AIUTO FRATERNO

 

Oggi nella Chiesa si è sempre più consapevoli che cristiani non si nasce, ma si diventa attraverso un processo, che ha il battesimo come tappa fondamentale e fondante e che si sviluppa per tutta la vita. Tale processo generalmente non avviene in modo spontaneo o automatico, ma ha bisogno di essere favorito e a tale scopo sono nati percorsi, sia comunitari che individuali, che cercano di sostenere e illuminare i cristiani nella scoperta della loro vocazione alla santità. La direzione spirituale non è certamente una novità nella vita della Chiesa, vanta infatti una lunga e sapiente tradizione che, dopo un periodo di flessione, ha ripreso a svilupparsi con due forti novità: ciò che un tempo era quasi esclusivo appannaggio del clero e dei religiosi (sia come direttori che diretti) è diventato patrimonio comune di tutta la Chiesa; altra novità importante è l’apporto che le scienze umane, soprattutto la psicologia e la sociologia, oggi danno alla pratica della direzione spirituale.

 

L’AUTORE DEL LIBRO

 

Seguendo questa linea, Benito Goya, religioso carmelitano e professore al Teresianum di psicologia applicata alla vita spirituale e alla vita consacrata, ha pubblicato due manuali di direzione spirituale: il primo nel 2004, Luce e guida nel cammino,1 con un taglio specificatamente teorico, basato sui principi generali volti a formare gli operatori della pastorale individuale, mentre nel secondo, Aiuto fraterno pubblicato nel 2006, cerca di tradurre in pratica la teoria, rispondendo ad uno dei problemi oggi più cogenti, quello del metodo, del “come fare”. Soprattutto per coloro che stanno iniziando il servizio di direttori sarà molto utile questa guida, frutto proprio di quell’esperienza che a loro manca e che spesso permette di intravedere, quasi per intuito, la strada da intraprendere per aiutare la persona a maturare umanamente e spiritualmente. L’attenzione dell’autore non è rivolta solo all’attività del direttore spirituale, ma anche alla sua persona, alla cui formazione e verifica dedica l’inizio e la fine dell’opera; inoltre correda quasi ogni capitolo di quelle che chiama “tracce di personalizzazione”, serie di domande che il direttore è invitato a rivolgere a se stesso come aiuto e invito ad una continua verifica e crescita. B. Goya sembra dire che mentre l’accompagnatore aiuta altri a crescere in umanità e santità, cresce lui stesso in queste qualità, perché “l’assistente non può ridursi al dare, deve anche essere capace di ricevere” (p.21). Dopo aver delineato modalità e caratteristiche della formazione del direttore, passa a descrivere l’atteggiamento che questi deve tenere durante l’incontro (capitolo 2), non tralasciando di smascherare i possibili trabocchetti in cui egli può inconsapevolmente cadere. Nel capitolo 3 presenta lo scopo dell’incontro di direzione: la conoscenza di sé, fondamentale “per la riuscita di una vita umana e cristiana, sottomessa alla volontà del soggetto” (p.35); questo comporta un percorso di ricostruzione della persona, che viene presentato nei capitoli 3-7, nei quali l’autore analizza un’ampia gamma di personalità e problematiche, che l’accompagnatore più frequentemente si trova ad affrontare. Tutti i capitoli del libro sono seguiti da uno o più test o esercizi pratici, che suggeriscono come concretamente può essere realizzato il processo descritto nel capitolo stesso; ciò caratterizza ancora di più il testo come guida pratica. L’esposizione di questa parte si presenta particolarmente accurata e approfondita; in essa l’autore manifesta una notevole conoscenza delle problematiche e delle potenzialità della moderna psicologia nel mettere in luce gli aspetti più profondi dell’essere umano. Nello stesso tempo, però, mostra di avere altrettanto chiaro che il direttore spirituale è un collaboratore di Colui a cui l’aggettivo fa riferimento: lo Spirito Santo. Questa consapevolezza vuole trasmetterla anche a chi si prepara a svolgere il servizio di accompagnatore, per questo fa seguire un capitolo sulla preghiera come “parte molto rilevante della crescita spirituale…Esiste, infatti, una stretta correlazione tra lo sviluppo nella vita d’orazione e la maturazione spirituale integrale”. Nel capitolo dedicato all’accompagnamento negli inizi della preghiera, l’autore si rifà alla tradizione carmelitana, soprattutto a s. Giovanni della Croce, trascurando altre tradizioni altrettanto importanti e utili, come quella ignaziana, a cui si accenna qua e là, e quella monastica della Lectio divina.

Nell’ultima parte dell’opera, Goya rivolge la sua attenzione a quel processo particolare che è il discernimento della vocazione nei giovani, vocazione sacerdotale e religiosa, ma anche professionale. Sebbene in alcuni punti patisca l’inevitabile schematismo un po’ artificiale di ogni classificazione, alle quali è difficile ridurre le sfumature della personalità e sensibilità individuale, risulta molto utile, dal punto di vista sia pratico che concettuale, la proposta di criteri di discernimento, che definiscono le qualità che favoriscono ed evidenziano la vocazione e quelle che invece costituiscono impedimento alla scelta di votare tutta la propria persona al servizio di Dio e dei fratelli.

 

UNA VALUTAZIONE

 

Nella presentazione l’autore definisce la direzione spirituale come pastorale individuale, che si attua attraverso la conoscenza individuale del diretto e questo forse lo porta a non sottolineare abbastanza o dare per scontata la vita ecclesiale e sacramentale del cristiano, come sembra non dare il dovuto rilievo alla Parola quale luogo dell’incontro dell’uomo con Dio.

Il problema dell’interpretazione della propria storia personale frutto della sapienza cristiana che viene comunicata dallo Spirito, ripropone con forza l’opportunità di un dialogo interpersonale, mediante il quale un cristiano, più esperto e a questo preparato, aiuta un altro cristiano a configurare sulla forma di Gesù Cristo la sua storia personale. Se colto nell’ambito di questa maturazione di fede che ha come agente principale lo Spirito Santo e come fine l’edificazione del regno di Dio, l’opera di B. Goya è un valido strumento che permette di affrontare gli ostacoli, superarli o imparare a gestirli, per poi ri-costruire una persona capace di crescere “fino alla statura di Cristo”.

 

Roberta Lanfredini, benedettina

 

1 Goya B., Aiuto Fraterno. La pratica della direzione spirituale, EDB, Bologna 2006, pp. 208, e 18,50.