Rileggere il messaggio della misericordia nel contesto della nuova evangelizzazione e cercare nuovi metodi per testimoniare la misericordia di Dio all’umanità del terzo millennio: questo l’obiettivo che si è posto il secondo Congresso mondiale della Divina misericordia che dall’1 al 5 ottobre ha riunito da tutto il mondo i devoti del messaggio spirituale del quale fu mediatrice santa Faustina Kowalska. Il congresso ha approfondito il tema Misericordia, sorgente di speranza, e si è svolto in Polonia, presso il Santuario di Łagiewniki di Cracovia dove santa Faustina trascorse gli ultimi anni della sua vita. Il programma del Congresso – oltre a momenti di preghiera, conferenze e una riflessione ecumenica con l'intercessione del Beato Giovanni Paolo II, il papa che ha istituito la Domenica della Divina misericordia (la prima dopo Pasqua) – ha visto anche una marcia silenziosa per la pace presso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Tra quanti hanno promosso l'organizzazione di questi Congressi, c’era il cardinale Camillo Ruini. «Ricordo il primo Congresso svoltosi a Roma nel 2008 – ha detto il cardinale – con il cardinale Stanisław Dziwisz e con il cardinale Christoph Schönborn. Penso che questo Congresso di Cracovia sia ancora più importante dopo la beatificazione di Giovanni Paolo II, che è stato il grande apostolo della Misericordia di Dio del XX e del XXI secolo. Qui è nata ed è vissuta suor Faustina Kowalska, la grande mistica che ha avuto dal Signore Gesù direttamente la manifestazione, la rivelazione della misericordia di Dio per gli uomini del nostro tempo. Ricordiamo anche che da qui viene Giovanni Paolo II, che nella sua seconda enciclica – appunto Dives in Misericordia, Dio ricco di misericordia – ha indicato all’umanità la strada per la quale la misericordia di Dio oggi deve passare”.
Per quanto riguarda l’uomo contemporaneo e dunque l’attualità del tema, il cardinale Ruini ha notato che «l’umanità ha particolarmente bisogno della misericordia di Dio. Anche oggi la gente sente nel proprio cuore che ha bisogno del perdono, che ha bisogno della misericordia: sia della misericordia di Dio, sia anche di essere uomini della misericordia».
Per quanto riguarda il contributo di Giovanni Paolo II, il cardinale Ruini ha osservato che «tutto il pontificato e – credo – tutta la vita di Giovanni Paolo II è stata segnata dal tema della misericordia. Vorrei ricordare la conclusione della sua vita terrena: l’ultimo libro che ha scritto e nel quale ha affermato che la misericordia di Dio è l’unico vero limite posto al male nel mondo. E di questo Giovanni Paolo II ha fatto esperienza in tutta la sua vita: dal tempo del nazismo al tempo del comunismo, fino al tempo nel quale era papa e ha dovuto combattere contro la secolarizzazione dell’Occidente. Giovanni Paolo II è stato veramente – posso testimoniarlo per i 20 anni nei quali sono stato suo collaboratore – l’uomo che ha testimoniato e messo in pratica la misericordia di Dio verso tutti, verso i grandi e i piccoli, verso i vicini e i lontani».

