È VENUTO A INSEGNARCI
COME VIVERE …
A Natale Gesù appare tra noi per mostrarci quale è
l’essere pienamente umano, quell’uomo ideale che ogni mamma sogna quando in lei
sboccia la vita e che ciascuno porta nascosto nel cuore, come la forza che lo
proietta verso la piena realizzazione di sé
Tutti, grandi e piccoli,
attendiamo con i nostri desideri il Natale e il tempo d’Avvento ci è offerto
proprio per identificarli. Ma Dio ha per noi un dono che ad ogni Natale si
rinnova nel mistero della liturgia cristiana. È il dono del Figlio di Dio che
si fa uomo per noi. Il bambino che Maria mette al mondo nella grotta di
Betlemme non è solo il Figlio unigenito del Padre, ma è anche l’uomo nuovo,
quello che Dio da sempre ha pensato e in vista del quale ha creato l’universo.
A Natale egli appare tra di noi per mostrarci quale è l’essere pienamente
umano, quell’uomo ideale che ogni mamma sogna quando in lei sboccia la vita e
che ciascuno porta nascosto nel cuore, come la forza che lo proietta verso la
piena realizzazione di sé: «Il Figlio di Dio si è fatto uomo perché noi
possiamo diventare figli di Dio».
Nel Bambino di Betlemme e
nella sua vicenda umana emerge, passo dopo passo, quella persona ricca di
umanità e di amore gratuito che tutti vorremmo essere, una persona aperta a
tutti, che di tutti si prende cura, soprattutto dei deboli, dei poveri, degli
umili, di coloro che non contano agli occhi del mondo; una persona che non ha
nulla da spartire con il male, che s’indigna per il male che incontra, ma che
vuol salvare coloro che lo commettono, che condanna il peccato, ma salva il
peccatore, che tollera pazientemente le cose che non vanno come dovrebbero per
dare tempo a tutti di ritrovare se stessi. L’uomo nuovo apparso in Gesù è uno
che dialoga con tutti e non esclude nessuno, che lega amicizia con gli altri,
ma che cerca di allargare la cerchia dei propri amici per costruire una
comunità di fratelli e di sorelle; una persona che ama con amore sconfinato,
fino a sacrificarsi per gli altri, per togliere le croci dalle loro spalle, che
porta la propria senza farla pesare sugli altri fino a cadere sotto il suo
peso, ma che non perde mai la speranza di rialzarsi e di continuare; che riesce
a sopportare il silenzio di un Dio che sembra assente nel momento della grande
prova, eppure continua a invocarlo con la fiducia del figlio.
Quest’uomo nuovo è Gesù,
il dono del Natale, un dono prezioso per noi oggi in un tempo in cui rischiamo
di imbarbarirci nello scontro con gli altri e nel rifiuto di parlare con chi
non la pensa come noi, e di smarrire i valori autenticamente umani nella corsa
al profitto e al successo. Oggi, troppo spesso e per troppa gente l’uomo ideale
è quello che chiamiamo la persona “vincente”, colui o colei che supera, senza
badare a spese e senza farsi troppi scrupoli, ogni ostacolo che incontra sul
suo cammino, colui o colei che può vantarsi di essersi fatto da solo (ma sarà
poi vero?), che riesce in ogni impresa e non conosce sconfitta di alcun genere.
Questo è – lo sappiamo – un mito tanto diffuso quanto falso e, in più, una
pericolosa illusione. La sapienza divina ci ricorda che l’uomo è fragile e
debole, come un soffio o come l’erba del campo, che solo appoggiandosi alla
parola di Dio trova la sua consistenza. Anche il Figlio fatto uomo, dono di Dio
per ogni Natale, è “carne” come noi, fragile come noi, con le nostre stesse
debolezze, escluso il peccato, che conosce, come noi, la fatica di essere uomo,
ma è capace di amare “fino alla fine”. Proprio così ci mostrerà il volto del
Padre suo che ama tutti senza condizione e su tutti fa cadere la pioggia e
brillare il sole. Per rivelarcelo, Gesù ha accettato di morire sulla croce per
amore, un amore così grande che lo ha fatto risorgere alla Vita piena ed eterna
di Dio, che egli condivide con coloro che credono in Lui. Questa vita dei figli
di Dio è garanzia e speranza (non consolazione a buon mercato!) per i poveri e
gli oppressi, i miti e i misericordiosi, per quelli che piangono e che cercano
la giustizia e la pace.
A Natale ci appare la
Grazia di Dio, che porta la salvezza per tutti gli uomini e che “ci insegna a
vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” (Tito 2,11). Questo è
ciò di cui abbiamo bisogno per non cedere alla tentazione del potere e dell’avere
e alle distrazioni del consumismo natalizio, per accogliere invece il dono di
Dio. Buon Natale!
Gabriele Ferrari s.x.