Nell’anno sacerdotale avviato alla conclusione, il mese di maggio dedicato nella
pietà popolare a Maria non è solo l’occasione per pregare per i sacerdoti e i
consacrati, in un periodo di linciaggio mediatico per il peccato di pedofilia da
parte di alcuni, ma è anche il tempo di fermarsi nel cenacolo, alla scuola di
Maria, per invocare misericordia, sapienza e coraggio. Dall’esemplarità e
dall’intercessione di Maria si può ripartire per chiedere nuove vocazioni e per
implorare un maggior anelito alla santità per chi ha già abbracciato questo
stato di vita, come per tutti i battezzati, i quali sono l’alveo naturale di
germinazione e di custodia del ministero sacerdotale, della vita religiosa e
missionaria.
Predilezione di Maria per i consacrati
Per Benedetto XVI Maria predilige i consacrati per due ragioni: perché sono più
simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come lei, sono
impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e donare Cristo al mondo.
Per la propria identificazione e conformazione sacramentale a Gesù, Figlio di
Dio e Figlio di Maria, ogni consacrato può e deve sentirsi veramente figlio
prediletto di questa altissima ed umilissima Madre.
Per mons. Italo Castellani, presidente del Centro nazionale delle vocazioni, la
Vergine è l’archetipo di coloro che rispondono con generosità, fedeltà e gioia
alla chiamata del Signore. Maria è il riferimento permanente e più autorevole
per chi si lascia coinvolgere pienamente dal Signore: pensieri, corpo, progetti
di vita, limiti…
Proprio da Maria ogni consacrato può apprendere l’ascesi della grazia, la
continua memoria di Gesù e la conformazione a lui, un amore capace del dono
totale di sé, l’ordine e la compostezza dell’io contro ogni dissipazione e
ripiegamento nonché il silenzio sobrio e costruttivo. E ancora da Maria il
consacrato può imparare lo splendore del vero, la forza della fede come culmine
della libertà che diventa amore, la corrispondenza tra sequela e riuscita della
propria umanità, la fecondità dell’aderenza alla realtà, la premura e
l’entusiasmo per il vangelo. Del resto, la Vergine Maria è la sintesi
esistenziale di tutto il cammino di Cristo verso l’uomo e dell’uomo verso
Cristo.
Per il mariologo Stefano De Fiores, Maria viene anzitutto riconosciuta come
colei che ascolta la Parola e dice un sì totale al Signore: «In Maria ogni
chiamato al sacerdozio trova l’epifania del «sì» plenario e generoso alla venuta
di Cristo nel mondo: l’incarnazione del Figlio di Gesù si estende a tutta la
storia. L’evangelista Luca presenta Maria mentre riflette sull’annuncio
dell’angelo (1,29), conserva nel cuore quanto avviene circa Gesù (2,19.51),
medita mettendo a confronto il prima e il poi in vista del futuro (2,51). Chi
«più del sacerdote ha bisogno di questa introduzione ai misteri, dato che tocca
a lui «dispensare i misteri di Gesù» (1Cor 4,1)?».
Raniero Cantalamessa applica al sacerdote l’affermazione del profeta Abacuc: «Il
mio giusto – dice Dio – vivrà di fede» (Ab 2,4; Rm 1,17). «Il mio sacerdote –
dice Dio – vivrà di fede». Egli è l’uomo della fede. Il peso specifico di un
sacerdote è dato dalla sua fede. Egli inciderà nelle anime nella misura della
sua fede. Il compito del sacerdote o del pastore in mezzo al popolo non è solo
quello di distributore di sacramenti e di servizi, ma anche quello di
suscitatore e testimone della fede. Egli sarà veramente uno che guida, che
trascina, nella misura in cui crederà e avrà ceduto la sua libertà a Dio, come
Maria.
Il grande essenziale segno, ciò che i fedeli colgono immediatamente in un
sacerdote e in un pastore, è se “ci crede”: se crede in ciò che dice e in ciò
che celebra… La fede è contagiosa. Come non si contrae contagio, sentendo solo
parlare di un virus o studiandolo, ma venendone a contatto, così è con la fede.
La forza di un servitore di Dio è proporzionata alla forza della sua fede. Il
mondo è solcato, come il mare, dalla scia di un bel vascello, che è la scia di
fede aperta da Maria. Entriamo in questa scia. Il credere è la condizione perchè
quanto si è avverato in Maria si realizzi anche nei consacrati, che la possono
invocare con il dolce titolo di Virgo fidelis.
