PER VIVERE CON GIOIA E FRUTTO
LA VOCAZIONE ?
Dieci sì
1 ‑Sì alla pratica giornaliera della “lettura orante”; della
meditazione; dell’adorazione eucaristica; degli esercizi spirituali annuali e
dei ritiri periodici.
2 ‑Sì a una formazione culturale, teologica e tecnica forte,
specialmente a livello mariologico-mariano.
3 ‑Sì a un impegno di evangelizzazione e di solidarietà,
particolarmente nell’ambito delle nuove povertà e del volontariato, pieni di
compassione, accoglienza, capacità di ascolto, bontà, sull’esempio di Santa
Maria.
4 ‑Sì a esperienze di servizio e di collaborazione nelle nostre
missioni e fondazioni.
5 ‑Sì a capitoli conventuali fraterni, formativi, dialoganti,
dinamici. Corresponsabilità, disponibilità, servizio concreto alla fraternità.
6 ‑Sì a una maggiore comunione, collaborazione e interazione con
i laici, le suore e con tutta la Famiglia dei Servi in ogni contesto.
7 ‑Sì a un impegno di apertura, accoglienza e dialogo ‑interculturale
qualificato, particolarmente riguardo ai giovani.
8 ‑Sì a una vita semplice, essenziale e perfino
“controcorrente”, frutto del proprio lavoro, e senza “sconti”.
9 ‑Sì a una vita fraterna in comunità costruita nella cordialità, nel
rispetto, la comunicazione, la corresponsabilità e la correzione fraterna, e in
funzione dell’evangelizzazione, inseriti nelle chiese locali, come servi,
ispirati ai nostri Sette.
10 ‑Sì a un intenso senso di appartenenza all’ordine e di
disponibilità reale verso il bene comune, locale e generale.<<inizia una
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Dieci “no”
1 ‑No all’individualismo, al consumismo, al soggettivismo, al
benessere personale come criteri prioritari di vita, invece di un impegno di
fedeltà nei riguardi dei valori contenuti nella formula della nostra
professione religiosa.
2 ‑No all’imborghesimento, alla comodità, al pensionamento
anticipato, sia come frati che come comunità.
3 ‑No al pessimismo, alla ciarlataneria, al criticismo, alla
mediocrità e superficialità
4 ‑No all’isolamento dai problemi della società, chiusi nei
propri ambienti.
5 ‑No agli atteggiamenti “ideologici” che non portano a un
impegno effettivo, e propongono soluzioni irreali, illusorie e, alla fine,
frustranti.
6 ‑No all’incoerenza vitale fra quello che si afferma e quello
che di fatto si vive è la “miglior forma” per non essere felici e perché altri
non vogliano seguire Cristo.
7 ‑No ad ogni atteggiamento di violenza passiva o attiva nei
confronti dei fratelli, e nel servizio pastorale “non tiriamo mai pietre alla
gente”.
8 ‑No a uno stile di vita irrilevante, che non “dice”, perché vuoto
di valori e pieno di parole e filosofia o “ginnastica” puramente concettuale.
9 ‑No a un adeguamento acritico davanti allo stile e opzioni di
vita della nostra generazione in quello che ha di menefreghismo, dimenticanza
di coloro che non contano, frenesia del potere-godere-avere.
10 ‑No a un vissuto facile dei consigli evangelici, con degli
“sconti”, perché non sarà più “segno di contraddizione”, chiamata a valori
gioiosi, che si perdono se non vengono vissuti anzitutto nel cuore dei
consacrati, o se si vivono miseramente.
fr. Honorio M. Martín Sánchez, osm