Lo svolgimento dei lavori

E veniamo alla cronaca dei lavori selezionando alcuni tra i molti interventi che si sono succeduti, seguiti con grande attenzione dai duemila partecipanti provenienti da 70 paesi del mondo. Molti i riferimenti alla vita personale e alla storia collettiva di tante e diverse aree geografiche in cui la Chiesa vive una condizione di sofferenza e martirio. Già il primo giorno il cardinale Joseph Zen, salesiano, arcivescovo emerito di Hong Kong, ha parlato sul bisogno della misericordia tra i cattolici in Cina continentale. Il secondo giorno, domenica 2 ottobre, si è aperto con la messa celebrata dal cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Nell’omelia il cardinale Rylko ha sottolineato il segreto del Santuario di Lagiewniki, dove vengono tanti pellegrini, sperimentando la grazia del perdono e della riconciliazione. Ha chiamato il Santuario una “scuola di speranza, unica nel suo genere”. Il mondo di oggi soffre un’erosione della speranza e ha bisogno degli autentici testimoni della Divina misericordia, ha continuato il cardinale Rylko. Sono coloro che hanno incontrato il Cristo misericordioso, sperimentando personalmente la trasformazione della loro vita. Gli apostoli della Divina misericordia, ha aggiunto, sono quelli che con coraggio annunciano il messaggio scaturito proprio da qui, da Lagiewniki. «La nuova evangelizzazione è nient’altro che l’aprire i cuori umani al dono dell’amore misericordioso», ha aggiunto il porporato, augurando che il Congresso faccia crescere il numero dei seguaci.
Nella piazza del mercato di Cracovia la Comunità terapeutica “Cenacolo” ha presentato un commovente spettacolo di evangelizzazione intitolato “Credo”, accompagnato da alcune testimonianze, tra cui quella di mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk-Mohilev in Bielorussia, che ha parlato dell’esperienza della Divina misericordia nella fase finale dell’Unione Sovietica, quando i credenti riacquistavano la libertà di culto. Sul piano più individuale, uno degli esponenti della Comunità "Cenacolo" ha presentato la storia della sua vita e la testimonianza sulla liberazione dalla tossicodipendenza.
Un albanese del Kosovo ha parlato dell’esperienza vissuta in un incredibile incidente stradale, al quale è sopravvissuto, e della sua conversione dall’islam. Una donna congolese ha raccontato la sua storia di conversione e dell’incubo dei conflitti famigliari da lei stessa sofferti e provocati. Un prete anglicano ha dato testimonianza dell’interesse nell’ambiente anglicano della spiritualità della Divina misericordia, nonostante le divergenze teologiche con il cattolicesimo. Infine un vescovo filippino ha descritto un vivace sviluppo del culto della Divina misericordia nel suo paese.
Ultimo intervento, prima della partenza dei partecipanti per Auschwitz, è stata l’omelia del cardinale arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin. Il primate di Francia ha parlato della Divina misericordia nella storia della salvezza, sviluppando questo tema dalle parole di Maria nel suo Magnificat: “di generazione in generazione la sua misericordia”. Una giornata intera è stata dedicata a Giovanni Paolo II, con – tra l’altro – la visita a Wadowice, sua città natale, con la preghiera ecumenica sulla Piazza del Mercato, presieduta dal cardinale Angelo Comastri.

Un annuncio di gratuità

La conferenza introduttiva sulla dottrina di Giovanni Paolo II nei riguardi della Divina misericordia è stata pronunciata dal cardinale Kazimierz Nycz. Il metropolita di Varsavia ha sottolineato soprattutto la sfida che contiene lo stesso concetto della misericordia. Giovanni Paolo II chiede alla Chiesa di annunciare la Divina misericordia con la sua gratuità che è estranea alla mentalità del mondo concentrato piuttosto sul concetto della giustizia. Sono seguite poi le testimonianze nelle varie parrocchie di Cracovia, a cui hanno partecipato centinaia di persone. E tra i diversi interventi, molto seguito quello di suor Marie Simon-Pierre, guarita grazie all’intercessione di Giovanni Paolo II. La suora ha espresso la convinzione che la sua guarigione serve non solo per lei personalmente, ma soprattutto per continuare l’opera di misericordia svolta dalla sua Congregazione religiosa, specialmente a favore della famiglia e della vita.
Anche nell’omelia della messa officiata oramai a fine lavori da mons. Jan Babjak, arcivescovo di Presov, in Slovacchia, è stata offerta una testimonianza sull’efficacia della preghiera alla misericordia. «Da quando recito la Coroncina alla Divina misericordia davanti alla Sua Immagine, situata nella cappella arcivescovile – ha detto il presule slovacco di rito bizantino – sento che il Signore ha risolto molti dei miei problemi personali, ricevo la luce che mi aiuta a svolgere la mia missione pastorale, ottengo la forza che mi consente di accettare anche le sofferenze e le difficoltà, nonché di adorare Dio anche in queste situazioni».
Dai lavori del Congresso è emersa una volta di più la caratteristica principale del culto della Divina misericordia, cioè il suo essere “trasversale”: non una nuova congregazione bensì una modalità di vivere la fede restando legati alla Chiesa locale o alla propria congregazione religiosa. Questo era lo stile di santa Faustina: all’inizio pensava di dover fondare una nuova congregazione, poi capì con l’aiuto delle rivelazioni che si trattava di dare vita ad una unica grande comunità di persone, di varie condizioni e vocazioni, che sono unite dal mistero della Divina misericordia. E abbiamo oggi una comunità di persone che attraverso la pratica della devozione alla misericordia divina vive con lo spirito evangelico di fiducia e cerca di realizzare i compiti che Gesù ha affidato a suor Faustina: invocare la misericordia di Dio per il mondo e proclamare in modo particolare il mistero di fede al mondo intero.


