APPUNTAMENTO PER IL 16-21 AGOSTO

IN CAMMINO VERSO COLONIA

 

LA XX GMG vedrà la partecipazione di papa Ratzinger. Un segno di Chiesa giovane, ecumenica e solidale, che dalla Germania annuncia all’Europa la voglia di pace, di resistenza ai nuovi idoli e di nuova formazione ai valori sociali e spirituali.

 

Nel duomo di Altenberg, piccolo centro nell’arcidiocesi di Colonia, è presente un candelabro a sette braccia in cui ardono costantemente candele offerte da tutto il paese. Nella Germania post-bellica, giovani di varie nazioni si incontrarono in segno di riconciliazione e ben presto l’evento divenne un appuntamento fisso.

La luce di Altenberg, insieme con la croce della Giornata mondiale della gioventù, ha accompagnato un incontro di riconciliazione, svoltosi a Odilienberg, in Alsazia, tra giovani delle arcidiocesi di Colonia e di Parigi, a 60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale: nel campo di concentramento di Struthof sono state commemorate le vittime del nazismo, si è discusso sull’Europa e si è pregato. Già da questi segni si può misurare la direzione che sta assumendo l’ultima GMG pensata e voluta da Giovanni Paolo II proprio nel cuore dell’Europa.1 “Ecumenica, solidale e aperta ai lontani”: così l’arcivescovo di Colonia, card. Joachim Meisner, vede la prossima Giornata che si svolgerà, dal 16 al 21 agosto 2005, proprio nella città tedesca, sede delle reliquie dei re magi. «Nel ventesimo secolo, ha affermato il cardinale, si sono verificate due grandi catastrofi provenienti dalla Germania, ovvero la prima e la seconda guerra mondiale. Desideriamo che in questo ventunesimo secolo dalla Germania venga una forza pacificatrice, quella dei giovani».

Cristo e la sua Chiesa come ponte di pace sono del resto evidenti nel logo della GMG ( a questo proposito, oggetto di contestazione la sponsorizzazione di una nota banca italiana per il finanziamento alla produzione di armi). Al centro sta la croce come presenza dell’amore di Cristo. La stella simboleggia la guida divina e costituisce un punto di riferimento: ha indicato ai tre saggi d’oriente la via per arrivare a Cristo. La coda della cometa rappresenta il percorso: viene dall’alto, da Dio, e attraversa l’orizzonte del nostro mondo terreno. Il posto dove sono chiamati a convergere i giovani è rappresentato da due torri che rimandano al duomo di Colonia, dove si venerano da secoli proprio le reliquie dei magi. L’arco ellittico, in quanto forma stilizzata della lettera “c”, sta per Cristo ma anche per la comunione universale della Chiesa; rappresenta anche la grazia di Dio che abbraccia la Chiesa e il mondo intero.

La porzione inferiore dell’arco fa pensare al fiume Reno ma anche a una barca. L’arco è proiettato verso la croce e si apre a essa. L’intera dinamica del logo prende dunque origine dalla croce e la giovane barca ecclesiale della fraternità deve orientarsi verso Cristo, come dice il tema della XX GMG, Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2).

«Cari giovani, scrive il papa, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per lui, vero uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha. Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza!... È forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica.

Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media. L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: egli è la roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana».

 

INVESTIRE

SUI GIOVANI

 

Senza la pretesa di esaurire tutto l’apporto delle GMG alla pastorale giovanile di questi anni, è utile comprenderle come “punto di coagulo” di energie, di scambio, di apertura e di missione, punti di partenza di nuove progettualità e occasione di una visibilità per la pastorale giovanile in tutte le diocesi.

Oggi la GMG non è più vista come un’avventura pastorale, ma come un progetto con tanto di mete, tappe e strumenti impostati in percorsi condivisi.

Così possiamo vedere l’accentuazione sul pellegrinaggio per le strade della storia contemporanea, come prima missione di strada, e la centralità della persona di Gesù e della sua vita dopo la Giornata di Denver; la gioia di essere cristiani e la missionarietà ad gentes dopo quella di Manila; il coraggio della proposta della fede nelle culture moderne con stile laicale dopo Parigi; la gioia di vivere nella comunità credente e la genialità dell’apporto dei giovani alla vita della chiesa e del mondo dopo Roma.

Nonostante tutto, si deve però riconoscere che le diocesi non hanno ancora fatto una scelta impegnativa per il mondo giovanile. Purtroppo molti sono i giovani ancora abbandonati a se stessi. C’è una esigenza effettiva di ponti tra strada e chiesa, di offerta del Vangelo oltre le appartenenze confessionali, per non ridurre la proposta cristiana entro comunità estetiche.

Nell’aprile del 2003 si è fatto il punto sulle GMG, confermando che questi eventi sono momenti che rivelano la qualità della fede, in particolare quella degli educatori.

«Grazie alle GMG è cresciuta una nuova generazione di giovani che hanno bisogno di una nuova generazione di formatori, siano essi sacerdoti, religiosi, religiose, laici o laiche. Una generazione nuova per i metodi, per i programmi, per l’entusiasmo! Il settore della pastorale giovanile, forse più di ogni altro settore pastorale della Chiesa, non solo non consente pause nella testimonianza di Cristo, ma esige che questa testimonianza sia nella sua autenticità e nella sua stessa credibilità costantemente all’altezza di aspettative sempre severe. Chi lavora con i giovani sa bene quanto sia facile deluderli, quanto poco basti per perderli!» (mons. S. Rylko, presidente del pontificio Consiglio per i laici).

