JEAN THIERRY EBOGO
UN FIORE PROFUMATO DEL CAMERUN
Jean Thierry
desiderava tanto entrare nel carmelo teresiano per donare la sua vita a Dio. Il
Signore lo ha invece chiamato a sé, a soli 24 anni, mentre era ancora semplice
novizio. Era gia maturo per il cielo come ci rivela questa breve biografia
giunta a noi direttamente dal Camerun.
Ebogo nasce il 4 febbraio 1982 da genitori
profondamente cristiani. Il 27 maggio dello stesso anno riceve il battesimo a
Mankom (provincia di Bamenda, nord ovest del Camerun) con il nome di Jean
Thierry. Fin da piccolo si fa notare per la sua bravura e intelligenza già alla
scuola materna. Allievo esemplare anche alla scuola elementare, compie senza
interruzioni e con successo tutto il percorso scolastico. La famiglia di papà
Bikoula René, guardiano di prigione, e mamma Assengue Edoa Marie Thérèse,
maestra, è composta di otto figli di cui Jean Thierry è il secondo.
Jean Thierry riceve la sua prima comunione
a 12 anni nel 1994 a Guider (prov. di Garoua, estremo nord ). Alla ripresa
delle scuole del 1995 egli manifesta ai genitori il desidério di diventare
sacerdote. Rifiutando di continuare gli studi al liceo statale, entra nel
seminario minore di Guider. È là che
riceve, il 18 febbraio ‘96, la cresima. Ma poi, avendo optato per il ramo
scientifico, è consigliato dal rettore del seminario di rientrare in famiglia e
riunirsi ai genitori che nel frattempo hanno dovuto trasferirsi per lavoro a
Monatélé (Centro Camerun). Al liceo di Monatélé ottiene effettivamente il diploma di maturità scientifica nel giugno
2002.
Da diversi anni ormai Jean Thierry è membro
attivo del gruppo vocazionale nella parrocchia di Monatélé. Accompagnato
spiritualmente dai padri Oblati di Maria Immacolata (OMI), dopo la maturità è
invitato da questi a raggiungere la loro casa di Mokolo (estremo nord) per
un’esperienza di pre-noviziato. Il giovane vi resterà la durata di un intero
anno scolastico, ma non è ritenuto idoneo per il noviziato. Rientra in
famiglia, questa volta a Yaoundé.
Mentre si interroga sul suo avvenire, una
sua cugina, entrata nella famiglia religiosa delle Francescane missionarie del
Sacro Cuore (presenti a Nkoabang, Yaoundé), gli suggerisce di presentarsi ai
padri carmelitani scalzi che tengono la parrocchia dei Santi Gioacchino e Anna
a Nkoabang.
BUSSA ALLA PORTA
DEL CARMELO TERESIANO
È
alla porta di questa comunità in effetti che Jean Thierry bussa il 28
luglio 2003. Semplice, paziente, amabile e socievole, appare felice nel clima
di preghiera e di raccoglimento, di comunione fraterna e di lavoro del carmelo
teresiano. Ben presto si fa notare per la sua grande capacità di adattamento e
per il suo spirito di servizio. Affabile e con un senso spiccato dell’humour,
assume con responsabilità e disinvoltura i compiti che gli vengono affidati.
Aperto e sensibile al mistero, coltiva una preoccupazione costante di vivere e
di testimoniare la sua relazione col Signore, al quale desidera appartenere con
tutto il cuore. La grande stima che ha della castità traspare in tutte le sue
relazioni, è semplice come la colomba e prudente come il serpente, il suo
sguardo è luminoso e i suoi occhi diffondono luce e innocenza intorno a lui.
Abile nell’ informatica, partecipa
attivamente alla redazione della rivista spirituale A la source du Carmel. Nel
suo impegno apostolico presso i Jeunes du monde, i chierichetti e i
“Tarcisiani” egli è esemplare per delicatezza e abnegazione: è il “fratello
maggiore” che i giovani amano e rispettano. Mostra anche notevoli qualità
intellettuali, di cui fanno fede le risposte ai test d’ammissione all’istituto
di filosofia “St
I PRIMI SINTOMI
DELLA MALATTIA
A fine maggio 2004 la comunità lo ammette
al noviziato, che deve iniziare a settembre in Burkina Faso. Poco più tardi,
dopo una partita di pallone giocata con i giovani della parrocchia, egli però
accusa dei forti dolori al ginocchio destro. All’ospedale dove il p. maestro lo
accompagna, si scopre nel giro di pochi giorni un inizio di tumore all’osso
della tibia. Cominciano tempestivamente le cure, le applicazioni di
chemioterapia; ma il male progredisce e i dolori aumentano e il 18 novembre
2004 si decide l’amputazione della gamba destra fin sopra al ginocchio.
