«Di essi è il regno dei cieli»: voi appartenete all'ambito del potere regale
di Dio. Dio stesso, l'onnipotente Creatore del cielo e della terra, è il vostro
benevolo Re e Signore, che ha cura di voi ed è per voi.
«Saranno consolati»: Dio vi consolerà, tergerà ogni lacrima dai vostri occhi
(cfr Ap 7,17; 21,4). Allora tutto andrà bene, perché potremo essere presso di
lui, e presso di lui tutto va bene. La condizione attuale, in cui niente è
compiuto e in cui tutto ha una fine, non è definitiva.
«Avranno in eredità la terra»: Dio vi darà in eredità la terra. Il Padre ha
pensato da sempre al vostro spazio vitale, ampio e meraviglioso. L'attuale lotta
per l'esistenza, per la posizione e il nome, per il possesso e il prestigio non
stabilisce nessun ordine definitivo. Chi ora s'impone e si afferma con la forza
ad altri, non potrà tener testa a Dio. Questo ordinamento viene rovesciato (cfr
Lc 1,51-53).
«Saranno saziati»: Dio vi sazierà. Vi chiamerà alla sua mensa (cfr 8,11;
22,1-14; 26,29), e la comunione con lui vi renderà pieni di felicità.
«Troveranno misericordia»: Dio sarà misericordioso con voi. Egli è ricco di
bontà e di misericordia. Non vi rinfaccia niente e non serba alcun rancore verso
di voi. Scusa e perdona, condona la vostra colpa (cfr 18,27).
«Vedranno Dio»: Dio vi renderà capaci di vederlo (cfr 1Gv 3) Questa visione
significa partecipazione alla grandezza e alla bellezza, alla pienezza e alla
felicità di Dio. Il tempo dell'oscurità che ora viviamo e che ci opprime, il
tempo dell'assenza e del nascondimento di Dio, il tempo della fede senza
visione, terminerà. Dio si manifesterà nella sua piena gloria.
«Saranno chiamati figli di Dio»: Dio vi chiamerà suoi figli e figlie. Vi
accoglierà nella sua famiglia. Vi farà partecipi della comunione di vita che
egli ha con il Figlio suo e con lo Spirito Santo. Ora siamo già battezzati nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (28,19), siamo già introdotti
nell'ambito di potenza e di vita del Dio trinitario, ma siamo ancora figli di
Dio in esilio. L'esilio avrà fine.
«Di essi è il regno dei cieli»: Dio con il suo potere regale sarà per voi, e voi
sperimenterete la felicità e la gioia della sua presenza. La promessa che è
stata fatta nella prima beatitudine viene ripetuta nell'ultima; essa riguarda
l'appartenenza alla signoria regale di Dio. In che modo questo Regno — che
costituisce il contenuto centrale del messaggio di Gesù (4,17) — influisca sugli
uomini ci viene detto nelle altre sei beatitudini. L'appartenenza al Regno è
promessa proprio a coloro che sono perseguitati, che sperimentano dolorosamente
l'oppressione delle forze contrarie a Dio. Chi ha fiducia in Dio, ha Dio dalla
sua parte (cfr 10,32).
Nella sua essenza il messaggio di Gesù è messaggio su Dio nostro Padre, il quale
ci dona la beatitudine nella comunione con lui. Questo messaggio viene
comunicato a noi nella fede. Gesù ci annuncia il Padre, non lo rende
direttamente visibile e sperimentabile; ma nel suo agire ci fa conoscere la
bontà e fedeltà del Padre, e nel suo modo di vivere ci mostra la piena fiducia e
la gioia beata in lui. In questo messaggio Gesù ci indica il fine al quale noi
sin d'ora, pieni di gioia, possiamo avvicinarci. Dobbiamo sempre più fare nostri
la Buona Notizia di Dio, che colma di beatitudine, e il comportamento
corrispondente ad essa.
Klemens Stock S.I.
da La liturgia della Parola
Spiegazione dei Vangeli domenicali e festivi
Edizioni AdP, Roma 2011