LE FIGLIE DI SAN PAOLO
UN CAPITOLO PER “ANDARE
OLTRE”
Preparato a partire dal febbraio 2006, il Capitolo ha
preso in considerazione tre ambiti particolari riguardanti la qualità delle
relazioni, la missione alla luce del carisma e il rapporto autorità-obbedienza.
Riconfermata la superiora generale, sr. Antonieta Bruscato, brasiliana.
Scelte e amate in Cristo
Gesù, comunichiamo la Parola a tutti: è il tema che le Figlie di San Paolo
hanno scelto per il loro IX Capitolo generale, celebrato ad Ariccia dal 20
agosto al 20 settembre, le cui conclusioni faranno da preludio alla
celebrazione dell’anno paolino indetto dal papa e che andrà dal 29 giugno 2008
fino alla stessa data del 2009, e tracceranno le linee programmatiche per tutto
il prossimo sessennio. Introdotto da un intenso corso di esercizi spirituali
predicati da p. Rupnik, il capitolo ha voluto essere occasione di
approfondimento e di studio e insieme anche momento elettivo.
Nella sua lettera di
coinvolgimento, e per la presentazione dell’iter di preparazione, la Superiora
generale, auspicava che fosse appunto un «Capitolo di approfondimento, di
studio, di vita»e tale da spronare «a un “di più” sotto l’aspetto della
“qualità”, a un “andare oltre” per assumere la capacità di scegliere le mete
più alte e sfidanti della vita consacrata paolina, per viverla oggi in pienezza
ed esserne testimoni credibili». E aggiungeva: «Il tema del Capitolo Scelte e
amate in Cristo Gesù, comunichiamo la Parola a tutti, impegnativo e forte,
potrà contribuite a dare slancio alla nostra passione per Dio e per l’umanità.
Un tema che provoca e chiede risposte coerenti, sapienti e aperte al futuro».
Per camminare nella linea
della continuità e della progressività, nella fase preparatoria era stato
chiesto a tutte le comunità la verifica delle “priorità” che il precedente
Capitolo (VIII, del 2001) aveva indicato alla congregazione. A tale scopo era
stato inviato un Documento di partecipazione che comprendeva delle domande-chiave
per aiutare la valutazione, e dei temi sui cui focalizzare l’attenzione per
rivitalizzare la vita consacrata paolina. Il documento indicava anche delle
fonti per l’approfondimento (testi biblici, carismatici, ecclesiali), per
riflettere e prepararsi a rispondere con consapevolezza.
Ogni comunità si è così
impegnata a riprendere le conclusioni del precedente Capitolo, a verificarsi,
studiare, condividere, pregare per dare un contributo veritiero e utile.
La risposta è stata corale,
al cento per cento; e in aggiunta, molte le proposte di singole sorelle. Le
risposte giunte entro il novembre 2006, coordinate e unificate da una
Commissione centrale, hanno offerto un ritratto della vita spirituale,
comunitaria e apostolica delle Paoline nel mondo; dei suoi limiti, freni e
paure e insieme della sua vitalità. Suggerimenti e richieste; dati, situazioni,
proposte che hanno rivelato quali fossero i tre ambiti più importanti che il
Capitolo doveva considerare e che sono confluiti nello Strumento di lavoro da
cui il Capitolo è partito e sul quale ha lavorato: la qualità delle relazioni,
la revisione dell’apostolato alla luce del carisma; il rapporto
autorità-obbedienza.
LA QUALITÀ
DELLE RELAZIONI
Durante la fase dei lavori
capitolari, è stata anzitutto presa in considerazione la qualità delle
relazioni, per fondarle maggiormente sui valori della vera fraternità e dello
spirito di famiglia, che consentono di affrontare insieme la ricerca, il
discernimento e le fatiche del lavoro apostolico. Ben oltre le relazioni
formali, sono solo le relazioni qualificate – dove lo spirito, il contenuto e
il tono esprimono l’amore fraterno e il sostegno reciproco – che danno anima
alle persone e aiutano a rilanciare la missione. La vita fraterna e le
relazioni ricevono qualità e profondità nel riferimento alla persona di san
Paolo. Egli indica “la via più eccellente” (1 Cor 13) per la convivenza umana:
la carità, che ha la sua fonte in Dio e nello Spirito e il suo modello in
Cristo, e che non avrà mai fine. Ma non senza l’arte della vita interiore, per
salvaguardare quell’equilibrio personale e comunitario indispensabile alla loro
intensa attività apostolica nella comunicazione.
Le capitolari hanno quindi
affrontato il secondo ambito di verifica: la revisione della missione alla luce
del carisma; un carisma che trova la sua dimensione essenziale nella
comunicazione. In forza di questo carisma, infatti, le Paoline sono oggi
sollecitate a integrare il messaggio salvifico nella “nuova cultura” che questi
strumenti creano e amplificano; ad usare i media e le varie forme di
comunicazione, a farle “convivere e convergere” per una maggiore efficacia
comunicativa. Attualmente tutti i processi culturali sono determinati da questo
fenomeno vastissimo. Le Paoline hanno preso atto della complessità della
cultura odierna e del continuo evolversi della comunicazione. Di fronte ai
colossi dei media gestiti da chi ha molto potere e denaro, pur sentendosi come
Davide davanti al gigante Golia, hanno rafforzato la responsabilità di operare
con fede, con energia spirituale e immaginazione nuova.
