LA STORIA NEL NOME DI DIO
La storia dell’evangelizzazione è sempre anche storia
della contaminazione legata alla comunicazione del nome di Dio: «La vicenda
dell’annuncio cristiano al di là dei confini nativi del Mediterraneo e dell’Europa
è storia legata a “come” questo Nome è stato declinato, tradotto, reso “buona
notizia”. È storia di un Nome destinato a divenire Volto ma, proprio per
questo, a conoscere anche lo scacco dell’incomprensione, la ferita della
bestemmia, l’offesa dello sfiguramento: non sempre
quanti pronunciavano quel Nome riuscivano a farlo risuonare con la dolcezza e
la mitezza che il volto di Gesù aveva saputo diffondere attorno a sé dalle
contrade della Galilea fino a Gerusalemmme e, da lì,
fino agli estremi confini del mondo allora conosciuto».1
La diffusione del cristianesimo fuori d’Europa diventa
oggi una rivisitazione affascinante e forse decisiva per discernere come si sia
arrivati, per esempio, al neo-fondamentalismo americano espresso dal presidente
Bush, al suicidio eroico accompagnato dal contestuale
massacro di nemici della fede, alle attuali guerre etniche con paravento
religioso.
Sul piano di lunga durata il risultato di questa storia è
il nostro mondo odierno, il cui sviluppo, comprese i conflitti e le contraddizioni,
pare ancora conseguenza di decisioni spesso in buona fede e quasi sempre “in
nome di Dio”.
IDENTITÀ
E CONQUISTA
La conquista del pianeta da parte delle potenze europee
fu spesso giustificata con motivazioni di carattere religioso. Il cristianesimo,
in particolare cattolico, doveva sfondare l’accerchiamento islamico e portare
il messaggio di salvezza al mondo intero.
Assistiamo così, tra il 1400 e il 1500, alla spartizione
delle nuove terre tra spagnoli e portoghesi, che si servirono anche di quella
concezione teologica secondo cui la terra dei pagani poteva essere gestita dal
vicario di Cristo e affidata ai sovrani che volessero impegnarsi nella sua
liberazione (cf. le famose bolle di papa Alessandro
VI).
Questo patronato politico sul cattolicesimo extra-europeo
portò ben presto a soffocare le esigenze evangeliche e lo denunziarono,
facendosene portavoce presso le corti dei potenti, i missionari più vicini alle
sofferenze dei poveri indios americani schiacciati
dalla pressione spagnola (vedi Antonio de Montesinos,
Bartolomé de Las Casas, il Motolinia ecc.). Paradigmatica è la vicenda degli indigeni aztechi in Messico, assoggettati da Cortes
e sottoposti a deportazioni e concentrazioni (reducciones),
spesso battezzati in massa dai missionari, tra i quali spiccano “i dodici”
francescani spagnoli, e organizzati in confraternite.
Dall’altro canto i portoghesi, lungo la via delle Indie,
scoprono l’Africa nera. Inizia il commercio degli schiavi, sempre più
redditizio man mano che le scoperte americane esigevano sempre più manodopera.
Su queste rotte poi, mentre ci si confronta duramente col mondo islamico, si
inizia ad aprire la strada ai più svariati movimenti religiosi afro-cristiani quali il vodou
(Haiti), la santeria (Cuba), la macumba
e il candomblé (Brasile). Fioriscono anche quelle che
potremmo definire le “visioni dei vinti”, cioè culti e credenze (di matrice
cattolica o protestante) che, con la loro carica di liberazione e di
creatività, arrivano sino ai nostri giorni e chiedono di tornare a considerare
i criteri e gli stili dell’inculturazione della fede.
L’inculturazione è del resto il tema fondamentale
dell’evangelizzazione in Asia, penetrata inizialmente dal nestorianesimo
e che, dopo i vertici toccati dalla missione dei gesuiti (ricordiamo i nomi di
Matteo Ricci e compagni in Cina), subisce oggi il ritorno delle religioni
tradizionali dell’induismo e buddismo e il
controesodo in occidente di nuovi movimenti religiosi (vedi il caso eclatante
della chiesa coreana di Moon). Il culto del cargo
nelle isole del Pacifico sembra invece essere la risposta alla distruzione
delle culture aborigene.
