L'icona che contempliamo presenta una sintesi del mistero pasquale con al
centro la Vergine Maria e alcune donne che erano con lei. Maria è in
atteggiamento orante, con le braccia alzate, rivolte verso il cielo.
La sua figura è maestosa e primeggia come una regina tra tutte le figure
rappresentate.
Ella invita la comunità degli Apostoli ad attendere in preghiera assidua e
concorde il dono dello Spirito.
I Dodici riconoscono in lei la maestra e la guida della Chiesa nascente e aprono
la loro mente all'intimità con Dio con gesti e suppliche guardando in alto,
nell'attesa che il fuoco dello Spirito possa invadere i loro cuori.
Le braccia aperte di Maria sono in atteggiamento di colei che riceve dall'alto
le grazie, ma anche le dispensa.
Tutte le figure poggiano i loro piedi sulla roccia dura e sicura: Cristo ieri,
oggi e sempre!
La tradizione cristiana ha attribuito a Maria il titolo di « apostola ». Severo,
patriarca di Antiochia, nella sua XIV Omelia dice a proposito: «Maria può essere
chiamata "Apostolo"; a giusto titolo essa supera tutti gli apostoli, perché fin
dall'inizio è stata annoverata tra gli stessi apostoli, come si legge nel libro
degli Atti: “Questi erano riuniti e perseveranti nella preghiera, con Maria, la
madre di Gesù” (cf At 1,12-14.) Maria insegna agli Apostoli una preghiera che è
costante, assidua, senza soste e corale cioè comunitaria.
Pur non facendo parte del collegio apostolico, pur non essendo insignita della
dignità sacerdotale, ella non ha cessato mai di tenere viva la fiamma della
fede, testimoniando nel silenzio e nel nascondimento le meraviglie che Dio aveva
fatto e faceva nella sua vita. Da lei gli Apostoli hanno appreso il difficile
compito di testimoniare e diffondere la fede anche in mezzo a sofferenze e
persecuzioni. Da lei hanno continuato a imparare l'arte della preghiera
perseverante e concorde.
Maria, maestra nella « preghiera suprema », insegnava agli Apostoli a fare della
preghiera un atteggiamento di fondo, un orientamento costante, un'attività
spontanea, come lo è il respiro per il corpo. Allo stesso modo insegnava loro ad
amare sempre, a perdonare sempre, ad avere sempre il cuore colmo di misericordia
anche per i nemici.
La Vergine Maria ha certamente sostenuto e incoraggiato gli Apostoli a portare
l'annuncio della Buona Notizia a
tutti i confini della terra; a portare in bocca la spada a due tagli della
parola di Dio, ad andare per le strade dell'evangelizzazione senza bisaccia e
senza calzari, sicuri e affidati soltanto alla provvidenza di Dio.
La nostra fede, spesso, è così debole e scialba che non abbiamo neanche la
capacità di dire che siamo cristiani quando ci troviamo in dialogo con la gente;
figuriamoci poi se dobbiamo annunciare che Cristo è morto e risorto per la
nostra salvezza. Nel mondo in cui viviamo, dove regna un egoismo esasperato, un
forte attaccamento al denaro e una svalutazione sempre più profonda dei valori
morali della vita umana, è indispensabile che squilli la tromba del kerigma
apostolico.
Abbiamo bisogno di invocare l'aiuto della Vergine Maria, Regina degli Apostoli,
affinché ci insegni l'ardua fatica di testimoniare e diffondere il Vangelo in un
mondo indifferente e contrario alla fede cattolica. Paolo VI diceva che oggi non
c'è tanto bisogno di maestri nella fede, quanto di testimoni di Cristo risorto.
Maria, andando in visita da Elisabetta, compie il primo viaggio missionario per
portare la Buona Novella alla madre del Precursore e cantare il suo Magnificat.
L'esperienza di Cristo nella propria vita non può essere tenuta per sé, ma deve
essere comunicata agli altri con lo stesso entusiasmo con cui è stata vissuta
personalmente.
Chiediamo alla Vergine Maria di donarci la forza dell'annuncio per portare
Cristo a chi vive nelle tenebre e nell'ombra della morte.
Antonio Bongiorno
da Ave mistico fiore
Paoline Editoriale Libri, Milano 2011