La realtà delle nuove forme di vita consacrata (NFVC) è ormai un dato di fatto nella Chiesa e nel panorama della vita religiosa. La coscienza di rappresentare un novum in ambito ecclesiale si è manifestato, negli ultimi anni, in una serie di incontri, convegni e pubblicazioni che avevano lo scopo di favorire la riflessione su una questione stimolante, ma con diversi aspetti ancora da chiarire: ricordiamo il convegno tenutosi alla pontificia Università Urbaniana del 2007 organizzato dalla Fraternità Francescana di Betania e dal Coordinamento Storici Religiosi, oltre alla Giornata di Studio organizzata a Madrid dalla Cattedra di teologia della vita consacrata della Facoltà di teologia “San Dámaso” nel 2009 (con la sua II edizione nel 2011) e il Seminario di Studio permanente creato nel 2010 dalla commissione episcopale per la vita consacrata della Conferenza episcopale spagnola.
Sulla scia di questa riflessione comune, le stesse NFVC continuano ad interrogarsi sul senso del loro essere nella Chiesa e per la Chiesa; l’ultimo evento, in questo senso, è stato un’ulteriore giornata d’incontro dal titolo: Aprendo cammini. Consacrazione, comunione, missione. L’incontro, organizzato da un comitato formato da alcune NFVC riconosciute come altre forme di vita consacrata, si è tenuto presso la sede dei Missionari e Missionarie Identes di Roma il 4 giugno u.s. Nell’intento del comitato organizzatore questa giornata aveva anzitutto la volontà di permettere una migliore conoscenza tra le varie NFVC. L’incontro aveva alcuni obiettivi specifici: anzitutto di permettere una condivisione del cammino delle varie comunità convenute, per capire quali sono gli elementi comuni di queste forme di vita consacrata e quali gli aspetti propri di ognuno. Ciò per valorizzare la ricchezza del carisma di ogni comunità. Non solo: l’attenzione delle NFVC è rivolta al lavoro della CIVCSVA e alla sua opera di discernimento; per questo, l’incontro voleva anche essere un’occasione per riflettere assieme, in modo da poter offrire alla Congregazione ulteriori chiarimenti riguardo queste forme di vita consacrata per la successiva normativa in merito.
La giornata è stata utile non soltanto per la reciproca conoscenza delle varie comunità e istituti convenuti, rappresentanti di NFVC di diritto pontificio, diocesano o in via di riconoscimento giuridico. Le 22 comunità, provenienti da 11 nazioni: Italia, Spagna, Francia, Polonia, Ungheria, Panama, Perù, Argentina, Stati Uniti, Filippine e Australia, hanno avuto la possibilità di riflettere su alcuni temi di grande importanza: in che modo essi ripropongono l’essenza della vita consacrata secondo modalità e riformulazioni nuove? Quali sono gli aspetti peculiari che danno il senso di novità alla loro esperienza? Quali le problematiche ancora da chiarire e risolvere in ambito canonico e teologico?

Un confronto fra 22 comunità


Domingo J. Andrés C.M.F., ha aperto la giornata con una conferenza, introducendo così alcune tematiche che hanno aperto numerose piste di riflessione. Essenzialmente, la relazione di Andrés ha posto in luce anzitutto la grande quantità di letteratura riguardo al tema: segno, questo, di un dibattito tuttora acceso che cerca di chiarire i termini e il significato di un’esperienza – quella delle NFVC – composita e, per certi versi, di difficile classificazione. L’esposizione di p. Andrés è stata ben illustrata con il rinvio alle fonti codificate e non codificate sulle nuove forme di vita consacrata; egli ha fatto riferimento ai nomi utilizzati e/o riconosciuti per queste nuove forme, al numero di membri, agli elementi teologici e giuridici del can. 573 CJC e concretamente alla sequela Christi attraverso i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, sottolineando sempre l’armonia che deve esistere tra il diritto proprio e quello universale.
In seguito l’incontro è proseguito con la presentazione delle comunità e istituti convenuti: in maniera succinta ognuna delle 22 comunità ha potuto presentare il proprio carisma e lo statuto giuridico che attualmente caratterizzava ogni istituto. Ciò che è emerso è la consapevolezza del fatto che le NFVC siano diverse da quelle già esistenti perché sono nuovi doni dello Spirito alla Chiesa per la evangelizzazione del mondo. Lontani da ogni affanno di protagonismo, esse riconoscono questa grazia che non appartiene loro, ma che è stata loro affidata, per custodirla e svilupparla fino alla sua massima pienezza.