Jean Thierry si mostra coraggioso, è lui
che consola gli altri, genitori e confratelli addolorati per quello che gli sta
succedendo, e li invita ad associarsi al dono che egli fa della sua gamba al
Signore in favore delle vocazioni religiose e sacerdotali, particolarmente per
il suo caro Carmelo. La sua fede e il suo coraggio suscitano l’ammirazione dei
medici e del personale ospedaliero e di tutti quelli che gli rendono visita.
Guarito dalla ferita dell’amputazione e
abituatosi alla novità della protesi, che gli é applicata, riprende forza e
impara a spostarsi con agilità sostenendosi a due stampelle, contento di
recarsi in coro per la preghiera e di rendere qualche servizio alla comunità.
Si occupa pure con nuovo slancio dei suoi impegni pastorali. Nessun
ripiegamento su di sé, né alcuna amarezza a causa del suo handicap.
A metà agosto, un mal di schiena
persistente persuade la sua comunità e il padre provinciale di mandare Jean
Thierry in Italia per poter usufruire di cure più intense e specializzate e nel
contempo iniziare il noviziato. Ma all’arrivo in Italia, fatti gli esami e le
analisi del caso, subito i medici constatano che la malattia ha ormai invaso
l’intero organismo: le ulteriori applicazioni di chemioterapia e tutti i
tentativi fatti per salvarlo risultano infruttuosi. La sua cameretta d’ospedale
diventa un luogo di pellegrinaggio: gli amici intorno a lui si moltiplicano, e
molti si danno appuntamento per rendere visita a Jean Thierry. Mandato in
Italia allo scopo di ricevere cure e di poter cominciare la formazione in
noviziato, Jean Thierry diventa apostolo e missionario e la sua presenza in
terra straniera diventa una presenza missionaria. Per gli uni Jean Thierry è
“un ragazzo formidabile”, per altri è “un santo”. Tutti quelli che lo accostano
rimangono colpiti dalla sua fede semplice e serena.
L’aggravarsi della sua malattia non gli
impedisce di essere sempre accogliente, sorridente e estremamente attento agli
altri.
Si può dire che Jean Thierry ha cominciato
realmente il suo anno di noviziato il 18 novembre 2004 nella camera
dell’ospedale generale di Yaoundé dove gli è stata amputata la gamba e l’ha
concluso nella sua camera d’ospedale di Legnano il 18 novembre 2005, giorno
della sua ammissione alla professione solenne. Meno di tre settimane dopo, 1’8
dicembre, solennità dell’Immacolata, con immensa gioia e riconoscenza, egli
emette nelle mani del padre provinciale la sua professione solenne nell’ordine
dei Frati Carmelitani Scalzi. Rivestito dell’abito del Carmelo e avvolto nel
grande mantello bianco, firma l’atto della professione col nome di fr. Jean Thierry
Ebogo de l’Enfant Jésus et de la Passion: in effetti la sua corta esistenza è
fortemente contrassegnata dai misteri dell’infanzia e della passione di nostro
Signore.
Egli offre di nuovo le sue sofferenze e la
sua vita per i suoi fratelli e le sue sorelle della provincia religiosa, per le
vocazioni religiose e sacerdotali d’Africa e per la santificazione dei
sacerdoti.
L’8 dicembre riceve anche l’unzione degli
infermi. Il 4 gennaio 2006 durante l’Eucaristia celebrata nella sua camera
d’ospedale, comunica al Corpo e al Sangue di Cristo come Viatico. L’indomani, 5
gennaio, alle 0,15, il Signore e la Madonna vengono a prenderlo perché celebri
l’Epifania in cielo. Fra Jean Thierry dopo aver contemplato unito ai suoi
fratelli in terra il mistero della nascita di Gesù, può contemplare ormai senza
velo alcuno il volto del Signore.
Le esequie di fr. Jean Thierry sono state
un vero trionfo. Celebrate dapprima 1’11 gennaio a Legnano (Milano) nella
chiesa del convento di Santa Teresa di Gesù Bambino, dei padri carmelitani
scalzi, dove una folla di amici conosciuti e sconosciuti è venuta a rendergli
omaggio, poi il 15 e 16 gennaio a Yaoundé, dove i resti mortali sono stati
solennemente traslati come in una marcia di trionfo e di vittoria
dall’aeroporto di Yaoundé a Nkoabang e di qui a Nkolbisson, con una breve sosta
in mezzo alle sorelle del Carmelo di Etoudi che egli ha tanto amato.
Ora Jean Thierry riposa nella sua comunità
del convento e studentato Edith Stein di Nkolbisson.
Fra’ Jean Thierry Ebogo di Gesù Bambino e della
Passione è un dono di Dio per la Chiesa e il Carmelo d’Africa. Dopo la tappa
della prima evangelizzazione che è costata la vita di molti martiri, è venuta
l’ora della seconda evangelizzazione che domanda l’incarnazione del Vangelo
nella testimonianza di vergini e confessori: la testimonianza di Jean Thierry
va in questo senso come apporto specifico del Carmelo.