Monaco della comunità di Bose, Alberto Mello da oltre vent’anni vive ed
insegna a Gerusalemme. Nel suo lavoro biblico si è occupato soprattutto dei
Salmi (Leggere e pregare i Salmi, Qiqajon 2008) ponendo grande attenzione
all’antica esegesi ebraica.
La solitudine del credente, ultima fatica del noto studioso, raccoglie un
percorso spirituale che si presenta molto più di una semplice raccolta di
documentazione e riflessioni bibliche, poiché tocca una delle corde più
sensibili della vita personale di ciascun credente, specie della persona
consacrata.
Che il tema della solitudine sia ostico e non attraente non ne fa mistero
l’autore nella sua introduzione: «Dobbiamo imparare ad abitare la solitudine, ad
addomesticarla, a rendercela familiare…tutto ciò ha qualcosa di paradossale,
perché la prima indicazione biblica è che la solitudine è una cosa non buona (Gen
2,18)» (p. 5).
Le solitudini del credente
Il volume si presenta come un percorso di lettura in dialogo con alcune fra le
pagine più note e commentate sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. Si tratta
di alcuni episodi raccolti nella Torah e nella tradizione profetica, cari anche
alla tradizione ebraica, con la quale si innesta un fecondo dialogo esegetico e
spirituale.
«Qual è l’esperienza di Dio fatta da Adamo?». La domanda che apre il primo
capitolo - la solitudine di Adamo - consiste nello scavare fra i meandri della
trasgressione, della libertà abusata, della coscienza, in tutto quel non detto
che fa nascondere Adamo dal suo Dio. Eppure c’è una via per uscire dalla
solitudine: «uscire dal proprio nascondiglio, dal proprio guscio» (p. 20).
Anche Abramo “l’uomo del mattino” ha percorso la sua solitudine soprattutto in
due momenti: l’abbandono della terra natia e la richiesta del sacrificio
(legatura) del figlio Isacco. La solitudine di Abramo risiede nel mettersi
costantemente in cammino, vivendo in una sorta di permenente “spaesamento”. La
sua solitudine dimora nell’oscillazione tra dubbio e fede, in quel “cominciare e
ricominciare” a scegliere Dio e le sue richieste attraverso le varie tappe della
vita umana.
Isacco, Giuseppe, Mosè, Elia, Isaia, Geremia, sono volti e storie con i quali
possiamo sintonizzare le nostre silenziose solitudini, le domande sopite, gli
aneliti verso intensi percorsi di vita spirituale. Il lettore è invitato ad
entrare nel mistero di quella solitudine che, se da una parte lacera l’umanità
del credente, dall’altra mette a nudo l’essenziale rapporto con il totalmente
altro che le vicende della vita personale, familiare e politica sollecitano a
scegliere, nella certezza di possedere quella comunione e libertà che rende
autenticamente credente il cammino dell’uomo.
La solitudine di Gesù
Si può parlare della solitudine di Gesù? L’autore non ha dubbi. Nella solitudine
di Gesù si rispecchia e prende senso ogni nostra solitudine.
La prima menzione della solitudine di Gesù è registrata nei vangeli nel noto
episodio di Gesù dodicenne al tempio. Qui la solitudine si presenta come il
distacco dai genitori, divenendo così una persona più adulta. Analogmente, «per
molti di noi – osserva Mello – la prima solitudine coincide con la perdita di
uno o di entrambi i genitori: abbandono che si risolve soltanto in una più
grande accoglienza presso il Padre» (p. 102).
Una seconda forma di solitudine di Gesù è la sua scelta celibataria. Gesù ha
rinunciato al matrimonio, toccando il vuoto affettivo per riempirsi del Padre
come suo Figlio prediletto.
Gesù è stato solo nella nella preghiera. I vangeli annotano la costante ricerca
di solitudine di Gesù per la preghiera personale. Gesù è solo dopo la
trasfigurazione, e soprattutto muore in totale solitudine abbandonando se stesso
nelle mani Padre.
Il quarto Vangelo è la chiave di lettura della solitudine di Gesù: «se il chicco
di grando, una volta che è caduto per terra, non muore, rimane solo: se, invece,
muore, porta molto frutto» (Gv 12,24). Una solitudine che si apre alla
fecondità. La caduta nella terra, cioè l’accettazione del morire come dono ed
offerta di sé è il passaggio fondamentale di quel «Varcare la soglia della
solitudine» che ci trasforma in comunione. Gesù l’ha percorso. Grazie a lui,
tale cammino è ora possibile per tutti.
Alberto Mello
La solitudine del credente
EDB 2010, pp. 127, € 11,50