I SENSI
DI COLPA
Dopo questa prima fase, con l’avanzata protestante e con
l’illuminismo, i motivi religiosi passano in secondo piano nella propaganda ufficiale
e alcuni paesi “laici” come l’Inghilterra, assunsero anche comportamenti
anti-missionari. La giustificazione del colonialismo europeo (1700-1900)
insomma si laicizza, anche se evangelizzazione e civilizzazione continuano ad
avanzare di pari passo.
Mentre la predicazione biblica talora ha fornito al
desiderio di ribellione indigeno quel fondamento necessario per realizzare
tentativi indipendentistici (prima della propaganda
comunista o, in seguito, accanto ad essa), nel complesso si assiste a una differenziazione
tra la religione dei padroni bianchi e gli indigeni (qui si scorge una fonte di
vera e propria segregazione).
Non si può non riconoscere che le culture indigene in
America, in Africa e nel Pacifico hanno indubbiamente affrontato uno scontro
micidiale con la superiorità tecnologica europea. Il razionalismo contro una
visione magico-religiosa del mondo ha generato nuove
identità ma anche nuovi conflitti. La lenta consapevolezza delle propria
potenziale distruttività sta penetrando il mondo occidentale, che l’ha iniziata
a esprimere anche nel particolare fenomeno letterario dei racconti di
fantascienza incentrati sullo sbarco di extra-terrestri, racconti nati a
partire dal dibattito sulla liceità dell’espansionismo coloniale (cf. il “marziano” di Voltaire). Oggi gli extraterrestri
sembrano proprio gli ex colonizzatori bianchi!
Mentre dunque si sviluppano religioni laiche o razionali
(come la massoneria, l’ideologia della rivoluzione francese, i veri e propri
riti collettivi comunisti), le chiese cristiane, da un lato sviluppano al loro
interno una religiosità “popolare” e, dall’altro lato, affrontano le inedite
possibilità aperte dal venir meno del supporto del braccio secolare e dal
processo di secolarizzazione e di contaminazione al contrario.
Infatti l’ingresso delle religioni extra-europee nella
cultura religiosa occidentale si sta dipanando in diverse direzioni: a un
estremo troviamo le tradizioni indiana e cinese (cf.
il monaco Vivekananda che porta nel 1983 a Chicago,
nel pieno del Consiglio mondiale delle religioni, una specie di vangelo
indiano) o la missione in occidente sempre più marcata da parte del Dalai Lama con il suo buddismo tibetano;
dall’altro estremo registriamo una notevole presenza neo-induista che
caratterizza i movimenti di New Age (cf. il guru Sai Baba) e la
crescita di simpatizzanti dei movimenti di tradizione islamica come i baha’i.
Sembra che il mondo colonizzato stia tentando di
colonizzare i propri colonizzatori, riproponendo loro certi aspetti culturali
che una parte della cultura dei bianchi pareva intenzionata a cancellare.
Questo fatto, alla luce della lettura storica, conferma che non esiste un
cristianesimo, ma molti cristianesimi anche distanti tra loro: in questo va
individuato un fattore di crescita, prima che di confusione. Ma ci dice anche
che l’odierna instabilità sociale e politica di intere regioni pare legata
anche alle incomprensioni di un tentativo di cristianizzazione organizzato e
gestito come conquista militare.
La concorrenza (taluni parlano di “rivincita”!)
religiosa, facilitata dagli strumenti di comunicazione di massa, non pare
comunque indebolire il bisogno di religione, che risulta ineliminabile anche
nell’attuale contesto di supermarket delle spiritualità. La sfida del
razionalismo sembra collezionare più sconfitte che vittorie: la dea Ragione,
facendo a meno di Dio, ha dato benessere e felicità, con disattenzione però
alle mosse della piccola dea Angoscia, che sta infilandosi dappertutto
risuscitando tutti gli altri dei!
Al di là delle debolezze e meschinità degli uomini,
qualcosa del nome di Cristo è rimasto e ancora provoca la gioia e lo stupore
del ritrovamento, come si evince dalle parole di una nonna di un pueblo indiano
del New Mexico al nipote che diventerà frate francescano «Noi il Cristo già lo
avevamo; soltanto non conoscevamo il suo Nome». Evangelizzare è avventura da
non abbandonare mai.
M. C.
1 Dalla premessa di Enzo Bianchi al volume del docente di
storia del cristianesimo e delle chiese presso l’università di Udine, Edmondo Lupieri, Identità e conquista. Esiti e conflitti
dell’evangelizzazione, Bologna 2004, EDB Collana “Oggi e domani”, pp. 266, €
22,00.