John Henry Newman, uno dei più grandi pensatori cristiani degli ultimi secoli, convertito al cattolicesimo, sarà presto annoverato tra i beati della Chiesa Cattolica. Il prossimo 19 settembre, nel corso del suo viaggio apostolico in Inghilterra, sarà proprio Benedetto XVI a proclamarlo beato durante una cerimonia da lui presieduta nell’arcidiocesi di Birmingham. Definito il Padre "assente" del concilio Vaticano II durante e dopo le assise conciliari, il card. Newman era una guida sicura – disse di lui Paolo VI – per tutti coloro che «sono alla ricerca di un preciso orientamento e di una direzione attraverso le incertezze del mondo moderno» e anticipò riflessioni teologiche e orientamenti di pensiero che risuonarono abbondantemente nell’ultimo concilio ecumenico, tanto da far dire a molti che egli è il moderno “Dottore della Chiesa”.
La sua teologia, che quando era in vita appariva “liberale”, in realtà fu sempre profondamente sensibile alla tradizione e rispettosa dell'autorità magisteriale della Chiesa. Con la mitezza, quasi con la fragilità della sua persona, il volto magro e solcato di rughe profonde in cui splendevano due occhi intrisi di ideale che avevano scrutato per anni in quella difficile Inghilterra dell’epoca vittoriana, John Henry Newman fu un apostolo e un profeta.

Una lunga vita piena di eventi

John Henry Newman, primo di 6 fratelli, nasce a Londra il 21 febbraio 1801. Il padre, John, era un banchiere mentre la madre, Jemina Foundrinier, discendeva da ugonotti emigrati dalla Francia dopo la revoca dell'editto di Nantes (1685).
Nel 1808 Newman entra nella scuola di Ealing, alla periferia di Londra, dove riceve un'educazione elevata e manifesta le sue notevoli capacità di apprendimento e di conoscenza. Il 1816 segna l'ultimo anno di permanenza a Ealing e contemporaneamente il fallimento della banca del padre. In questo periodo, sotto l'influsso di Walter Maser, pastore calvinista, matura una fede orientata dai principi protestanti. Nel 1817 entra nel Trinity College di Oxford dove ottiene il titolo accademico in Lettere. Nel 1822 è eletto membro dell'Oriel College, ambiente nel quale sviluppa un'amicizia col teologo anglicano Edward Bouverie Pusey. Il 13 giugno 1824 viene ordinato diacono nella Chiesa Anglicana e diventa coadiutore della parrocchia di St. Clement ad Oxford; il 29 maggio1825 viene ordinato sacerdote anglicano. Dal 1826 al 1832, in qualità di tutor nell'Oriel College, si occupa della formazione culturale di molti studenti universitari ed è in stretto contatto con Pusey, col poeta e teologo John Keble e con il suo allievo Hurrel Froude, tutti intellettuali dell'università che si opponevano all'ortodossia religiosa tradizionale.
Il 14 marzo 1828 Newman diventa parroco nella Chiesa universitaria di St Mary, dove comincia a svolgere un‘intensa attività pastorale. Nel 1832 accompagna Froude in un lungo viaggio nell'Europa meridionale, visitando Roma, Malta, Corfù e la Sicilia. In questo viaggio incontra per la prima volta, nel Collegio inglese di Roma, Nicholas Wiseman, che diventerà Arcivescovo cattolico di Westminster. Scrive il poema che sarà poi pubblicato nel 1834 con il titolo di "Lyra Apostolica" e anche il poemetto Lead, Kindly Light (Guidami luce gentile) in cui esprime i sentimenti provati durante una malattia in Sicilia, e dove esprime la sua fiducia nella Provvidenza che lo avrebbe guidato nella realizzazione della sua particolare missione. Nel 1879, all'età di ottant'anni, Leone XIII lo creò cardinale diacono titolare di San Giorgio al Velabro senza consacrarlo vescovo.

