IL MONDO HA BISOGNO DI PADRI E MADRI

 

Un giovane che comincia il suo itinerario di formazione in un monastero benedettino è invitato già dall’inizio a prendere contatto con i padri del deserto, da sempre percepiti come maestri di somma sapienza evangelica. Pur nelle differenze delle sensibilità individuali, ciò che non può sfuggire a quel giovane è la costante richiesta di “una parola” che il discepolo rivolge al proprio maestro e la qualità delle risposte così varia e a volte addirittura sconcertante. La storia del monachesimo e di molte altre realtà sorte successivamente nella Chiesa è costellata di grandi maestri, che con la sollecitudine di padri e di madri hanno sostenuto tanti uomini e donne nel loro percorso verso la “piena conformazione a Cristo” e hanno lasciato un ricco patrimonio di esperienza e riflessione che oggi illumina chi è chiamato a svolgere tale servizio ai fratelli.

Bernardo Olivera, abate generale dei Trappisti, in Luce ai miei passi1 si pone nella scia di coloro che negli ultimi anni hanno cercato di favorire la riscoperta dell’accompagnamento spirituale, che, come egli stesso sottolinea, aveva conosciuto un certo oblio nel periodo post-conciliare. Pur rivolgendosi principalmente al mondo monastico allarga il suo sguardo alle molteplici tradizioni sviluppatesi negli ordini religiosi nella Chiesa latina d’occidente, precisamente quella monastica benedettina e cistercense, quelle carmelitana e quella ignaziana, senza però trascurare l’apporto che all’accompagnamento spirituale possono e devono dare le moderne scienze umane e sociali.

 

LA GENERAZIONE

SPIRITUALE

 

L’opera si articola in due parti, una premessa teorica e la trattazione pratica. Dopo il doveroso richiamo all’assoluta priorità dello Spirito Santo nella guida di ogni persona, Olivera presenta la figura dell’accompagnatore e la relazione che lo lega all’accompagnato, relazione caratterizzata dalla reciprocità. Il secondo capitolo delinea le finalità e funzioni dall’accompagnamento spirituale e termina proponendo alcuni utili chiarimenti sui rapporti che intercorrono tra accompagnamento e altre realtà: confessione sacramentale, abbaziato, psicoterapia e psicologia. Quando parla delle finalità dell’accompagnamento, Olivera pone come suo fine specifico l’unione con Dio, attraverso la sequela Christi e la crescita nella vita dello Spirito. Non manca però, a ragione, di evidenziare che l’unità della persona umana esige che la crescita sia ad un tempo spirituale e umana, progredendo verso l’unificazione interiore e la rappacificazione del cuore con le realtà esterne ed interne, che secondo S. Benedetto porta alla stabilità, la quale, insieme alla preghiera, alla lectio, al lavoro e all’amore fraterno, assicura al monaco il pieno sviluppo umano e soprannaturale.

 

ACCOMPAGNAMENTO

E DISCERNIMENTO SPIRITUALE

 

Nella seconda parte dell’opera, dedicata alla pratica “che dà corpo e incarna la teoria” (p.51), l’autore individua quattro funzioni per l’accompagnatore: accoglienza, chiarificazione, confronto e discernimento, attraverso le quali può favorire l’opera dello Spirito Santo nell’accompagnato. Alle prime tre viene dedicato uno spazio relativamente limitato, mentre il discernimento, definito il “momento più importante e cruciale dell’accompagnamento spirituale” (p.74), è trattato ampiamente, attingendo alla tradizione ignaziana e benedettina.

Coerentemente con il fine pratico che si era prefissato fin dall’inizio, Olivera tratta in maniera dettagliata i criteri per operare un discernimento spirituale che porti ad “abbracciare la volontà del Padre” (p.85). Criterio, che lui definisce assoluto, è Gesù Cristo, criteri fondamentali possono essere trovati nel Nuovo Testamento, principalmente in s. Paolo e in Giovanni, dove l’amore è il metro per misurare ogni esperienza, interiore ed esterna, del cristiano.

Certamente molto utile può risultare il paragrafo dedicato ai criteri di distinzione tra quella che s. Giovanni della Croce definisce la “notte” e la depressione, condizione psichica sempre più diffusa nella società odierna e che non risparmia gli ambienti religiosi. Probabilmente un accompagnatore spirituale si troverà con frequenza di fronte a questa patologia e far confusione tra le due esperienze non di rado è causa di gravi problemi, prima di tutto per l’accompagnato, ma anche per la comunità religiosa che si trova a dover affrontare situazioni difficilmente gestibili. Il volume è corredato di una bibliografia sufficientemente ampia per il tipo di opera, che può essere un valido sussidio per chi, stimolato dal molto materiale raccolto nell’opera, volesse procedere nella scoperta del grande tesoro che è la tradizione della paternità-maternità spirituale nel cristianesimo occidentale.

 

Roberta Lanfredini, benedettina

 

1 OLIVERA B., Luce ai miei passi. L’accompagnamento spirituale nella tradizione monastica, Ancora Editrice, Milano 2006, pp. 154, € 14,00.