Sono necessari luoghi di pace, di perdono, di comunione, dove ci siano
persone disposte a «sacrificare qualcosa della propria pace e propria felicità,
affinché altri abbiano pace e possano essere felici».
In questo tempo in cui l'umanità si perde nella frammentarietà, i consacrati,
sull'esempio dei cristiani dispersi, presentano al mondo Cristo tutto intero.
Consapevoli del cammino di fede che li accomuna agli altri cristiani, i
consacrati si mettono in ascolto e in contemplazione della presenza di Dio negli
uomini e nelle donne di oggi, per offrire insieme, in modo sinergico, le loro
esistenze per il bene dell'umanità.
Chiediamo al Signore di renderci persone che vigilano per vedere e ascoltare
ovunque la presenza dello Spirito in un processo di continua conversione;
persone che vivono il tempo nella storia come tempo di Dio, che testimoniano che
egli ama il suo popolo (cf. Dt 7,8) di amore eterno (cf. Ger 31,33).
Chiediamo al Signore che ci doni la consapevolezza di essere persone sempre in
ricerca che nel villaggio globale camminano come Abramo alla presenza di Dio,
tessendo relazioni che prendono il volto della giustizia, della pace, della
festa, della speranza in ogni ambiente.
Affidiamo al Signore il nostro desiderio di operare scelte profetiche. Vogliamo
collocarci ai margini della storia, per essere accanto ai poveri di pane, di
senso, di dignità e di amore. Vogliamo vivere secondo l'economia del dono sulla
via della croce, scegliendo il mondo degli esclusi, in atteggiamento di gioia e
di stupore. Vogliamo contemplare i segni della risurrezione di Gesù Cristo già
presenti nella vita di ciascuno e nella storia.
Vogliamo essere profeti che si sporcano le mani con coloro che sentono la fatica
di vivere, rendendo, così, storica la presenza di Dio tra gli uomini. Vogliamo
lasciare la nostra vita garantita per camminare sulle acque, perché abbiamo
riconosciuto il Signore.
Chiediamo al Signore di essere presenze di convivenza pacifica, prendendo parte
alle gioie e ai dolori degli altri, praticando la misericordia, non rendendo
male per male e rispondendo con benedizioni a coloro che ci maledicono.
Chiediamo al Signore di amare gli altri, di essere sempre con e per ogni altro,
offrendo, attraverso l'umile potere del servizio, il dono di sé rivolto alla
totalità di ogni vivente che si incontra.
Chiediamo al Signore di essere testimoni del Risorto, di vivere l'esperienza
della comunione, in un continuo «esserci per l'altro».
Consapevoli di essere battezzati tra i battezzati, noi consacrati desideriamo
annunciare che vogliamo seguire radicalmente il Signore, senza anteporre nulla a
lui. Se la Chiesa e il mondo in questo tempo hanno bisogno della nostra
presenza, è perché noi consacrati vogliamo impegnarci a rendere visibile nella
storia l'amore senza fine vissuto da Gesù Cristo morto e risorto.
Desideriamo essere accanto agli uomini e alle donne di oggi, senza inventare
nulla, dispiegando solo con la nostra vita del qui e ora tutta l'umanità
intessuta di amore per l'esistenza, dono di Dio. Una vita consegnata a lui senza
riserve, nell'obbedienza della fede, per veicolare il suo amore nelle umili
storie della terra ed essere riflesso della sua presenza.
È bello pensare che noi consacrati, come tutti i cristiani, animati dallo
Spirito, siamo nella mischia degli uomini e delle donne del nostro tempo e della
loro storia, per diffondere semi di speranza.
Diana Papa
da Dimora di Dio. La fede nel quotidiano
EDB, Bologna 2011