Nascita del movimento di Oxford

Per combattere l’influsso crescente del liberalismo a Oxford e in tutta l’Inghilterra, nel 1833 Newman iniziò, insieme con alcuni amici, il cosiddetto Movimento di Oxford. I suoi promotori denunciarono il distacco della nazione inglese dalla pratica della fede e lottarono per un ritorno al cristianesimo primitivo, attraverso una solida riforma dogmatica, spirituale e liturgica. Newman riassume il principio fondamentale del Movimento con queste parole: «Ciò che combattevo era il liberalismo, e per liberalismo intendo il principio antidogmatico con tutte le sue conseguenze… Dall’età di quindici anni il dogma è stato il principio fondamentale della mia religione: non conosco altra religione; non riesco a capire nessun’altra specie di religione; una religione ridotta a un semplice sentimento per me è un sogno e un inganno. Come non ci può essere amore filiale senza l’esistenza di un padre, così non ci può essere devozione senza la realtà di un Essere Supremo».
Erano anni in cui si stava diffondendo un malcontento all’interno della chiesa anglicana. Nel 1833 il Parlamento aveva soppresso molti vescovadi in Irlanda, cosa che sollevò la questione del controllo del Parlamento.
A Oxford un buon numero di personalità pervenne alla conclusione che si poteva prevenire il pericolo di una subordinazione della Chiesa al potere statale, purché la Chiesa stessa si riformasse. Capi di questo movimento di idee sono proprio gli anglicani Kelbe, Pusey, Ward, Faber, a cui si aggiunge, come guida spirituale, lo stesso Newman. Questi, già a partire dal 1826, viveva una sua personale maturazione interiore, a contatto con gli amici di Oxford, intensificata dalla lettura dei Padri della Chiesa e dallo studio della crisi ariana. Quando scoppia la crisi del 1833, Newman già esercitava un grande influsso nei circoli religiosi di Oxford. La protesta raggiunge il culmine il 14 luglio 1833 con il discorso di John Kelbe sull’apostasia nazionale, sul pericolo cioè, dell’indifferenza e dell’abbandono della religione, nella Chiesa inglese, con un invito a lottare contro le usurpazioni dello stato.
Dal 1833 al 1841 Newman, Froude, Keble, Pusey e William Palmer pubblicano 90 “trattati”. Newman ne scrive 26. Nel febbraio 1841, nel novantesimo Trattato, Newman arriva a dire che i 39 articoli della fede anglicana non erano compatibili con l’essenza del cristianesimo. Ciò gli causa la condanna da parte del Consiglio dell'Università di Oxford e viene sconfessato da 42 vescovi anglicani. Newman rinuncia alla parrocchia universitaria di St. Mary e il 9 aprile 1842 si ritira con alcuni amici a Littlemore e si dedica per tre anni alla stesura del celebre Saggio dello sviluppo della Dottrina cristiana.

La conversione al cattolicesimo

Il 9 ottobre 1845 John Henry Newman abbracciò la fede cattolica e nel suo oratorio a Littlemore fu accolto dal beato Domenico Barberi, un passionista italiano, “nell’unico ovile di Cristo” Scrisse in merito: «Dal giorno in cui divenni cattolico…, non ho avuto alcuna inquietudine nello spirito. Mi sono trovato nella più perfetta pace e tranquillità; non ho mai avuto alcun dubbio… fu come entrare in porto dopo essere stati nel mare in burrasca; e la mia felicità, a questo riguardo, dura ininterrotta fino ad oggi».
Negli anni successivi verrà imitato da quasi un migliaio di ministri di culto, teologi e membri della chiesa anglicana e nel 1879 sarà anche nominato cardinale da papa Leone XIII.
Quando nel 1846 Newman si reca a Roma assieme ad alcuni compagni, convertitisi al cattolicesimo, è ancora incerto se entrare in un ordine religioso oppure diventare un sacerdote diocesano. Tuttavia comincia a frequentare la Chiesa Nuova (fondata da San Filippo Neri nel 1575 e sede del primo Oratorio del mondo) e i sacerdoti della comunità. Quando prende la decisione ufficiale di diventare Oratoriano chiede in via formale al papa di poter fondare un Oratorio a Birmingham e di poter adeguare le Costituzioni dell’Oratorio romane alle necessità presenti in Inghilterra. Nel 1847 Newman assieme a sei compagni inizia il noviziato presso l’abbazia di Santa Croce. In quattro mesi vengono studiate le Costituzioni, la spiritualità e le tradizioni dell’Oratorio.
È ordinato sacerdote il 2 febbraio 1848, e incoraggiato da Pio IX, fonda il primo Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra.