Le conclusioni della giornata


L’équipe di coordinamento dell’incontro ha elaborato le conclusioni della giornata e ha sottolineato gli aspetti che possono servire per ulteriori considerazioni. Anzitutto, quando si fa riferimento alle NFVC non si considera una generica forma di vita evangelica, bensì ci si riferisce all’aspirazione di una vera vita consacrata, fondata su un modo nuovo di vivere i consigli evangelici, della comunione ecclesiale e fraterna, della loro forma di presenza nel mondo. Scoprire ed esprimere quali sono i loro contributi teologici e le loro peculiarità canoniche è l’obiettivo delle ricerche in corso da parte di teologi e canonisti.
Dallo studio e dalla condivisione dei vissuti di ogni NFVC emerge di fondo un elemento comune: vi sono stati fondatori e fondatrici che non hanno trovato nelle forme tradizionali di vita consacrate le strutture adeguate al carisma che hanno ricevuto. Dalla presa di coscienza di tale fatto, essi hanno iniziato un cammino di discernimento che permettesse loro di compiere i passi più giusti per acquisire il riconoscimento ecclesiale, pur conservando integro il carisma nascente. A questo punto, sono possibili due strade: alcuni istituti hanno deciso di costituirsi in associazione di fedeli rinunciando a un riconoscimento esplicito di vita consacrata; in tal modo essi hanno preferito attendere una maggiore definizione nella novità teologica e canonica che presuppongono le NFVC. Altre comunità preferiscono rinunciare ad alcuni aspetti dell’ispirazione iniziale per adeguarsi alle norme vigenti e poter così iniziare il loro cammino, in attesa del momento in cui poter mostrare le proprie potenzialità carismatiche.

Una realtà dai vari volti

Detto questo, si evince un altro dato: sotto la comune denominazione di NFVC vanno una enorme varietà di gruppi anche molto diversi tra loro, il cui regolamento canonico si ispira al can. 605. In una classificazione molto generale – e anche necessariamente generica – vi sono comunque dei tratti predominanti. Vi sono le comunità missionarie o della “nuova evangelizzazione”, con una composizione preminentemente laicale e con una forte immersione nella società secondo le istanze evangelizzatrici dei luoghi e delle situazioni; spesso esse non hanno abito distintivo. Poi vi sono le comunità a servizio della carità e di assistenza nelle necessità che sorgono nella società attuale; infine notiamo la presenza di comunità più eminentemente monastiche, le quali presentano parte dei rami con abito religioso, con nuova vitalità della vita contemplativa e liturgica, accompagnata da segni propri della vita monastica, e che si irradia anche fuori dal monastero negli altri rami dell’istituto e nelle persone che fanno riferimento al carisma fondazionale.
Queste comunità poi presentano una nomenclatura che viene utilizzata per denominare gli aspetti propri del carisma e della spiritualità dell’istituto; per questo la denominazione canonica si presenta molto varia. Per limitarsi ai partecipanti all’incontro, essa rifletteva grande varietà di ispirazione carismatica: vi erano fraternità, fraternità missionarie, fraternità monastiche, famiglie missionarie, famiglie spirituali, famiglie ecclesiali, comunità, fondazioni, istituti, società.

Alcuni aspetti distintivi

Di fronte a tale varietà di denominazioni vi sono alcuni aspetti distintivi delle NFVC che aiutano a coglierne la novità. Tra queste vi sono anzitutto comunità formate da un solo istituto con differenti rami, costituito da uomini e donne, chierici e laici, celibi e sposati, nell’osservanza dei consigli evangelici, anche se con obblighi diversi, con vita comune e carattere misto nelle diverse dimensione dell’Istituto. Vi sono inoltre anche comunità con un governo unificato, con differenti strutture, alle quali possono accedere tutti i membri secondo il tipo di organizzazione prevista. Ciò implica, di fatto, una separazione tra le funzione amministrative di governo (che può essere esercitato da un laico, uomo o donna), e quelle proprie del ministero sacerdotale. A questo si aggiunge anche il desiderio di una piena integrazione dei membri sposati, che partecipano del carisma, della vita, della spiritualità e della missione dell’Istituto, al quale sono vincolati mediante i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza adeguati al proprio stato di vita. Dunque, in generale, le NFVC presentano un governo unificato alla testa dell’Istituzione, che esprime l’essenza del carisma e dell’identità di comunione con i rispettivi superiori delle divenenti sezioni (ove queste vi siano): uomini, donne, sposati e chierici. La struttura e l’organizzazione interna riveste differenti modalità che trovano la loro necessaria complementarietà ed equilibrio.
Questo fa comprendere un dato importante: la novità delle NFVC non è tanto da ricercare in nuovi modelli di organizzazione e di collaborazione, o di nuove priorità di apostolato e nemmeno di un nuovo entusiasmo… La novità essenziale consiste nel fatto che queste comunità presentano una concezione carismatica dell’ecclesiologia di comunione.

