SPIRITUALITÀ

DAL BASSO

 

Un padre manda il figlio per il mondo per fargli apprendere qualcosa di sensato. Per tre volte torna dicendo di aver imparato, rispettivamente, l’abbaiare dei cani, i versi dei volatili e il gracidare delle rane. Cacciato di casa dal padre che non sa cosa farsene di queste arti, dialoga senza paura con alcuni cani selvaggi, che gli svelano come la loro ferocia è dovuta al compito di difendere un tesoro in una torre e l’aiutano a impossessarsene.

Questa novella dei fratelli Grimm serve a due note guide spirituali benedettine1 per descrivere la via della salvezza e della felicità: il dialogo con i cani che abbaiano, cioè con le proprie passioni, problemi, paure e ferite. Una spiritualità dall’alto rinchiuderebbe i cani nella torre ed erigerebbe accanto un edificio fatto di ideali, perpetuando così la paura che i cani escano e sbranino qualcuno: la persona pia infatti ha paura delle concupiscenze in agguato e delle continue tentazioni.

«Ma in questo modo si esclude soprattutto se stessi dalla vita. tutto ciò che reprimiamo o rimuoviamo è una perdita in termini di vitalità. I cani che abbaiano sono pieni di forza; imprigionandoli ci priviamo di quella forza di cui abbisogniamo nell’itinerario che porta a Dio e a noi stessi…. Quando, mossi dal troppo idealismo, imprigioniamo i nostri cani che abbaiano, viviamo nella tensione continua di una loro evasione. Ci costringiamo a fuggire da noi stessi, avendo paura di guardare dentro di noi» (p. 56).

 

PER UNA CRESCITA

INTEGRALE

 

La vita cristiana, e in particolar modo la vita consacrata, ha oggi bisogno di un nuovo linguaggio e di nuove vie di esperienze in modo da ridisegnare e da praticare una spiritualità che interessi e interpelli le persone nel loro desiderio di crescita integrale, di liberazione e di guarigione.

In questa direzione può risultare particolarmente prezioso l’incontro tra la tradizione dei monaci del IV-VI secolo e la psicologia del profondo. Il monachesimo antico iniziava dalla conoscenza delle proprie passioni per conoscere il vero Dio: cf. la formula di Evagrio Pontico, “se vuoi conoscere Dio, impara prima a conoscere te stesso”. La spiritualità dal basso infatti non considera la salita a Dio come una strada a senso unico, perché è consapevole che non è la nostra virtù che apre il varco a Dio ma la debolezza, addirittura il peccato. Quale strada prendere dunque per arrivare a Dio: quella che sale o quella che scende?

La spiritualità dall’alto è impostata sugli obiettivi ideali da raggiungere attraverso l’ascesi e la preghiera. La psicologia moderna è scettica su tale spiritualità perché rischia la lacerazione interiore della persona. Al contrario, la spiritualità dal basso permette di aprirsi a una relazione personale con Dio proprio quando si è giunti al capolinea delle proprie possibilità. «Gesù non ha stabilito nessuna scala di perfezione su cui, salendo gradino per gradino, si giunga finalmente a possedere Dio, ma ha mostrato una via che porta nelle profondità dell’umiltà» (Jean Lafrance, citato a p. 8). Umiltà (da humus, terreno) qui indica il riconciliarsi con la nostra “terrenità”, con il nostro mondo istintuale che conduce al vero sé (in questo senso va riletto il settimo capitolo della Regola di san Benedetto, pp. 34-46).

Attenzione, la spiritualità dall’alto svolge l’importante funzione di svegliare la vita in noi, chiamandoci a grandi ideali, ma rischia di farci perdere il contatto con la nostra realtà. Essa si trova all’inizio del cammino e deve farci consapevoli che non si può raggiungere Dio con le sole proprie forze. Le grandi figure bibliche (Abramo, Mosè, Davide, l’apostolo Pietro, Paolo ecc.) e le parabole di Gesù illustrano efficacemente cosa significhi una spiritualità dal basso. Del resto l’incarnazione di Gesù Cristo è già «un segno della spiritualità dal basso: Gesù nasce in una stalla, non in un palazzo; non nella capitale ma a Betlemme, in provincia, cioè vuol nasce in quella parte di noi che non ha importanza. C.G.Jung ribadisce spesso che noi siamo soltanto la stalla in cui nasce Dio» (p.25).

 

L’ESPERIENZA DEL

LIMITE E DELL’IMPOTENZA

 

Il programma del gruppo Alcolisti Anonimi è fondamentalmente basato sull’ammissione della propria impotenza, la dichiarazione di bancarotta della propria volontà. Ecco una conferma ulteriore che Dio ci parla anche nelle nostre passioni e bisogni. Una spiritualità dal basso implica dunque il dialogo con i pensieri e i sentimenti (gelosia, irascibilità, perfezionismo, paura, uso del cibo e della sessualità, tristezza), con le malattie (vertigini, mal di testa, allergie, tosse ecc.), con traumi e ferite (rivelati spesso da dolori fisici, ipersensibilità, senso di delusione).

André Louf parla, a questo proposito, di “ascesi della debolezza”: non occorre dare prove di forza, ma è necessario misurarsi coi propri limiti per arrendersi a colui che non ha limiti (pp. 93 e ss.). La spiritualità dal basso esige, poi, un diverso rapporto con la comunità. Occorre anche qui ascoltare l’abbaiare dei cani. Là dove ci si blocca, dove c’è mormorazione e malcontento dovremmo cercare il tesoro. Gli ideali sublimi impediscono, qui più che altrove, di calarsi in una realtà fatta di persone reali ferite.

La via dell’humus infine ci conduce all’humor, cioè all’umorismo. «Una spiritualità guidata dall’umiltà non porta una persona ad abbassarsi in modo artificiale, a scusarsi di essere al mondo. L’umiltà fa acquisire piuttosto la veracità interiore, la calma e l’umorismo. In quest’ultimo è implicita l’idea che a tutto ciò che è in noi è permesso di esistere, che noi, essendo derivati dalla terra, non dobbiamo rifuggire da ciò che è terreno» (p.108).

«Nell’accompagnamento o direzione spirituale, concludono i due autori, sperimentiamo in continuazione come le persone soffrano a causa della loro spiritualità dall’alto. Abbastanza spesso i loro ideali le sovraccaricano spiritualmente. È come se si fossero imposte un corsetto spirituale troppo stretto che talora le ha fatte ammalare. Quando prospettiamo loro la spiritualità dal basso e le invitiamo a percorrerla, avvertono ciò come una liberazione e una guarigione».

 

M. C.

 

1 GRÜN A.- DUFNER M., Spiritualità dal basso, Queriniana, Brescia 2005, pp. 122, ¤ 9,00.