Misericordia e promozione umana

Da notare comunque la presenza di un forte impegno per la promozione umana. Al Congresso, tra le varie testimonianze, c’è stata anche quella di padre João Henrique, fondatore dell’Associazione “Alleanza della Misericordia” attiva tra i poveri e gli emarginati del Brasile. «Solo una nuova civilizzazione della misericordia può sostenere la nostra società, una civilizzazione che dia attenzione all’uomo, che metta al centro l’uomo e non l’interesse economico, non il piacere, non il relativismo, non una verità falsa, che porta l’uomo alla morte, perché veramente fuori della parola di Dio c’è la maledizione, c’è la morte, c’è la tristezza. Quindi, l’annuncio della misericordia, il cercare i piccoli, i poveri, coloro che non hanno fatto l’esperienza dell’amore di Dio, è una necessità estrema per questa nostra società ed è l’unico cammino di vita».
L’Alleanza della Misericordia, l’associazione fondata a San Paolo da padre Henrique, ha messo in piedi, tra l’altro, una “Cristoteca” cioè una discoteca dove si vive un’esperienza di divertimento senza eccessi e con un sottofondo di messaggio cristiano. «Abbiamo – spiega – delle realtà in Brasile molto drammatiche. Oltre alle difficoltà e alla confusione che spesso si vive dal punto di vista religioso, per mancanza di formazione, noi sentiamo soprattutto l’annuncio della Misericordia come testimonianza della carità. Come diceva santa Faustina, noi dobbiamo annunciare la misericordia con la parola, con la carità e con la preghiera. E quindi anche attraverso la preghiera noi facciamo molte esperienze della forza dei carismi: siamo un’associazione che vive questa dimensione carismatica. Vediamo come veramente per questi fratelli più poveri, a volte distrutti dalla droga, distrutti da una vita di prostituzione, è solo la forza della preghiera che suscita in loro la gioia di poter rinascere, ricominciare nella forza dello Spirito Santo. Recentemente eravamo in una piazza annunciando l’amore di Dio, quando è arrivata la croce della Giornata della gioventù e l’abbiamo portata insieme al nostro cardinale, l’arcivescovo di San Paolo, Odilo Pedro Scherer in tutti i quartieri più poveri, dove c’è più traffico di droga. Le persone lasciavano il coltello, lasciavano la pistola, per poter ricominciare a vivere, commossi dalla presenza della Chiesa in mezzo a loro. Noi dobbiamo mostrare una Chiesa presente tra i poveri».
Nel suo discorso conclusivo, il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, ha sottolineato che il Congresso è stato un avvenimento di ringraziamento per la Divina misericordia radunando tante persone di varie lingue e culture. «L’uomo – ha detto – provato dai cataclismi naturali, portatori di sofferenza e di morte per tanti innocenti, ha bisogno della grazia della misericordia, capace di donare pace al cuore umano e di gettare le basi del perdono e della riconciliazione».