Giuda Iscariota

L'apostolo traditore

Pubblicazione:  7 marzo 2025
Edizione:  1
Pagine:  144
Peso:  212 (gr)
Collana:  F13 Madri e Padri della Chiesa
Formato:  140x210x10 (mm)
Confezione:  Brossura con bandelle
Altri autori:  Curato e tradotto da Lucio Coco
EAN:  9788810444405 9788810444405
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Descrizione
«Tutti siamo Giuda», scriveva in una sua meditazione don Primo Mazzolari. Al centro di due saggi, scritti negli anni Trenta e Quaranta del Novecento durante il suo periodo parigino, Bulgakov mette proprio la figura di Giuda. Nei due scritti, che appaiono ora per la prima volta tradotti in italiano, l’autore indaga il mistero di quest’uomo e cerca il senso profondo di ogni sua azione tramite una ricostruzione storica, e al tempo stesso psicologica e teologica, che non accetta l’immagine comune del traditore capace di vendere il Maestro per trenta denari, del ladro e dell’avido. In Giuda lo scrittore russo vede colui che, attraverso la consegna di Cristo, prende parte alla realizzazione di quel regno messianico atteso sulla terra che Gesù stesso, ai suoi occhi, tardava a realizzare. Il suo tradimento troverebbe motivazione in un atto politico, finalizzato a costringere Cristo a rivelarsi per quello che era realmente, come l’instauratore del regno terreno del Messia.
Note sull'autore
Sergej Nikolaevič Bulgakov (1871-1944), figlio di un sacerdote e proveniente da una famiglia di tradizioni sacerdotali, trascorre la fanciullezza in una fede serena, poi duramente scossa dall’educazione seminaristica e messa da parte negli anni degli studi all’università di Mosca. Amico di P. Florenskij e N. Berdjaev, dal 1901 al 1906 insegna al Politecnico di Kyjv. Torna quindi a Mosca, dove occupa una cattedra di Economia politica. Nel 1917 pubblica la sua prima e fondamentale opera teologica, La luce che non tramonta (Svet nevečernij). Riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1918 e continua il suo lavoro di ricerca, pubblicazione e insegnamento fino al 1921, quando il regime sovietico gli impedisce di continuare a causa del suo incarico come sacerdote. Nel 1922 viene espulso dall’URSS e dal 1925 è a Parigi, dove risiederà stabilmente come professore di Teologia e decano dell’Istituto teologico ortodosso.