I
VESCOVI TEDESCHI E L’ISLAM
CHI
HA FRAINTESO E CHI HA VOLUTO FRAINTENDERE
L’assemblea
plenaria dell’episcopato tedesco, che si è tenuta a Fulda dal 25 al 28
settembre scorso, ha emanato una dichiarazione a proposito dei recenti
avvenimenti che hanno caratterizzato le reazioni nel mondo musulmano alle
affermazioni del papa Benedetto XVI nella sua lezione presso l’università di Regensburg. Si tratta di una parola chiara e risoluta che
chiama in causa il mondo musulmano invitandolo a disapprovare qualsiasi
rapporto tra religione e violenza e a porsi seriamente il problema del
rispetto, anche nei loro paesi, dei fondamentali diritti umani e della libertà
di parola e di opinione. Noi, affermano comunque i vescovi, «non ci lasceremo
intimidire». Ecco il testo della dichiarazione:
1.
Una breve citazione nella lezione che il papa Benedetto XVI ha tenuto il 12
settembre presso l’università di Regensburg è stata
interpretata da molti musulmani come un ingiusto disprezzo della loro
religione. Molti hanno frainteso il santo Padre, altri hanno voluto
fraintenderlo. Noi siamo riconoscenti al papa Benedetto che non ha indugiato un
solo momento per chiarire il significato del suo discorso e liberare il terreno
da tutti i fraintendimenti. Il papa ha recentemente sottolineato con decisione
il significato vitale della pacifica convivenza e di un sincero dialogo fra
cristianesimo e islam. In questo senso anche il presidente della Conferenza
episcopale tedesca, il card. Lehmann,
nel discorso tenuto il 19 settembre 2006 a Berlino ha chiaramente illustrato
l’atteggiamento della Chiesa cattolica nei riguardi dell’islam. Molti musulmani
sono grati per queste chiare voci cattoliche.
A
tutti coloro tuttavia che vogliono ulteriormente rendere acuta la situazione –
anche dopo l’incontro del santo Padre con gli ambasciatori degli stati islamici
presso la Santa Sede – avanzando sempre nuove accuse, richieste e persino
minacce, vogliamo esprimere un chiaro rifiuto. La Chiesa cattolica e le
numerose persone che nel nostro paese e in ogni parte del mondo rispettano il
diritto della libertà di parola e la difendono, non si lasciano intimidire. Ci
aspettiamo dalle autorità musulmane di ogni parte del mondo che abbiamo a
evitare tutto ciò che potrebbe dare adito a una nuova acutizzazione della
situazione. Ogni ambiguità serve all’inquietudine e deve essere evitata.
2.
Con grande preoccupazione vediamo che in molti paesi a stampo musulmano le
minoranze cristiane che lì vivono in questi ultimi giorni sono state aggredite
e attaccate. Diverse chiese sono state incendiate. In Somalia, è stata uccisa
la suora cattolica Leonella Sgorbati. Come noi, anche
molti musulmani rifiutano profondamente questi atti di violenza. Essi
disapprovano ogni legame tra violenza e religione quale abuso e profanazione
della fede. Dai rappresentanti dell’islam ci aspettiamo che abbiano a prendere
posizione in maniera inequivocabile contro ogni legittimazione della violenza e
ogni strumentalizzazione della religioni a scopi politici. Le chiese cristiane
dalla loro storia conoscono la tentazione della violenza, a cui anch’esse non
si sono sempre opposte. A maggior ragione speriamo in un dialogo sincero tra
cristianesimo e islam che serva da tutte le parti a una “purificazione della
memoria” (cf. anche la dichiarazione Nostra aetate del concilio Vaticano II sul rapporto tra la Chiesa
e le religioni non cristiane) e metta in grado le religioni di dare una comune
testimonianza in ordine alla pace e contro la violenza.
3.
I musulmani in Germania godono, in base alla costituzione, di libertà di
religione. Ci attendiamo che anche nei paesi musulmani venga rispettato il diritto
inalienabile della libertà religiosa senza restrizioni. Chiediamo alle
organizzazioni musulmane presenti in Germania che abbiano a intervenire con
decisione a favore del diritto di libertà di religione nei paesi di provenienza
dei musulmani che vivono qui da noi. Inoltre rinnoviamo il nostro desiderio di
promuovere con i rappresentanti dell’islam un dialogo sulla giusta comprensione
della libertà. Al suo centro deve collocarsi la libertà religiosa, che
costituisce il cuore di tutte le libertà umane.
4.
L’offesa e il vilipendio delle verità religiose costituisce un abuso della
libertà. Esiste da una parte un delicato equilibrio tra il diritto dell’arte e
la libera manifestazione delle opinioni e dall’altra il diritto di attenzione e
di rispetto delle convinzioni religiose. Vediamo con preoccupazione che si
diffonde, non solo in Germania, l’ansia di fronte a una violenza per motivi
religiosi e porta alla limitazione diretta o indiretta della libertà di
opinione. Noi ci opponiamo decisamente a queste tendenze. Allo stesso modo
rifiutiamo quell’atteggiamento culturale negativo
verso la religione e i credenti, che innalza steccati e semina inquietudine.
Sentendo
il dovere del dialogo tra le religioni, vogliamo soprattutto in Germania
cooperare a una serena convivenza tra cristiani e musulmani. Ci sentiamo in
questo particolarmente concordi col papa Benetto XVI il quale nel suo discorso
ai musulmani durante la Giornata delle gioventù a Colonia, il 20 agosto 2005,
ha invitato a un incontro fraterno delle religioni nella verità e nella carità:
«Insieme – cristiani e musulmani – dobbiamo far fronte alle numerose sfide che
il nostro tempo ci propone. Non c’è posto per l’apatia e l’inerzia e ancor meno
per il partitismo e il settarismo … Il dialogo interreligioso e interculturale
tra cristiani e musulmani è una necessità vitale da cui dipenderà in gran pare
il nostro futuro». Noi dichiariamo qui di nuovo la nostra disponibilità…