Consacrazione, comunione e missione


L’incontro verteva soprattutto sull’indagine concernente la triplice dimensione della consacrazione, della comunione e della missione, che sono proprie della vita consacrata. In che modo tali elementi vengono vissuti nelle NFVC? In base ad essi, quale posto trovano altri elementi quali la struttura di governo, la formazione, la spiritualità di ogni istituto e gli altri tratti carismatici e organizzativi propri?
Anzitutto, riguardo la consacrazione, nell’incontro è emerso che, in continuità con le forme tradizionali di vita consacrata le NFVC fanno propria la chiamata universale alla santità, proclamata dal Concilio Vaticano II; è evidente che è necessario chiarire il concetto di consacrazione a cui si fa riferimento, sia dal punto di vista teologico che nella sua formulazione canonica. L’asse centrale della consacrazione nelle NFVC è dato dalla professione dei consigli evangelici, anche se spesso esse aggiungono qualche altro vincolo sacro specifico, che definisca qualche peculiarità carismatica vitale per l’esistenza della comunità.
Riguardo la comunione, si è osservata la necessità, a partire dalle esperienze di tali comunità, di elaborare una ecclesiologia di comunione a partire dalla triade vocazionale (ministri ordinati, fedeli laici e consacrati) e attraverso una stessa chiamata alla santità. Da questo emerge come nelle NFVC risulti evidente il valore della comunione ecclesiale, con il desiderio di essere di aiuto concreto alla Chiesa. In queste comunità è marcata la comunione con la Chiesa, la fedeltà al papa, al magistero, e l’integrazione ai progetti pastorali diocesani. Ma la comunione si manifesta anche nell’interazione con i membri dei differenti stati di vita (celibi, chierici e sposati) e di entrambi i sessi, rendendo visibile la ricchezza della complementarità e della reciprocità. In esse si dà grande valore alla vita comune e fraterna con varietà di concretizzazioni secondo gli istituti: alcuni ad esempio presentano vita comune di celibi, mentre altri anche le famiglie; altri ancora presentano un unico edificio con dipendenze separate ma con alcuni atti in comune: liturgia, pasti, momenti di formazione, attività apostoliche e missioni. L’aspetto della comunione è anche concretizzato dal fatto che attorno alla comunità si crei, nel giro di poco tempo, anche una famiglia carismatica in senso largo, che partecipa alla spiritualità, al carisma e alla missione della comunità con diversità di vincoli.
Anche l’ambito della missione ha evidenziato elementi interessanti: una caratteristica propria delle NFVC sembra essere l’attenzione alle nuove necessità del mondo attuale, riconosciute come segni dei tempi: la risposta alle necessità del momento presente sottolinea la continuità storica delle NFVC rispetto alle forme di consacrazione tradizionali.

Grande attenzione alla vita spirituale

L’incontro ha permesso di far rilevare anche altri aspetti legati alla vita delle NFVC: anzitutto la dimensione spirituale. Emerge dall’esperienza comune delle NFVC una grande attenzione alla vita contemplativa: ore di preghiera comunitaria, Lectio divina, meditazione della Scrittura, adorazione del Santissimo Sacramento, preghiera notturna e devozione alla Vergine Maria, sono alcune modalità di preghiera che sottolineano questo interesse delle nuove comunità verso la dimensione dell’interiorità.
In sintesi, la giornata è stata molto proficua: p. Antonio Velasco, della Fraternità Missionaria Verbum Dei, a nome di tutti i partecipanti ha espresso viva gratitudine al segretario della Congregazione pervenuto per l’occasione, mons. Joseph William Tobin C.Ss.R, per il lavoro e l’accompagnamento nel cammino di discernimento e di aiuto nel percorso di riconoscimento giuridico. Mons. Tobin ha incoraggiato iniziative come questa, trasmettendo l’interesse e l’apertura della Congregazione verso questa novità carismatica. Il prossimo appuntamento importante per le NFVC sarà un nuovo convegno di studio, che si terrà dal 24 al 26 novembre prossimo presso la pontificia Università Antonianum e organizzato dalla Fraternità francescana di Betania assieme al Coordinamento Storici Religiosi: questo sarà un altro momento importante per valutare il senso della presenza nelle NFVC nella Chiesa e il loro effettivo apporto alla vita religiosa del terzo millennio.