CONGRESSO EUCARISTICO

A BARI

 

A circa cinquant’anni di distanza dal Congresso di Lecce (29 aprile - 6 maggio 1956), viene celebrato nuovamente in terra di Puglia, a Bari, il XXIV congresso eucaristico nazionale (21-29 maggio 2005). Esso si inserisce nella tradizione dei Congressi eucaristici nazionali, il primo dei quali fu celebrato a Napoli il 1891, anno della promulgazione della Rerum Novarum, e l’ultimo a Bologna il 1997, nel primo anno di preparazione al Giubileo del 2000.1

Due sono i motivi che hanno ispirato e fatto sorgere i congressi eucaristici: il desiderio di promuovere il culto dell’Eucaristia e la volontà di instaurare il “regno sociale” di Cristo.2 L’idea di celebrare dei Congressi eucaristici, infatti, nacque in Francia nella seconda metà del XIX secolo, nel contesto del movimento eucaristico animato da san Pier Giuliano Eymard (1811-1868), fondatore della congregazione dei sacerdoti del SS. Sacramento, e da altre figure eminenti tra le quali meritano una particolare menzione il beato Antonio Chévrier (1826-1879), fondatore del Prado di Lione, il santo di Tours, Leone Dupont, zelante promotore dell’adorazione notturna, mons. Gaspare Mermillod  (1824-1892), vescovo di Losanna e Ginevra, mons. Gastone Adriano de Ségur (1820-1881), vescovo canonico di san Dionigi a Parigi, e, soprattutto, Maria Marta Battistina Emilia Tamisier (1834-1910).

Il clima spirituale nel quale sorsero i congressi eucaristici è ben sintetizzato dalle parole di san Pier Giuliano Eymard: «Occorre ritornare alla fonte della vita, a Gesù: non soltanto al Gesù che passava per la Giudea o al Gesù glorioso in cielo, ma sempre e soprattutto a Gesù presente nell’Eucaristia. (…). Ecco la missione e la gloria del nostro secolo, ciò che lo farà grande fra i più grandi e santo fra i più santi. Si sappia bene: un secolo si sviluppa in ragione del suo culto alla divina Eucaristia. È questa la vita e la misura della sua fede, della sua carità e della sua virtù. Venga quindi sempre più questo regno dell’Eucaristia».3 Fu per opera di questi “innamorati dell’Eucaristia” che, nel 1881, si costituì l’Opera dei congressi eucaristici internazionali, e si decise la celebrazione del primo congresso a Lille, in Francia, dal 28 al 30 giugno 1881. Con un Breve pontificio del 16 maggio 1881, Leone XIII approvò l’Opera e benedisse quanti avrebbero partecipato alla prima assise eucaristica. Successivamente, sotto la presidenza del card. Mermillod, nel 1887, fu redatto un regolamento generale dell’Opera dei congressi eucaristici che, fin dal primo articolo, precisava il fine da perseguire: «Far sempre più conoscere, amare e servire Nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo sacramento dell’altare, per mezzo di solenni riunioni internazionali e periodiche e di lavorare in tal modo da estendere il suo regno sociale nel mondo».

Nella storia dei congressi eucaristici italiani si possono individuare quattro fasi: la prima si svolse nel contesto del rinnovamento sociale (I –V); la seconda nella cornice storica della riconciliazione tra Stato e Chiesa (VI-XII); la terza nell’ambito del rinnovamento conciliare dottrinale (XIII-XVII); l’ultima, quella post-conciliare, nel quadro del rinnovamento ecclesiale (XVIII-XXIV). I primi congressi italiani furono promossi per l’impulso dato direttamente dalla Santa Sede e dalle Conferenze episcopali regionali. Successivamente, dopo il congresso tenuto a Venezia, il quinto della serie, per dare maggiore continuità e su richiesta del congresso dei sacerdoti adoratori, venne istituito il Comitato permanente dei congressi eucaristici nazionali, quale sotto-comitato dei congressi internazionali. Al comitato si diede una maggiore consistenza con l’approvazione degli statuti (1927) e l’affiancamento della congregazione del Santissimo Sacramento. Dopo il congresso di Milano (1983), la Conferenza episcopale italiana assunse il comitato tra le espressioni della sua attività e nominò il presidente nella persona di uno dei suoi vicepresidenti, nella circostanza il card. Salvatore Pappalardo. A seguito dei congressi eucaristici nazionali di Reggio Calabria (1988) e di Siena (1994), si ravvisò la necessità di rivedere lo statuto emanato dal Consiglio permanente della CEI nel 1988. Il nuovo statuto fu approvato il 25 gennaio 1996 e la responsabilità della gestione del congresso fu assunta direttamente dalla CEI. L’inserimento di questa manifestazione all’interno della programmazione pastorale della Chiesa italiana segnò una svolta importante nella storia dei congressi eucaristici italiani.

