OMAGGIO DALLE CHIESE DEL CEC
Il dr. Keith
Clements, segretario generale della Conferenza delle chiese europee (CEC), di
cui fanno parte 125 chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vecchi cattolici
e oltre 40 organizzazioni associate di tutti i paesi d’Europa, ha voluto
rendere omaggio alla memoria di Giovanni Paolo II con la seguente
dichiarazione.
«Nell’apprendere la notizia della morte del papa Giovanni
Paolo II, la Conferenza delle Chiese Europee (CEC) si unisce ai cristiani di
tutte le tradizioni presenti nel mondo che ora si rivolgono a Dio, al Dio di
ogni consolazione, nella più intensa preghiera e riflessione. Una vita e un
ministero di significato epocale nel cristianesimo attuale sono giunti al loro
termine terreno. Hanno avuto termine misericordiosamente i recenti anni di
progressiva prova fisica e di sofferenza, col sostegno della grazia di colui
che ora dice a noi nuovamente: «Io sono la risurrezione e la vita». Noi del CEC
ricordiamo in modo particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle della
Chiesa cattolica romana in questo loro particolare senso di perdita. Sì, anche
noi uniamo le nostre preghiere di riconoscenza alle loro per tutta la grazia
esperimentata attraverso la vita e la testimonianza di Giovanni Paolo II.
Per le chiese e i popoli d’Europa Giovanni Paolo II è
stato una figura di particolare significato. Come figlio della Polonia egli ha
profondamente sofferto nella sua vita la tragica esperienza dell’Europa del
ventesimo secolo a causa della guerra e dell’oppressione, prima sotto
l’occupazione nazista e poi sotto il totalitarismo comunista. Nello stesso
tempo, in queste esperienze egli ha incarnato lo spirito più genuino del
cristianesimo europeo rifiutando di compromettere sia la sua fede sia la sua
umanità. In quanto capo della chiesa cattolica romana in Polonia è stato uno
che si è intensamente adoperato per ispirare la causa della libertà e dei diritti
umani sia nel suo paese natale sia al di fuori, nell’Europa dell’est. Egli
occupa un posto sicuro nella storia del cambiamento dell’Europa nell’ultimo
quarto del secolo XX. E così pure per il servizio nel corso del suo lungo
pontificato per aver propugnato la causa di una maggiore unità dell’Europa, la
costruzione di “una comune casa europea” in cui dovesse aver parte il
cristianesimo sia orientale che occidentale.
Nessun aspetto della sua testimonianza è stato
maggiormente apprezzato da tutti i cristiani e dalle persone di buona volontà
del suo costante invito alla pace nel mondo. È stato un invito sottolineato dal
modo con cui egli si è speso attraverso i suoi viaggi, e mediante la sua
capacità di comunicare le proprie convinzioni in modo fortemente personale
anche nelle grandi riunioni e in particolare ai giovani.
Gli anni di pontificato di Giovanni Paolo II hanno visto
le chiese d’Europa camminare insieme più unitamente a tanti livelli. Noi del
CEC ci siamo rallegrati per la crescente collaborazione con il Consiglio delle
conferenze dei vescovi europei (CCEE), cosa che non avrebbe potuto avvenire
senza l’incoraggiamento del papa.
Ricordiamo con gioia di essere stati accolti come
delegati fraterni ai sinodi speciali dei vescovi per l’Europa a Roma nel 1991 e
1999, durante i quali i nostri rappresentanti sono stati ricevuti e accolti
personalmente da sua Santità. In queste occasioni, e quando i membri del
comitato congiunto CEC-CCEE furono ricevuti a Roma nel 1998, siamo rimasti
impressionati dalla sincerità della sua accoglienza, dalla sua spiritualità
manifestata nell’amicizia, e dalla sua affermazione che non esiste alternativa
al cammino ecumenico.
Questi e altri esempi del suo incoraggiamento a costruire
ponti tra la chiesa cattolica romana e le altre chiese sono stati per noi segni
importanti di speranza, nonostante il persistere di profonde differenze
teologiche, l’emergere di nuovi problemi e l’esperienza di alcune frustrazioni
nel cammino ecumenico di questi ultimi anni. La speranza, come afferma
l’apostolo Paolo, non delude.
Un momento come questo naturalmente unisce insieme un
immediato senso di perdita e di incertezza con il ricordo e la riflessione sul
passato. Una figura così grandiosa del nostro panorama è scomparsa. Ma è anche
il momento di guardare nella fede e nella speranza al Dio di tutti i secoli, la
cui grazia è infinita e il cui regno ha da venire. Le nostre preghiere per la
Chiesa cattolica romana abbracciano soprattutto coloro alla cui volontà ora,
con l’aiuto di Dio, è affidato il solenne compito di eleggere il successore di
Giovanni Paolo II. Essi possono stare sicuri di essere accompagnati con la
mente e la preghiera da tutti i cristiani che sperano che “l’unità dello
Spirito nel vincolo della pace” sia rafforzata nel nostro tempo. Soprattutto,
possano essi, a questo scopo, sperimentare la presenza, la forza e la guida
dello Spirito Santo nel cercare di essere un cuor solo in ordine a questa
scelta nell’attuale momento della loro Chiesa, per la speranza di tutti i
cristiani e la pace e il bene di tutta l’umanità.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo l’amore di Dio e
la comunione dello Spirito Santo sia con tutti noi, sempre».