II racconto del battesimo di Gesù nel vangelo di Matteo ha due caratteristiche proprie:
In primo luogo, l'evangelista riporta il dialogo fra Gesù che chiede il battesimo, e il Battista che vuole rifiutarsi. Se il battesimo di Giovanni esprimeva il bisogno della conversione e del perdono dei peccati senza poterlo soddisfare, il battesimo del Messia, "in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11), sarebbe stato capace di trasformare l'uomo in profondità, di creare quel cuore nuovo, "cuore di carne", di cui avevano parlato i profeti (cfr. Ez 36,24-28).
Gesù è venuto proprio per colmare la distanza fra l'uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell'uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo Gesù chiede a Giovanni di essere battezzato, perché "si compia ogni giustizia", si realizzi cioè il disegno del Padre che passa attraverso la via dell'obbedienza amorosa e della solidarietà con l'uomo fragile e peccatore, la via dell'umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli. Anche il testo della 1° lettura (il primo "canto del Servo di Dio") e quello degli Atti degli Apostoli (2° lettura) parlano di "giustizia": la giustizia del Servo di Dio che, con uno stile umanamente improbabile (mitezza, semplicità, rispetto, non-violenza, nascondimento), realizza il grande disegno della salvezza, e la giustizia del discepolo, del vero credente che, convertitosi al Signore e ai suoi progetti, è reso capace di "praticare la giustizia" alla maniera di Gesù nell'ascolto e nell’ obbedienza alla parola e allo stile di Dio che "non fa preferenza di persone" (At 10,34).
In secondo luogo, le parole che vengono dall'alto sono rivolte a tutti i presenti: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,17). Gesù, il Messia ricolmo di Spirito Santo, viene presentato a Israele e all'intera umanità: è il Figlio amatissimo, in cui il Padre trova tutta la sua compiacenza. Sembra di sentire nelle parole del Padre l'eco di Gn 1,31: "E Dio vide che era cosa molto buona". II Padre vede in Gesù l'uomo come lo ha pensato con sapienza e amore fin dall'eternità. Gesù, immagine del Dio invisibile (Col 1,15), è I"uomo nuovo che svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" (cfr GS22).
La festa del battesimo di Gesù chiude il tempo liturgico del Natale: tempo della "epifania" di Dio nell’ umanità del Figlio di Maria. Ormai l'uomo non solo può sognare di "vedere Dio", ma lo può finalmente contemplare sul volto di Gesù: il rapporto con Cristo diventa decisivo. L’uomo può specchiarsi in Gesù per conoscere (e conoscersi) fino in fondo, per fare la verità su di sé. Nel confronto con Cristo l'uomo si ritrova fragile e, insieme, dotato di grandi possibilità; peccatore e destinatario dell'amore misericordioso di Dio. Caduto e risollevato dalla bontà onnipotente del Padre; tentato di coltivare visioni di corto respiro e interessi di basso profilo e, nello stesso tempo, orientato verso grandi prospettive e verso una grandezza sognata e desiderata, ma umanamente irrealizzabile. Col battesimo di Gesù riscopriamo il nostro battesimo: rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, sappiamo di essere figli amati, oggetto della compiacenza di Dio, fratelli di tanti altri fratelli, investiti di una grande missione, per testimoniare e annunziare a tutti gli uomini l'amore sconfinato del Padre.

Francesco Lambiasi
da Il Pane della domenica
Editrice AVE, Roma 2008