CRESCITA
PERSONALE
E COMUNITA’
RELIGIOSA
Da pochi mesi è
in libreria un interessante volume edito dalle Edizioni Dehoniane,1 offerto ai
lettori come un valido strumento per un cammino di approfondimento personale e
comunitario. Lo scopo finale è aiutare le comunità religiose a stabilire
relazioni mature e sincere.
Le leggi, che
regolano i rapporti nelle comunità religiose, come in qualsiasi altro gruppo
umano, devono essere comprese, secondo l’autore, superando l’opposizione tra
polo individuale e polo collettivo, per essere inscritte all’interno di un
carattere psicosociale.
All’interno di
questa visione unitaria, Ayestarán tratteggia con ordine in queste pagine il
processo attraverso il quale la cognizione individuale diventa cognizione
sociale, senza escludere per questo la responsabilità personale, ma tenendo
sempre presente il contesto sociale a cui essa è strutturalmente aperta. Tale
processo si articola nel testo attraverso tre tappe.
La maturazione
personale
La maturità
personale non è uno stato che, una volta acquisito, rimane tale e quale, ma un
cammino che spesso procede a zig zag, alternando fasi di crescita a fasi di
regressione. La crescita avviene attraverso tre criteri. Il primo è il
realismo, ovvero quella capacità di “assumere la mia realtà come mia e come
qualcosa che mi condiziona, così come mi apre un cammino verso nuove
possibilità”. La crescita nel realismo adatta continuamente l’io ideale all’io
reale, facendo della vita condivisa in comunità una testimonianza di
riconciliazione. Il secondo criterio è la comunicazione, dove comunicare
significa dare e ricevere, collaborare, scambiare percezioni, sentimenti, idee
e compiti. Il terzo criterio è il controllo, poiché la comunicazione che
permette di crescere nel realismo esige la dominazione degli impulsi, pur non
annullandone la coscienza della loro distruttività. Il controllo non è,
infatti, repressione, quanto piuttosto trasformazione degli impulsi attraverso
un loro orientamento alla creatività individuale e comunitaria. Questi tre
criteri permettono di prendere consapevolezza del grado di riconciliazione a
tre diversi livelli: con se stessi, con gli altri e con Dio.
Gli squilibri
nel processo di maturazione che l’autore descrive attraverso questi tre criteri
hanno tutti in comune la mancanza di autostima e possono essere ri-armonizzati
attraverso formule pratiche come l’amore e il lavoro.
LA COSTRUZIONE
DELLA COMUNITÀ
RELIGIOSA
Nella seconda
parte l’autore si pone due domande fondamentali che orientano alla costruzione
della comunità: quali sono i bisogni che spingono a far parte di una comunità
religiosa? E qual è il processo di formazione della comunità?
Innanzitutto una
comunità religiosa è basata sulla condivisione di una stessa scelta
vocazionale, ovvero di un comune senso religioso della vita e di una scelta
vitale che concretizza l’esperienza di questo senso religioso condiviso. Questo
fa sì che avvenga una valutazione reciproca tra la comunità e gli individui e
che si strutturino delle funzioni all’interno della comunità. I conflitti,
inevitabili, fanno si che si ristrutturino significati, rapporti e funzioni
all’interno della comunità. L’autore aiuta a mettere a fuoco le cause dei
conflitti, che individua principalmente nel modo di percepire le situazioni,
nel valutare l’origine e il significato del conflitto, negli interessi delle
parti e nell’asimmetria di queste parti dovuta alla distribuzione gerarchica
delle responsabilità. Egli inoltre propone cammini concreti di risoluzione dei
conflitti attraverso l’arte della negoziazione e il cambiamento cognitivo,
motivazionale e strutturale dei rapporti di potere.
La terza parte
dell’opera è dedicata all’analisi del sistema-comunità. Tale analisi avviene
primariamente attraverso la determinazione del rapporto sociale della comunità,
ovvero della sua capacità di accettare o eludere il conflitto e il grado della
sua gerarchizzazione. Questi due assi, incrociandosi, determinano quattro
quadranti in cui è possibile riconoscere la tipologia a cui appartiene la
comunità e quale percorso è possibile per la sua maturazione verso
un’equilibrata collaborazione dei suoi membri. Inoltre, fondamentale
all’analisi, sono la determinazione della struttura di comunicazione della
comunità, cioè qual è il livello di partecipazione dei singoli alle decisioni
importanti, quale influsso la comunità riceve dalla società e, infine, quale
tipo, qualità e contenuto ha la comunicazione all’interno della comunità.
L’AUTORE E IL
LIBRO
Sabino
Ayestarán, nato a San Sebastian, è il primo a presentarsi nell’introduzione del
libro, consapevole che il suo lavoro nasce primariamente da una esperienza
personale. È religioso, psicologo di professione, docente universitario; la sua
ricerca è incentrata sui gruppi umani. Tra le sue pubblicazioni: Manual de
Psicoterapia de grupo, Salamanca 1980; El grupo como construcción social,
Barcelona, 1995. In questo libro, parte della collana “Quaderni di Formazione
Permanente”, vi sono numerose esercitazioni che semplificano e schematizzano
gli argomenti e permettono di concretizzare il cammino individuale e
comunitario proposto. Particolare è l’attenzione alla forma dell’esposizione,
arricchita dalla riproposizione, lungo il dispiegarsi delle pagine, di sentenze
importanti che ricorrono puntualmente e facilitano l’apprendimento e la
memorizzazione di concetti guida.
Fr. Roberto Ranieri ofm
1 AYESTARÁN S.,
La crescita personale nella comunità. Schemi per un dialogo comunitario,
Quaderni di formazione permanente 4, EDB, Bologna 2006, pp. 96, ¤ 6,50.