Fedele alla Chiesa sino alla fine

Purtroppo gli anni dopo la sua conversione al cattolicesimo sono per Newman pieni di molte contrarietà, insuccessi e incomprensioni. Molte delle iniziative intraprese (l'Università cattolica di Dublino, la traduzione in inglese della Bibbia, la direzione della rivista "The Rambler", la fondazione di un Oratorio a Oxford per gli universitari cattolici) hanno esiti fallimentari, perché contrastati da chi voleva far credere che Newman fosse un uomo dannoso per il Cattolicesimo inglese. Si era fra l'altro in un periodo molto delicato perché da Roma Pio IX autorizzò la restaurazione della gerarchia cattolica in Inghilterra provocando un'ampia reazione antipapista in tutto il paese. Per parte sua, Newman cerca di contrastare questa ondata negativa con una serie di lettere ai giornali britannici. Anche se profondamente segnato dall'accanimento contro di lui, Newman rimane fedele alla Chiesa e continua il suo lavoro in difesa della verità con numerosi scritti. La passione per la verità lo spingerà a un costante impegno per la formazione integrale dell’uomo e per l’attenzione alla persona. Per questo, quando sarà nominato cardinale, sceglierà come motto, le parole Cor ad cor loquitur. A suo parere,“la verità viene trasmessa soprattutto cor ad cor: in modo personale, tramite l’esempio, la fedeltà e l’amore impegnato da parte di testimoni convinti e credibili”.
Negli ultimi anni di vita, Newman vide dissiparsi le ombre contro di lui. Nella sua umiltà e in tutta sincerità, si dichiarò servo inutile, ma i lunghi anni di studio e di produzione intellettuale gli consentirono di avere tra mano un materiale vastissimo e profondo, che pubblicò a Londra tra il 1870 ed il 1879, per il quale ha il diritto di occupare un posto rilevante nella cultura cristiana.
Dopo alcuni anni di crescente debolezza, celebrò la sua ultima messa in pubblico il giorno di Natale del 1889 e morì nella sua camera a Edgbaston l'11 agosto 1890. Il 22 gennaio 1991 Newman fu dichiarato "Venerabile“ da Giovanni Paolo II, prima tappa del lungo processo canonico.

Profeta  e santo


Newman continua a parlare a noi uomini e donne del terzo millennio e ci interpella con la forza del suo pensiero e con la santità della sua vita. Il genio di Newman fu riscoperto dal concilio Vaticano II, di cui è stato un precursore profetico. Nei pronunciamenti del Magistero postconciliare la dottrina di Newman viene continuamente valorizzata. Nell’enciclica Fides et ratio, circa i rapporti tra fede e ragione, Giovanni Paolo II menziona John Henry Newman come il primo dei grandi pensatori del tempo moderno, che hanno affrontato coraggiosamente il rapporto tra filosofia e parola di Dio (cf. n. 74).
Accanto al suo pensiero forte, gli ultimi sommi pontefici presentano come esemplare anche la sua vita. Giovanni Paolo II ebbe a dire: «Newman, con visione quasi profetica, era convinto che egli stava lavorando e soffrendo per la difesa e la promozione della causa della religione e della Chiesa non solo nel periodo a lui contemporaneo ma anche per quello futuro. La sua influenza ispiratrice di grande maestro della fede e di guida spirituale viene percepita sempre più chiaramente proprio nei nostri giorni».
Il quotidiano londinese The Times pubblicò il giorno seguente la morte di Newman un lungo elogio funebre che terminava così: «Di una cosa possiamo essere certi, cioè che il ricordo di questa vita pura e nobile durerà e che il santo che è in lui sopravvivrà».
Vedendo la sua salma esposta nella chiesa dell'Oratorio di Birmingham un visitatore annotò: «Il cardinale, come i resti mortali di un santo, spiccava sul feretro, pallido, distante, logorato. Era come se un intero ciclo di esistenza e di pensiero umani si fossero concentrati in quell'augusto riposo. Una dolce luce aveva condotto e guidato Newman fino a questa singolare, brillante e incomparabile meta». Ma già qualche anno prima, il vescovo di Birmingham, Ullathorne, dopo averlo incontrato, commentava: «Mi sono sentito rimpicciolito davanti alla sua presenza. Dentro quest'uomo c'è un santo».
Scrisse di lui l’Osservatore Romano in un profilo del luglio 2009: «Se Newman è considerato il "padre del concilio Vaticano II", in caso di canonizzazione egli sarà certamente dichiarato Dottore della Chiesa. E in questo caso sarà visto come il Dottore della Chiesa postconciliare».