Tre voti per un amore maturo
Sono tre i chiodi, mediante i quali gli ordinati partecipano dell’amore di
Cristo per la rigenerazione dell’umanità.
L’obbedienza della fede e l’accettazione incondizionata della volontà salvifica
di Gesù, nella libertà della sua dedizione totale e a tempo pieno, in fraterna
collaborazione con tutto il presbiterio e in filiale dipendenza del Vescovo.
Maria è lo specchio e il modello di tale obbedienza e disponibilità, che l’ha
portata, lungo una vita semplice, anonima, povera dei beni di questo mondo, sino
alla co-immolazione con il Figlio sul Calvario.
Povertà. Per Max Thurian i sacerdoti trovano in Maria un nitido esempio di
povertà, come estrema semplicità di vita nel quotidiano. Povertà di progetti e
di appoggi, di risorse e di autonomia. In Maria povertà e verginità camminano
insieme e si traducono in un segno di umiltà, di attesa di Gesù, di confidenza
in lui che, solo, può colmare coloro che sceglie. Nel suo cantico, il
Magnificat, Maria confessa la propria povertà dinanzi alla pienezza di Gesù. Uno
stile di vita ispirato alla povertà prepara alla contemplazione, la quale può
colmare colui che nulla aspetta dall’uomo e tutto da Gesù.
Castità: per Arturo Paoli uno dei tratti della rassomiglianza della Chiesa a
Maria è la castità, che diviene fondamento di maternità e di paternità. La
castità non forma un infecondo, un inutile, un solitario; la castità nella
Chiesa è scelta per arrivare alla fecondità, ad una paternità e maternità
spirituale non teorica, ma reale.
Il celibato conferisce una grande libertà per una totale dedizione a servizio di
Gesù e dei fratelli nell’amore. La sua vera grandezza non sta nel generoso
sforzo ascetico, ma nella consacrazione radicale di tutto l’essere a Gesù
sommamente amato e a Cristo unico sposo della Chiesa. Qui sta il mistero di
Cristo vergine, qui sta il mistero della verginità di Maria. Lei insegna che la
fecondità nasce dal dono gratuito di Gesù in un cuore radicalmente povero e
disponibile. La Vergine è maestra di dominio di sé, di speranza in Gesù solo, di
apertura a tutti i fratelli. Da lei il sacerdote impara ad essere il
«professionista dell’amore a tempo pieno» e in un’ottica universale.
La Madonna è vergine-madre, contrasto sconcertante: ama come madre dando tutta
se stessa nell’amore del Figlio, anche fino all’eroismo. Ma la Madonna ama anche
come Vergine, senza chiusure egoistiche perché il suo orizzonte è l’umanità.
Modello di preghiera
Il sacerdote deve considerare Maria modello perfetto di preghiera e studiarsi
d’imitarla. Nel sacerdote, più ancora che negli altri fedeli, si dovrebbe
attuare il voto di Sant’Ambrogio: «Deve essere in ciascuno dei cristiani l’anima
di Maria per magnificare il Signore; deve essere in ciascuno il suo spirito per
esultare in Gesù».
Il sacerdote chiederà a Maria anche uno stimolo alla sua vita di preghiera. Il
fatto, citato negli Atti degli Apostoli (1,13), che la Madre di Gesù era
presente nella prima assemblea cristiana, con gli apostoli, e perseverava con
loro nella preghiera, porta una luce su tutto il futuro.
La preghiera è una dilatazione, nel tempo, della coscienza che la Chiesa ha di
sé di fronte a Cristo, nello svolgersi del tempo. La preghiera è il sì di Maria
reso permanente. Per mons. Luigi Negri il riferimento più vero è legato
all’immagine di Maria, alla sua fede intesa come preghiera, come appartenenza
orante a lui quando si è trattato di dire sì, quando in forza di tale adesione è
andata in fretta alla casa di Zaccaria, quando ha pregato per il miracolo di
Cana o è stata sotto la croce nella desolazione dell’abbandono di suo Figlio da
parte di tutti.
Maria è rimasta legata al suo Figlio nella indicibilità del sì che rinnova
davanti alla sconfitta, come l’aveva rinnovato davanti alla promessa di essere
la Madre del Messia. Che salva non è la quantità della cose che si fanno: è la
totalità dell’appartenenza, attraverso la quale l’avvenimento di Cristo prende
possesso degli ordinati.
