Paolo Bertezzolo, docente e autore di vari saggi, ci provoca con un dossier utile per dipanare la matassa del rapporto controverso tra Chiesa e partito della Lega Nord. Tra Chiesa e Lega Nord c’è un conflitto ventennale sulle questioni legate alla solidarietà e all’immigrazione. A partire dalla minaccia di “secessione protestante” degli anni Ottanta fino alla battaglia per la difesa del crocefisso degli ultimi anni, la Lega ha utilizzato il cattolicesimo per raggiungere l’obiettivo di una federazione di nazioni del Nord e, per questo, ne ha fornito una interpretazione “etnica” e “identitaria”, con spirito opposto al carattere di universalità e apertura che ispira la prassi cristiana.

“Pensar a la nostra gente”
La Lega ha il suo maggiore bacino di voti nelle cosiddette “aree bianche” del nord, in passato vicine alla Democrazia Cristiana e con forte tradizione cattolica. Come la DC ieri così la Lega oggi: entrambi i partiti in difesa della rappresentanza dei modi locali… ma che diversità di stile e di metodo! Mentre la DC media in un contesto di integrazione nazionale, la Lega rivendica a difesa degli interessi locali. La DC era capace di raccogliere consensi sia al nord (con associazionismo cattolico e di categoria) che al centro-sud (anche con clientelismo e politica di trasferimenti pubblici); la Lega invece fa la parte del “sindacalista del nord” (in specie del nord-est, oggi con qualche punta nell’area emiliano-romagnola) e svolge il suo ruolo di integrazione nazionale nella coalizione di centro-destra guidata da Berlusconi.
Dalle pressioni dei ceti emergenti settentrionali della piccola-media impresa sempre più contrari all’assistenzialismo e alla pressione fiscale di stampo democristiano si è passati alla reazione contro una globalizzazione che produce spaesamento e che dunque innesca esigenze di forte identità locale: la nuova patria (Padania), i nuovi nemici (immigrati, in specie i mussulmani), le nuove forme aggregative (ronde), le banche di territorio (contro la speculazione finanziaria mondiale) ecc. Partito di lotta e anche di governo, oggi la Lega guida circa 400 comuni insieme a circa 15 province e due regioni, oltre ad avere diversi ministri nel governo nazionale.

“Vogliamo una chiesa del nord”
Il volume ripercorre gli attacchi “di stampo protestante” dei leghisti ai maggiori esponenti della Chiesa istituzionale, che appaiono ai loro occhi pericolosi “paladini” dell’unità d’Italia e della solidale coesione sociale, sostenitori di un autentico decentramento dello stato senza separatismi: da papa Giovanni Paolo II (insultato in modo inaudito nell’agosto del 1997: per “vaccinare” il cattolico che vota Lega… come disse allora il leader Bossi!) ai cardinali Ruini, Martini e Tettamanzi.
A seguito del periodo di incubazione politica in cui Bossi si “converte” all’autonomismo (1979-1991), seguono alterne vicende condite di forte opposizione nei confronti della Chiesa (dopo il crollo della prima Repubblica, 1992-1996): la Lega va contro il Concordato, inizia la “guerra alle moschee”, si batte contro l’immigrazione e arriva a invocare addirittura una “chiesa del nord” per vincere il pericolo islamico anti-occidentale (Borghezio).
La progressiva secolarizzazione del nord Italia e la ricerca di successo politico alimenta però la “svolta” leghista in favore della salvaguardia dell’identità etnica saldata stavolta con la difesa del tradizionalismo religioso nella forma del cattolicesimo preconciliare (1996-2000). La nuova linea sposa le posizioni della Chiesa su famiglia, fecondazione, questioni bioetiche. Con disinvoltura Bossi cavalca una religione civile da usarsi come arma di difesa dalle contaminazioni etniche (vedi la messa in latino organizzata a Torino nel 1999 nella stessa piazza dove si era da poco celebrato il Ramadan). In una fase segnata da una forte domanda di appartenenza e di senso, la Lega sposa dunque le posizioni che la rendono custode della tradizione contro la secolarizzazione, mentre rifiuta i messaggi che evocano la relazione, la carità e al solidarietà.


Paolo Bertezzolo
Padroni in chiesa nostra
EMI, Bologna 2011