IL CARD. D. TETTAMANZI AGLI AMMALATI

“ASCOLTA, IMPARA  AD ASCOLTARE”

 

In occasione del Natale scorso, il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha scritto una lettera agli ammalati della diocesi per invitarli all’ascolto della parola di Dio. L’invito si colloca all’interno del nuovo piano pastorale della diocesi L’amore di Dio in mezzo a noi, la cui prima tappa s’intitola Famiglia ascolta la parola di Dio.

«Anche a te, fratello, sorella, costretto dall’età e dalla malattia a lunghe ore di solitudine – scrive il cardinale – vorrei raccomandare: ascolta, impara ad ascoltare, insegna ad ascoltare. Nelle vite frettolose e indaffarate, sii tu la presenza paziente, pronta a raccogliere le confidenze, disponibile alla benevolenza che, mentre ascolta, incoraggia, senza giudicare, senza indiscrezione. Nel momento in cui è forte la tentazione di ripiegarsi sui propri mali, sii tu la presenza amica che tende la mano e offre il proprio tempo per restituire un po’ di sorriso. Non lasciarti andare al lamento, non chiuderti su te stesso piuttosto ascolta e consola, ascolta e cerca di comprendere, ascolta e cerca le poche parole necessarie per aprire uno spiraglio di speranza.

Ascolta! Non trascurare di ascoltare Gesù che ha parole di vita eterna. In ogni casa ci dovrebbe essere la Bibbia, ma forse in casa tua è più necessaria. Se non ce l’hai, chiedila come un dono per questo Natale. Ascolta la parola di Dio! La parola di Dio è Gesù, il Verbo fatto carne, l’amico fedele che prende in disparte chi ha bisogno di essere guarito per rivelargli le vie misteriose del suo amore crocifisso.

Ascolta! Chi sa ascoltare la parola di Dio e le confidenze degli altri è come quella pagina bianca sulla quale gli angeli dei dipinti antichi scrivono pagine di vangelo. In lettere d’oro scrivono: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama”. Dopo tanti secoli non ci sono più angeli sulla grotta di Betlemme: non già perché sia finito il cantico dell’esultanza, ma perché hanno lasciato agli uomini di continuare il lieto annuncio. Tu che sai ascoltare, saprai certo unirti all’immenso coro che ancora e ancora dice gloria a Dio, perché il suo amore s’è fatto premura e dono del Consolatore per chi piange e soffre nel corpo e nello spirito e ancora dice pace agli uomini perché la fragilità di chi è ammalato può essere una predica più incisiva di tante prediche e aiutare persone e famiglie a ritrovarsi, a perdonarsi, intorno a una persona cara che attraversa i giorni della prova.

Ascolta! L’attitudine all’ascolto può renderti pagina di vangelo scritta nella carne e nelle lacrime, nell’attesa e nell’inquietudine; pagina di vangelo perché saprai trasformare la paura in affidamento, il lamento in preghiera, le attenzioni che gli altri hanno per te in un ringraziamento, le attenzioni che tu dedichi agli altri in una intercessione. Chi ti incontra, chi viene a visitarti possa leggere questa pagina di vangelo, più persuasiva di ogni predica e più illuminante di ogni ragionamento perché scritta proprio da te nella tua malattia.

E se sei capace di un ascolto così, prova a immaginare con quale tenerezza premurosa ti ascolta il Signore! Lui che si commuove per chi soffre, che prova compassione per coloro che sono tormentati, Lui certo ascolta la tua preghiera, viene in aiuto alla tua debolezza e non tarderà a rivelarti la sua misericordia...».