Collocato a metà del primo decennio del 2000, il XXIV congresso eucaristico nazionale di Bari si inquadra in un contesto pastorale le cui linee generali sono state autorevolmente tracciate dalla Lettera apostolica di Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte e dall’enciclica, Ecclesia de Eucharistia, nella quale il pontefice ha sottolineato l’importanza di “ripartire dall’Eucaristia”, centro e fulcro dell’azione missionaria della Chiesa: «Contemplare il volto di Cristo e contemplarlo con Maria  è il “programma” che ho additato alla Chiesa all’alba del terzo millennio, invitandola a prendere il largo nel mare della storia con l’entusiasmo della nuova evangelizzazione. Contemplare Cristo implica saperlo riconoscere dovunque egli si manifesti, nelle sue molteplici presenze, ma soprattutto nel Sacramento vivo del suo corpo e del suo sangue. La Chiesa vive del Cristo eucaristico, da lui è nutrita, da lui è illuminata. L’Eucaristia è mistero di fede e insieme “mistero di luce”».4

La celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia, (ottobre 2004-ottobre 2005), è la cornice ideale dentro la quale si inscrive il congresso di Bari.  Nella lettera apostolica, Mane nobiscum Domine, infatti, Giovanni Paolo II ha chiesto che «in questo anno si ponga un impegno speciale nel riscoprire e vivere pienamente la domenica come giorno del Signore e giorno della Chiesa».5 Anche il nuovo pontefice, Benedetto XVI, nell’omelia del 20 aprile, ha affermato: «In maniera quanto mai significativa, il mio pontificato inizia mentre la Chiesa sta vivendo lo speciale anno dedicato all’Eucaristia. Come non cogliere in questa provvidenziale coincidenza un elemento che deve caratterizzare il ministero al quale sono chiamato? L’Eucaristia, cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio petrino che mi è stato affidato. L’Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto che a noi continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo corpo e de suo sangue. Dalla piena comunione con lui scaturisce ogni altro elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti i fedeli, l’impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l’ardore della carità verso tutti, specialmente vero i poveri e i piccoli». 

In questo clima spirituale e pastorale promosso dal magistero pontificio, e in sintonia con gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana, il congresso di Bari intende ribadire che «la vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e l’Eucaristia è il cuore della domenica. Dobbiamo “custodire” la domenica, e la domenica “custodirà” noi e le nostre parrocchie, orientandone il cammino, nutrendone la vita».6

 

Vito Angiuli

 

1 Cfr. V. ANGIULI, I Congressi eucaristici nazionali e internazionali, Ecumenica Editrice, Bari 2005.

2 Cfr. E. VECCHI, La dimensione sociale dell’Eucaristia. Storia, radici e tradizioni dei Congressi eucaristici nazionali in Italia, Centro Eucaristico, Ponteranica (BG) 2004.

3 P. J. EYMARD, Le Très Saint Sacrement, luglio 1864, pp. 12-13.

4 GIOVANNI PAOLO II, Ecclesia de Eucharistia, 6.

5 GIOVANNI PAOLO II, Mane nobiscum Domine, 23.

6 CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 8.