovamento della fede, hanno ora il compito centrale di ravvivare la fede, di accendere l’amore e rendere presente Gesù Cristo nel nostro tempo, nella nostra società e nella Chiesa. In questo senso, la giornata dei conventi aperti ha interpellato in maniera critica e arricchente la nostra pastorale attuale e indicato nuove vie di futuro per un modello di Chiesa di oggi e di domani. Infine, il p. domenicano Emmanuel Fischer scrive che la giornata è stata dedicata a presentare anzitutto gli ambiti pastorali dei domenicani a Friburgo. È seguita quindi una conferenza con dialogo sulla figura di Alberto Magno, teologo e studioso di scienze naturali, con un’introduzione alla sua vita e al suo pensiero. Verso sera è stato riservato uno spazio per presentare la contemplazione secondo lo stile domenicano. Sono poi seguiti i Vespri.
Erano presenti alla giornata circa 200 ospiti. Alcuni avrebbero voluto dare uno sguardo all’interno del convento, e forse sono rimasti un po’ delusi, ma i padri avevano deciso di aprire solo la cappella. Tuttavia attraverso una serie di immagini è stata offerta loro la possibilità di vedere che là dove essi vivono sorge un convento a-tipico e un tipico convento cittadino. In una parola, conclude p. Emmanuel, si è voluto far capire che ci sono ancora dei religiosi in Germania; ci sono religiosi a Friburgo; ci sono religiosi nel centro della città; ci sono religiosi nella piazza del Comune, dove si trova appunto il convento.
Queste alcune testimonianze. Dall’insieme si può ricavare che la “Giornata dei conventi aperti” ha avuto un successo insperato; è stata arricchente sia per le comunità, sia per gli ospiti, e per molti una piacevole sorpresa. Unanime alla fine l’auspicio che possa ripetersi.
Antonio Dall’Osto