Dalla maternità del cuore della Vergine Maria nasce la capacità di generare il
Verbo di Dio nella carne. Il sacerdote genera il Verbo di Dio nel mondo come
Chiesa, allo stesso modo che Maria di Nazaret ha generato il Verbo di Dio nella
carne. I sacerdoti sono associati a Maria nell’ordinazione, perché Maria è
l’immagine di quella fecondità da cui l’uomo ha potuto generare il mistero di
Dio. Lei, nella sua unica, ineguagliabile vocazione di essere Madre del Figlio
di Dio è associata ai sacerdoti, perché essi sono in un certo senso i
prosecutori della sua maternità. Infatti essi generano la novità di Cristo nel
cuore dell’uomo e aiutano a camminare verso la comunione con Cristo. La vita
personale dei sacerdoti è chiamata ad essere ambito della confidenza con la
Trinità continuamente sostenuta e condotta dalla confidenza con la Vergine
Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa.
Oggi è necessario che il sacerdote recuperi la dimensione dell’ascolto. Egli
deve essere un mistico, cioè un uomo che lascia agire lo Spirito nella sua vita.
I pastori della Chiesa e quanti sono chiamati a diventare tali imparano dalla
«Vergine in ascolto» a essere docili allo Spirito, a lasciarsi condurre da lui
in ogni scelta, a perseverare nella preghiera insieme alla comunità. Il
sacerdote può e deve apprendere da Maria gli atteggiamenti con cui celebrare i
divini misteri. Chi più di lei può insegnare al ministro dell’Eucaristia come
unirsi a Cristo nella fede viva e nell’offerta personale, per il servizio alla
Chiesa?
Attività apostolica
Tra le prime virtù mariane da imitare va posta la disponibilità nell’amore, il
dinamismo del servizio e la perseveranza attraverso cui il sacerdote esercita la
«carità pastorale», caratteristica della perfezione e santità propria del suo
ministero. Questo richiede una ricerca appassionata e un’adesione fedele alla
volontà di Gesù, con una purificazione che scende fino alle radici dell’egoismo,
dell’orgoglio, dell’autosufficienza e di ogni pur mascherato culto della
personalità, per una somiglianza sempre maggiore all'unico Sommo Sacerdote, nato
dalla Vergine Maria.
Tipico è il metodo di apostolato proposto da Maria: gridare il Vangelo con la
vita, irradiare Cristo possedendolo, portandolo e credendo fortemente in lui,
che si fa tutt’uno con l’apostolo, per sempre. Anche l’annuncio della Parola è
efficace solo se parte dalla comunione profonda col Cristo, che vive
nell’ordinato e opera per mezzo suo. La redenzione si diffonde in cerchi
concentrici, come quando si getta una pietra nell’acqua e si vedono partire dal
punto d’incidenza una serie di circoli che vanno allargandosi a poco a poco; il
punto di incidenza è Maria.
Con Maria si impara ad inabitare in Cristo e nella sua Chiesa, offrendo ciò che
si è ora per godere di ciò che Dio ha preparato per noi fin dall’eternità. Maria
è il primo abbozzo della Chiesa: nel suo raggiungere in fretta una città di
Giuda c’è tutta la passione della Chiesa che vuole raggiungere il mondo, termine
ultimo dei progetti di Dio (Gv 3,16). Il sacerdote, annota mons. Tonino Bello, è
chiamato a voler bene alla gente, alla storia che vive, alla geografia cui
appartiene, senza alibi né facili anatèmi, in atteggiamento missionario
sull’esempio di Cristo salvatore, pur nei segni del peccato.
Sotto l’ombra protettiva di Maria si sperimentai la Buona Notizia del mistero
del Verbo fatto carne, generato nel cuore degli uomini. Solo la vicinanza di
Maria permette di conoscere Dio intimamente. Chi rifiuta di meditare sul frutto
del grembo della Vergine non può conoscere ciò che è nel seno del Padre. Per
Giacomo Alberione Maria è regina degli apostoli perchè ha e compie quello che
hanno compiuto, compiono e compiranno tutti gli apostoli assieme. Lei ha e
compie l’ufficio di formare, guidare, sostenere e dare frutto e mercede a tutti
gli apostolati. Nel primo istante dell’Incarnazione, dal seno di Maria, per Gesù
Cristo con Maria e per Maria, incominciò quella glorificazione e lode di Dio che
forma il primo e perfetto apostolato.
Per Madre Teresa di Calcutta Maria è un aiuto formidabile per amare con
tenerezza e dare Gesù agli altri: è la testimonianza di tutti i Santi!