Verso il Natale ... preparando il presepe
2020/12, p. 6
... l’Avvento dice che Dio viene tuttora nel suo mondo e nella nostra vita,
come è venuto a Natale, umile e silenzioso… “e i suoi non lo accolsero”, lo hanno ignorato e sbeffeggiato.
L’Avvento ricorda che Dio è venuto per condividere la nostra storia perché diventi una storia di salvezza, e questa venuta viene annunciata dalla sua Chiesa alla quale non ha promesso il successo, ma la sua presenza rassicurante fino al giorno della sua venuta definitiva.
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Testimoni
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VERSO IL NATALE …
Da alcuni anni si ha l’impressione che Dio abbia deciso di andarsene, piuttosto che venire ancora una volta… e così questo Avvento, tempo della speranza, rischia di parlare poco al nostro cuore, disilluso o disinteressato per la Sua assenza. Giovani e meno giovani sembrano vivere bene anche senza Dio. I fedeli sono tentati dal dubbio e i Pastori dallo scoraggiamento. Ma l’Avvento dice che Dio viene tuttora nel suo mondo e nella nostra vita, come è venuto a Natale, umile e silenzioso… “e i suoi non lo accolsero”, lo hanno ignorato e sbeffeggiato.
L’Avvento ricorda che Dio è venuto per condividere la nostra storia perché diventi una storia di salvezza, e questa venuta viene annunciata dalla sua Chiesa alla quale non ha promesso il successo, ma la sua presenza rassicurante fino al giorno della sua venuta definitiva.
L’Avvento ricorda che Dio ritornerà come il Signore della storia, a discernere il buon grano dalla zizzania, a premiare i “Testimoni fedeli”, (quelli che hanno avuto fiducia in lui), quelli che non si sono lasciati prendere dallo sconforto e dal pessimismo, quelli che hanno creduto che la Chiesa è “la sua Chiesa”, quelli che hanno continuato a seminare fiducia nella sua azione nel mondo. Quelli che hanno perseverato nelle tribolazioni e nelle sconfitte…
“Perché tuo è il Regno, tua la potenza e la gloria nei secoli”!
… PREPARANDO IL PRESEPE
“Nonno, perché nel presepe quest’anno, non mettiamo assieme al bue e all’asinello, anche il cavallo? È così bello!”
Perché Gesù non è mai andato a cavallo, mentre ha usato l’asino per entrare trionfalmente in Gerusalemme. Lo usava anche San Giuseppe per i suoi viaggi… Il cavallo se lo potevano permettere i più ricchi, mentre gli altri si accontentavano dell’asinello, oltre che del bue per lavori pesanti.
“Allora, nonno, l’asinello era come la Pandina, mentre il cavallo era come il SUV e il bue come il trattore”?
Proprio così. Per accogliere degnamente il Signore che da ricco si era fatto povero, niente di meglio della presenza dei due animali che rappresentavano quelli che lavorano più duramente, senza riconoscimenti, anzi disprezzati. Dare ad uno dell’asino o del bue, non era e non è certamente un complimento.
Ma i due rappresentavano e rappresentano tuttora gli animali, loro simili, sfruttati e tenuti in condizioni che li fanno soffrire per l’avidità di noi uomini. E rappresentano anche gli esseri umani più umiliati e abbandonati, perseguitati ingiustamente, ridotti in schiavitù…
- “Nonno, quest’anno non è meglio mettere la mascherina ai pastori”? Potrebbero contagiare anche Gesù. Posso prepararla io per loro?"
Certamente! Ma ora mettiamoci anche le pecorelle che ci parlano di pace e di bontà! Pensa che persino il raglio dell’asinello, di fronte alla meraviglia della nascita di Gesù, è giunto al cielo, unendosi armoniosamente al coro degli angeli che stavano scendendo per annunciare la grande gioia dell’arrivo del Salvatore!
PIERGIORDANO CABRA