IL VANGELO

È ANCORA VANGELO

 

Torniamo al Vangelo, perché tornare al Vangelo è tornare a Cristo,  l’unico che può giustificare la nostra vita. Torniamo al Vangelo, perché tornare al Vangelo è rivivere la grazia delle origini. Torniamo al Vangelo e la nostra vita riavrà la poesia, la bellezza e l’incanto delle origini.

 

 

Questa è la prima certezza. Il Vangelo continua a essere la notizia, bella come la grazia e ardente come l’amore, che trasforma chi la riceve con cuore di bambino: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). Il Vangelo continua a essere fonte di beatitudine per chi, come Maria di Nazaret, lo accoglie con cuore povero e disponibile: «Si faccia in me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Il Vangelo continua a essere cammino di libertà per chi, come Francesco, lo accoglie nella sua immediatezza, nella sua freschezza, nella sua radicalità: «Questo voglio, questo chiedo…». Il Vangelo continua a essere Vangelo, quando ciascuno di noi, anche tenendo conto della propria povertà, ha il coraggio di viverlo.

A distanza di 800 anni noi, frati minori, siamo chiamati a porci di fronte al Vangelo come bambini, poiché «a chi è come loro appartiene il regno di Dio» (Mc 10,14); come poveri, perché essi sono beati (cf Lc 6,20); con la gioia di chi ritrova la dramma perduta (cf Lc 15,8ss); con la sorpresa di chi per la prima volta lo scopre nella sua freschezza, perché solo così lo trasformeremo in «regola e vita» (Rnb 1,1), senza addomesticare le sue esigenze radicali.

A distanza di 800 anni dall’esperienza di Francesco noi, frati minori, siamo chiamati a incontrarci, liberi e indifesi, con il Vangelo; siamo chiamati a lasciarci illuminare e interrogare da esso, perché la nostra vita recuperi il sapore e la giovinezza delle origini; perché la nostra vita scandalizzi ed interroghi, come scandalizzava e interrogava la vita di Francesco e dei suoi primi compagni.

A distanza di 800 anni dalla conversione di Francesco al Vangelo, anche noi, frati minori, siamo chiamati a scoprire il Vangelo come libro di vita – senza ridurlo a ideologia, una in più tra le tante – ad assumerlo come libro di lettura frequente, testo fondamentale nella nostra formazione, che illumini le nostre scelte e le possa giustificare.

Cari fratelli, torniamo al Vangelo, perché tornare al Vangelo è tornare a Cristo, l’unico che può giustificare la nostra vita. Torniamo al Vangelo, perché tornare al Vangelo è rivivere la grazia delle origini. Torniamo al Vangelo e la nostra vita riavrà la poesia, la bellezza e l’incanto delle origini. Torniamo al Vangelo e saremo riscattati dalle nostre miserie e dalle nostre schiavitù, dalle nostre paure e dalle nostre tristezze, e riscatteremo gli uomini nostri fratelli dalle loro miserie e schiavitù, dalle loro paure e tristezze. Torniamo al Vangelo e respireremo aria pura; le nostre proposte saranno nuove; il coraggio, l’intelligenza, la generosità, la fedeltà di tanti nostri fratelli, spese senza riserva e senza restituzione, daranno frutto e frutto abbondante.

Tutto lo sforzo che stiamo facendo per aprire strade alla rifondazione del nostro Ordine, tutte le riforme, tutte le fatiche per adattare le istituzioni alle nuove situazioni, tutto quello che stiamo facendo per incarnare nella vita di ogni giorno le priorità dell’Ordine, non varrebbe nulla, sarebbe sterile, se non torniamo al Vangelo.

In questo momento, per accogliere la grazia delle origini, accettiamo il Vangelo come «potenza di Dio per coloro che credono» (Rm 1,16; cf 1Cor 1,18), perché non si trasformi per noi, come per gli increduli, in scandalo e pazzia (cf 1Cor 1,18.21.23), non rimanga “velato” per noi, accecati dal «dio di questo mondo» (2Cor 4,4). Riceviamolo «nell’obbedienza della fede» (Rm 1,5), apriamoci al “Vangelo della grazia” (At 20,24).

Sì, fratelli, il Vangelo continua a essere Vangelo. In che misura lo è per noi che lo abbiamo professato come regola e vita? Lasciamo che il Vangelo sia Vangelo per noi frati minori. Liberiamo il Vangelo, e il Vangelo libererà noi.

 

Fr. José Rodríguez Carballo,

al capitolo generale straordinario OFM

Verna-Assisi 2006