Infatti la maggior parte delle inchieste sui giovani e la religione confermano che essi sono figli degli adolescenti tra il 1960 e il 1970 e che, ai loro tempi, hanno scelto di non trasmettere sempre quello che essi stessi avevano ricevuto nella loro educazione.

Hanno lasciato quindi che i figli se la sbrogliassero da soli sul piano morale e spirituale, senza altra preoccupazione educativa che quella di badare alla loro realizzazione affettiva. Così in molti casi li hanno lasciati privi di riferimenti spirituali, abbandonati a se stessi. Questo atteggiamento ha prodotto giovani che non hanno alcuna formazione e ancor meno cultura religiosa.

La religione li attira e allo stesso tempo li inquieta quando viene presentata come fonte di conflitti nel mondo. In una società che, per diverse ragioni, coltiva il dubbio e il cinismo, la paura e l’impotenza, l’immaturità e l’infantilismo, alcuni giovani tendono ad aggrapparsi a modalità di gratificazione primarie e hanno difficoltà a diventare maturi. La maggior parte di quelli che partecipano alla GMG esprimono benessere e gioia di vivere, stupiscono per il sorriso e la gentilezza, la cooperazione e l’apertura. Vivono esperienze e fallimenti, ma hanno sete di qualcosa di diverso. La società europea, sempre più vecchia, scettica e senza speranza, è colpita da questi giovani che credono in Dio e cercano di vivere di conseguenza.

 

CON LA PEDAGOGIA

DEL PELLEGRINAGGIO

 

Una recente ricerca ci dice che la religiosità giovanile, quale si manifesta nei giovani delle GMG, sia avvicinabile al modello del cercatore e del pellegrino, di colui ciò che è in cammino e che quindi non può mai dire di aver raggiunto una meta; che tende a considerare ogni esperienza come una tappa del proprio itinerario di fede.

La scelta di questa figura è emblematica di una religiosità in movimento, che fa della mobilità esteriore il riflesso di quella interiore. Si è alla ricerca di nuove esperienze religiose come occasioni di arricchimento del proprio vissuto di fede. I giovani interpretano la fede più come un processo e un dinamismo che come una conquista già realizzata.

In questo senso la GMG intende dare una risposta esemplare e pedagogica. A fronte di un atteggiamento critico e selettivo nei confronti dell’appartenenza cristiana, il vissuto della Giornata conduce a un giudizio positivo nei confronti della comunità cristiana, di cui si percepisce la vicinanza e l’attenzione ai bisogni e ai linguaggi dei giovani. A fronte della sensazione di isolamento e marginalità collegata alla vita quotidiana, essa consente di provare l’euforia della condivisione con un gran numero di giovani di esperienze e contenuti della vita di fede, in una città finalmente accogliente e “simpatica”.

A fronte della tentazione di una spiritualità fai-da-te e intimista, la Giornata ripropone con forza la centralità della parola di Dio e risveglia il bisogno di formazione in relazione ai contenuti della fede.

La GMG rivela infine il ruolo di “servizio pubblico” svolto dalla Chiesa in numerosi settori della vita sociale, nella misura in cui contribuisce a costruire una società più tollerante e più aperta ai giovani, partecipando così all’educazione ai valori comuni.

In un contesto di diminuzione e d’invecchiamento dei sacerdoti, ha consentito a molti pastori e fedeli di sperimentare una fiducia nuova. Costituisce quindi un mezzo straordinario di evangelizzazione del pianeta giovani, perché appare come una risposta adeguata alle loro attese, soprattutto grazie alla pedagogia adottata. Essa infatti mira a far vivere al maggior numero possibile di giovani un’esperienza spirituale ed ecclesiale, secondo una proposta kerigmatica, sacramentale e catechetica della fede.

 

Tocca alla Chiesa assicurare un seguito alla GMG e intraprendere una catechesi più attiva e rinnovata. L’azione pastorale dovrà aver cura di sensibilizzare le famiglie sull’importanza dell’educazione religiosa e del catechismo in particolare, non relegando la dimensione religiosa nel reparto degli optional della vita, nel campo del nascosto e del privato. A questa privatizzazione della vita religiosa i giovani hanno già risposto “no” proprio in occasione delle GMG.

 

Mario Chiaro

 

1 Le tre città principali della XX GMG, Bonn, Düsseldorf e Colonia si richiamano alle tradizioni renane. La Renania settentrionale come parte della Renania del nord e Vestfalia è delimitata geograficamente e culturalmente; l’elemento legante è il ‘padre’ Reno. La regione si trova al centro dell’Europa, è multiculturale, con strutture sviluppate in campo economico, infrastrutturale e culturale.

Colonia, in particolare, è la quarta città della Germania per grandezza e, con una percentuale di stranieri pari a quasi il 20%, una città giovane e cosmopolita. A questo contribuiscono anche i circa 70mila studenti. Con circa il 50% di cattolici, Köln è anche una città cattolica.