Se è importante considerare
la multimedialità, i new media e la comunicazione in rete è altrettanto
importante dialogare con gli intellettuali e i comunicatori per una pastorale
della cultura nel mondo della comunicazione.
È pertanto urgente, oltre
che necessario, ridisegnare la mappa delle presenze. In effetti, la
congregazione ha in stand by, ossia in attesa, numerose richieste di presenze
paoline in nuovi territori. Purtroppo il numero dei membri è insufficiente per
dare risposte affermative a tali richieste. Nello stesso tempo, la
congregazione non può rinunciare all’ideale missionario inculcato dal fondatore
don Alberione e ripreso dallo stesso tema del Capitolo: comunicare la Parola a
tutti. Considerando il momento storico e la realtà concreta della congregazione
circa i membri, le risorse e i mezzi, il Capitolo ha riflettuto su questo
argomento importante e delicato e ha optato per “ridisegnare” la mappa delle
presenze nello spazio geografico, sociale ed ecclesiale. Ha inoltre ricercato
quei criteri che possono guidare una espansione equilibrata dell’istituto,
garantire vitalità al carisma, consolidamento delle comunità e crescita
integrale dei membri in tutte le dimensioni della vita paolina. Ma insieme si
devono cercare le modalità per non indebolire il servizio apostolico: assumere
forme nuove di annuncio, avvalersi della collaborazione e del coinvolgimento
dei laici e creare sinergie con le forze vive delle Chiese locali. Si inserisce
qui il tema dei laici.
COLLABORAZIONE
CON I LAICI
I laici sono parte
integrante del lavoro per il Regno di Dio, con la ricchezza dei loro doni e
carismi. Inseriti nella missione dell’istituto, contribuiscono a svilupparla, a
dare una più completa risposta ai bisogni della situazione umana, spirituale,
sociale, culturale dei territori dove le Paoline operano; a rispondere
all’imperativo di ridare slancio alla comunicazione per il Vangelo, andando
“oltre”, per raggiungere il maggior numero di persone, soprattutto i più poveri
della Verità.
La congregazione, ha sempre
apprezzato e sviluppato la collaborazione con i laici, ed è cosciente che
occorre oggi rafforzarla e qualificarla, unendo sempre più gli intenti e le
energie, nella Chiesa-comunione; è suo impegno perciò aprire nuove vie alla
missione insieme ad essi e offrire loro la possibilità di trovare nel carisma
paolino una preziosa via di vita cristiana e di apostolato.
Si tratta di formarli e
integrarli nelle opere di apostolato con sapienza e professionalità. Nello stesso
tempo, occorre far crescere nelle Paoline “la cultura della collaborazione”, ma
ciò richiede un cambio di mentalità, un nuovo stile di vita comunitaria e un
rafforzamento dell’organizzazione delle opere.
Un importante “Progetto
della Congregazione”, denominato Collaboratori per il Vangelo, è in atto nelle
varie circoscrizioni. Mira a costruire una rete che integra Paoline e laici,
indispensabile per progettare il futuro della congregazione. Lo chiede il
“dovere” di annunciare il Vangelo in modo più inculturato, nei luoghi dove gli
uomini e le donne di oggi concretamente vivono, si incontrano, si interrogano;
lo impone il carisma di cui la congregazione è portatrice e che è chiamata a
irradiare.
Le Paoline hanno fiducia
che il loro carisma potrà ricevere una rinnovata vitalità anche grazie alla
collaborazione apostolica dei laici, all’indole secolare della loro vocazione e
alla loro professionalità.
IL RAPPORTO TRA AUTORITÀ
E OBBEDIENZA
Il terzo ambito considerato
ha colto la sfida della crisi attuale tra autorità e obbedienza nella vita
religiosa e ha messo in luce lo stile evangelico dell’autorità, che si ispira
alla Parola di Gesù e offre uguali opportunità a tutti i membri, secondo il
dono e la grazia di ognuno; ed esclude l’esercizio verticistico dell’autorità.
Formare le superiore delle comunità e le leader dei settori apostolici a
questo stile di autorità è sentito come un impegno importante della
congregazione; come anche il cammino di tutti i membri per una obbedienza
intelligente e in dialogo, sempre nella fede.
Il riferimento costante e
affettivo delle Paoline è l’apostolo Paolo, modello di quell’amore appassionato
a Cristo, che rende creativa ed efficace ogni attività apostolica. Il beato don
Alberione ha definito san Paolo “padre, maestro, esemplare, fondatore” della
Famiglia Paolina; e ha sempre invitato “ad accostare le labbra alla fonte
genuina non solo del pensiero, ma della vita del grande Apostolo”. Le Figlie di
san Paolo sono state ispirate nel lavoro capitolare, in maniera determinante,
dal pensiero, dalla memoria, dalla presenza di san Paolo, che ha offerto la
chiave per entrare in ciascuno degli ambiti considerati e per dare vigore alle
proposte finali.
Le 71 Figlie di San Paolo
partecipanti al Capitolo generale hanno poi confermato per il secondo mandato,
come Superiora generale della congregazione, Sr. M. Antonieta Bruscato.
Brasiliana, licenziata in filosofia e teologia, ha al suo attivo esperienze di
formazione e di organizzazione apostolica, sia in America Latina sia ai livelli
centrali della congregazione. Il Consiglio eletto è composto da sei sorelle
rappresentative della internazionalità della congregazione; provengono da
Giappone, Colombia, Italia, Kenya, Filippine.
Sr Letizia