Dall'Osto Antonio
Dietro a ciò che ostacola le riforme c’è spesso la paura
2022/4, p. 29
In una conferenza tenuta il 21 febbraio scorso a Zurigo, Anselm Grün ha parlato sul tema “Non perdere la tua vita”. Si è trattato di una conversazione sulla felicità, la riconciliazione con la propria storia e la propria normalità e sulla necessità di una riforma nella Chiesa cattolica. Jacqueline Straub lo ha intervistato per l’agenzia svizzera cath.ch.

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INTERVISTA AL MONACO BENEDETTINO ANSELM GRÜN
Dietro a ciò che ostacola le riforme
c’è spesso la paura
In una conferenza tenuta il 21 febbraio scorso a Zurigo, Anselm Grün ha parlato sul tema “Non perdere la tua vita". Si è trattato di una conversazione sulla felicità, la riconciliazione con la propria storia e la propria normalità e sulla necessità di una riforma nella Chiesa cattolica. Jacqueline Straub lo ha intervistato per l’agenzia svizzera cath.ch.
-Se lei guarda al suo passato, ha l’impressione di aver perso qualcosa nella sua vita?
Io guardo alla mia vita passata con grande gratitudine e non ho l’impressione di aver perso qualcosa. Ho sempre cercato di vivere il momento presente e di fare ciò che si presentava.
-Si rammarica di qualche decisione presa?
Quando dal 1977 al 2013 sono stato cellerario (economo) della gestione economica dell'Abbazia di Münsterschwarzach, alcune decisioni di natura puramente economica non furono sempre le migliori. Ma bisogna saper convivere con il fatto che non tutte le decisioni sono ottimali. Decisivo è ciò che ne faccio. "Molti temono che le loro aspettative non si compiano".
-In uno dei suoi libri lei scrive: "Senza audacia, la vita non ha senso". Oppure: "Solo chi si è messo in cammino e ha il coraggio di osare, vive realmente. Perché molti hanno l’impressione di non vivere la loro vita in maniera giusta?
Molti hanno l’impressione di aver pescato la carta sbagliata. Perciò rifiutano la loro vita. Vivono soltanto per sé solo. Altri hanno aspettative troppo alte e temono che non si compiano. Non hanno il coraggio di affrontare la vita e si limitano a rimandare. Ad esempio, dopo l’esame di maturità l’inizio della vita professionale viene ritardato con lunghi viaggi all'estero.
-Cosa raccomanda a coloro che non hanno il coraggio di affrontare la loro vita?
Non c'è vita senza ferite e delusioni. E non c'è alcuna certezza. Bisogna semplicemente fare la prova.
-Viviamo in una società con innumerevoli opportunità. Tuttavia, molti si sentono infelici. Da che cosa dipende?
Quando scelgo qualcosa, lo faccio rinunciando automaticamente a qualcos'altro. Questo è difficile per molta gente. E molti sono infelici perché si fanno delle illusioni. Pensano di dover essere sempre perfetti, di avere successo e di far bella figura. Ma poi s’accorgono di essere come tutti gli altri.
-Si può imparare ad essere felici?
Essere felici significa vivere in armonia con se stessi. Ciò vuol dire anche riconciliarsi con la propria normalità. Si può essere felici smettendo di confrontarsi continuamente con gli altri e se si cerca invece di guardare alla propria vita con gratitudine. C'è una massima che dice: "Non sono riconoscente perché sono felice, sono felice perché sono riconoscente". La gratitudine è anche un fattore che crea gioia.
"Non si deve recuperare tutto ciò che si è perso, ma occorre riconciliarsi con ciò che non si è vissuto”.
-Che ruolo ha la riconciliazione per poter vivere felici?
Prima di tutto devo riconciliarmi con la mia storia personale. Molti hanno dei rimpianti o danno la colpa ai genitori per la loro vita fallita. Ma, in qualche modo devo assumermi la responsabilità della mia vita e riconciliarmi con la mia storia. Anche la riconciliazione con gli altri è importante per vivere felici.
-Cosa raccomanda a coloro che sentono di avere sprecato la loro vita?
La domanda è quale itinerari di vita vorresti ancora percorrere nei prossimi anni? Tu vivi adesso. Non devi recuperare tutto ciò che ti sei perso, ma riconciliarti con la vita che non hai vissuto. In questo modo percorrerai un cammino di speranza, fiducia e benevolenza e allora la tua vita sarà preziosa.
"Accettarsi sempre, non giudicarsi"
-Come vivere già fin d’ora in maniera appropriata?
Vivendo il momento presente. Accettarsi sempre, non giudicarsi. Molti sono infelici perché stanno a giudicare continuamente tutto ciò che fanno. Io ho una vita realizzata quando ho il coraggio di viverla.
-Cosa dice a coloro che hanno perso la speranza guardando all’attuale situazione della Chiesa?
Dispiace che la Chiesa sia attualmente quella che è. Ma la domanda da porsi è: “di che cosa potrei anche essere riconoscente?” Per esempio, per la ricchezza della tradizione liturgica o spirituale. Non devo far dipendere tutto dalla Chiesa come istituzione, piuttosto devo chiedermi: “come vivo io la mia fede e come posso trovare persone con cui approfondirla?”
-Come giudica il cammino sinodale in Germania?
Con speranza. Qualcosa si sta muovendo. Il rinnovamento della Chiesa ha sempre bisogno di due poli che devono andare paralleli: il rinnovamento strutturale e quello spirituale. Il cammino sinodale cerca di cambiare le strutture per essere una Chiesa piena di vita.
-Crede che la Chiesa possa cambiare?
Preferisco parlare di rinnovamento piuttosto che di cambiamento. Cambiare significa fare tutto in modo diverso perché quello che si è fatto finora non andava bene. Rinnovarsi vuol dire invece che io apprezzo anzitutto tutto ciò che è stato fatto, ma ritengo che non siamo ancora giunti ad essere ciò che dovremmo e potremmo. Naturalmente la Chiesa deve rinnovarsi. Lo psichiatra svizzero C.G. Jung ha affermato: "Vita significa rinnovamento. Chi si rifiuta di rinnovarsi si irrigidisce.” E la Chiesa non deve irrigidirsi, ma deve rimanere viva ed evolversi. "Dietro gli ostacoli posti al cambiamento c'è spesso la paura."
-Quando lei parla con dei conservatori che non vogliono alcun cambiamento nella Chiesa, cosa dice loro?
Vorrei prima chiedere loro che paura hanno. Perché spesso dietro al rifiuto di cambiare si nasconde sempre la paura. Se poi si parla di paure, forse è meglio chiedersi più ragionevolmente se ha senso lasciarsi guidare solo dalla paura. Molti cercano di porre un freno a ciò che è stato finora, considerandolo la massima espressione della fede. Ma cos'è la fede? Fede vuol dire mettersi sempre in cammino. La Chiesa si è un po' fermata nella sua dottrina morale".
-Lei sostiene che si deve vivere la vita adesso. Molti non sono riusciti a sopportare a lungo quello che sono. Per esempio, in che modo la Chiesa dovrebbe trattare i gruppi emarginati, come quelli che hanno manifestato pubblicamente nell’Aktion Out in Church?
La spiritualità della Chiesa è ampia e aperta, ma la sua morale è molto condizionata ai tempi. La Chiesa si è un po’ fermata soprattutto sull’atteggiamento riguardante la sessualità e l'identità di genere. La Chiesa ha su questo punto un'immagine molto rigida. Anche la morale è sempre in movimento. La Chiesa non deve rimanere aggrappata a una morale superata.
a cura di ANTONIO DALL’OSTO