LA PAROLA DEL PAPA

L’EUCARISTIAE I SACERDOTI

 

Il primo anno di pontificato di Benedetto XVI si è svolto mentre si stava vivendo lo speciale anno dedicato all’Eucaristia. Si è trattato di una “provvidenziale coincidenza” che gli ha offerto l’occasione di mettere l’Eucaristia al centro di numerosi suoi interventi.

 

Eucaristia

 

«L’Eucaristia, cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa, ha detto, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio petrino che mi è stato affidato (20 aprile 2005). Nell’Eucaristia, noi stessi impariamo l’amore di Cristo… Grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo (7 maggio 2005, insediamento sulla “Cathedra romana a San Giovanni in Laterano). Abbiamo bisogno di questo Pane per affrontare le fatiche e le stanchezze del viaggio. La domenica, giorno del Signore è l’occasione propizia per attingere forza da lui, che è il Signore della vita… Dobbiamo riscoprire con fierezza il privilegio di partecipare al’Eucaristia che è il sacramento del mondo rinnovato (29 maggio, a conclusione del congresso eucaristico nazionale, a Bari).

Dall’Eucaristia, ha affermato in occasione del Corpus Domini, l’attenzione della Chiesa si allarga al mondo: «La forza del sacramento va oltre le mura delle nostre chiese. In questo sacramento il Signore è sempre in cammino verso il mondo». Riferendosi alla processione che si organizza nelle varie comunità in questo giorno, ha aaggiunto: «Noi portiamo Cristo, presente nella figura del pane, sulle strade della nostra città. Noi affidiamo queste strade, queste case – la nostra vita quotidiana – alla sua bontà. Le nostre strade siano strade di Gesù! Le nostre case siano case per lui e con lui! La nostra vita di ogni giorno sia penetrata della sua presenza».

E insistendo sulla spiritualità eucaristica: Il Corpo e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo, consanguinei di lui. Tutti mangiamo l’unico pane, ma questo significa che tra di noi diventiamo una cosa sola. L’adorazione diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte a noi come il totalmente Altro. È dentro di noi, e noi siamo in lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri e estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo» (21 agosto a conclusione della XX Giornata mondiale della gioventù, a Colonia).

E ancora nel discorso alla Curia romana il 22 dicembre 2005: «Di fatto, non è che nell’Eucaristia riceviamo semplicemente una qualche cosa. Essa è l’incontro e l’unificazione di persone; la persona, però, che viene incontro e desidera unirsi a noi è il Figlio di Dio. Una tale modalità può soltanto realizzarsi secondo la modalità dell’adorazione. Ricevere l’Eucaristia significa adorare colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così diventiamo una cosa sola con lui… E in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri».

Non solo per i sacerdoti, ha sottolineato il 23 ottobre, a conclusione del sinodo dei vescovi e dell’anno dell’Eucaristia, ma «anche per i laici la spiritualità eucaristica deve essere l’interiore motore di ogni attività e nessuna dicotomia è ammissibile tra la fede e la vita nella loro missione di animazione cristiana del mondo…».

E nella messa di mezzanotte, il 24 dicembre 2005, mettendo in relazione l’Eucaristia con il tema della pace, ha affermato che nell’Eucaristia «è presente la pace di Cristo. Attraverso tutti i luoghi dove si celebra l’Eucaristia una rete di pace si espande sul mondo intero. Le comunità raccolte intorno all’Eucaristia costituiscono un regno della pace vasto come il mondo».

 

La formazione dei sacerdoti

 

Anche ai sacerdoti e alla loro formazione il papa ha dedicato una costante attenzione, anzi ha definito il compito di formare sacerdoti santi “un’irrinunciabile priorità pastorale”. «Siamo incaricati, ha detto loro, non di dire molte parole, ma di farci eco e portatori di una sola “Parola”, che è il Verbo di Dio fatto carne per la nostra salvezza» (13 maggio, incontro con i sacerdoti e diaconi della diocesi di Roma). Inoltre «è importante avere intorno a sé … delle comunità di sacerdoti che si aiutano, che stanno insieme in un cammino comune… Se i giovani vedono sacerdoti molto isolati, tristi, stanchi, pensano: se questo è il mio futuro allora non ce la faccio. Si deve creare realmente questa comunione di vita che dimostra ai giovani: sì, questo può essere un futuro anche per me, così si può vivere» (25 luglio, incontro con il clero di Aosta).

Riferendosi alla celebrazione dell’Eucaristia, ha affermato: «Lasciatevi attirare sempre di nuovo nella santa Eucaristia, nella comunione di vita con Cristo. Considerate come centro di ogni giornata il poterla celebrare in modo degno» (15 maggio 2005, in occasione dell’ordinazione di 21 nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma).

E il 18 settembre 2005, all’Angelus a Castel Gandolfo: «In forza della sacra ordinazione il sacerdote riceve il dono e l’impegno di ripetere sacramentalmente i gesti e le parole con le quali Gesù nell’ultima cena istituì il memoriale della Pasqua. Tra le sue mani si rinnova questo grande miracolo d’amore, del quale egli è chiamato a diventare sempre più fedele testimoni e annunciatore. Ecco perché il presbitero deve essere prima di tutto adoratore e contemplativo dell’Eucaristia, a partire dal momento stesso in cui la celebra».

Quanto gli stia a cuore la formazione dei sacerdoti lo ha lasciato intendere anche parlando ai vescovi del Messico, in visita “ad limina” il 23 settembre 2005: «Dovete dedicare le cure e le energie migliori ai sacerdoti. Aiutateli a essere uomini di preghiera assidua, sia nel silenzio contemplativo che ci allontana dal rumore e dalla dispersione delle molteplici attività, nella celebrazione devota e quotidiana dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore… La preghiera del sacerdote è un’esigenza del suo ministero pastorale, in quanto per la comunità è imprescindibile la sua testimonianza orante, che proclama la trascendenza e si immerge nel mistero di Dio».

E il 20 gennaio 2006, parlando alla comunità del Collegio Capranica: per rispondere alle attese della società moderna, per cooperare alla vasta azione evangelizzatrice che coinvolge tutti i cristiani, ha affermato, c’è bisogno di sacerdoti preparati e coraggiosi che, senza ambizioni e timori, ma convinti della verità evangelica, si preoccupino anzitutto di annunciare Cristo, e in suo nome, siano pronti a chinarsi sulle sofferenze umane, facendo sperimentare il conforto dell’amore di Dio e il calore della famiglia ecclesiale a tutti, specialmente ai poveri e a quanti versano in difficoltà».

Sul tema del sacerdozio il papa ha dedicato anche tutta l’omelia della messa crismale del giovedì santo il 13 aprile scorso.

Durante quest’anno inoltre non ha dimenticato nemmeno i religiosi/e. A loro ha rivolto un importante discorso nell’udienza a religiosi/e della diocesi di Roma, il 10 dicembre 2005 (cf. Testimoni, n. 1/2006, p. 5).