LA CHIESA

E I MASS MEDIA

 

La Chiesa, soprattutto a partire dal concilio, attribuisce una straordinaria importanza ai mass media e al loro utilizzo soprattutto in ordine alla diffusione del messaggio del Vangelo. Quest’attenzione si è accentuata in occasione dei sinodi speciali dei vescovi per i vari continenti e anche in quello per la vita consacrata come dimostra questa piccola antologia ricavata dalle diverse esortazioni apostoliche post-sinodali del papa. A titolo informativo è utile ricordare anche che per quanto riguarda l’Italia, la Cei ha pubblicato di recente su questo argomento il Direttorio della comunicazione.

 

Vita consecrata (1996)

 

«Come nel passato le persone consacrate hanno saputo porsi con ogni mezzo al servizio dell’evangelizzazione, affrontando genialmente le difficoltà, così oggi sono interpellate in modo nuovo dall’esigenza di testimoniare il Vangelo attraverso i mezzi della comunicazione sociale. Tali mezzi hanno assunto una capacità di irradiazione cosmica mediante potentissime tecnologie, in grado di raggiungere ogni angolo della terra. Le persone consacrate, soprattutto quando per carisma istituzionale operano in questo campo, sono tenute ad acquisire una seria conoscenza del linguaggio proprio di tali mezzi, per parlare in modo efficace di Cristo all’uomo d’oggi, interpretandone «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce», e contribuire così all’edificazione di una società in cui tutti si sentano fratelli e sorelle in cammino verso Dio... Ogni sforzo in questo importante e nuovo campo apostolico va incoraggiato, affinché il Vangelo di Cristo risuoni anche attraverso questi mezzi moderni. I vari istituti siano pronti a collaborare, con l’apporto di forze, mezzi e persone, per realizzare progetti comuni nei vari settori della comunicazione sociale. Le persone consacrate, inoltre, specie i membri degli Istituti secolari, prestino volentieri il loro servizio, secondo le opportunità pastorali, anche per la formazione religiosa dei responsabili e degli operatori della comunicazione sociale pubblica o privata, affinché da una parte siano scongiurati i danni provocati dall’uso viziato dei mezzi e dall’altra venga promossa una superiore qualità delle trasmissioni, con messaggi rispettosi della legge morale e ricchi di valori umani e cristiani» (99).

 

Ecclesia in Africa  (1995)

 

«La Chiesa di oggi può disporre di una varietà di mezzi di comunicazione sociale, tanto tradizionali quanto moderni. È suo dovere farne il miglior uso per diffondere il messaggio della salvezza. Per quanto concerne la Chiesa in Africa, l’accesso a questi mezzi è reso difficile da numerosi ostacoli, non ultimo il loro costo elevato. In molte località, inoltre, esistono norme governative che impongono, al riguardo, un controllo indebito. È necessario fare ogni sforzo per rimuovere tali ostacoli: i mezzi di comunicazione, privati o pubblici che siano, devono essere al servizio delle persone, senza eccezione. Invito pertanto le Chiese particolari d’Africa a fare tutto ciò che è in loro potere per conseguire tale obiettivo» (125).

 

Ecclesia in Europa (2003)

 

«Data la rilevanza degli strumenti della comunicazione sociale, la Chiesa in Europa non può non riservare particolare attenzione al variegato mondo dei mass media. Ciò comporta, tra l’altro, l’adeguata formazione dei cristiani che operano nei media e degli utenti di questi strumenti, in vista di una buona padronanza dei nuovi linguaggi. Speciale cura si porrà nella scelta di persone preparate per la comunicazione del messaggio attraverso i media. Molto utile sarà pure lo scambio di informazioni e di strategie tra le Chiese sui diversi aspetti e sulle iniziative concernenti tale comunicazione. Né dovrà essere trascurata la creazione di strumenti locali, anche a livello parrocchiale, di comunicazione sociale.

Nello stesso tempo, si tratta di inserirsi nei processi della comunicazione sociale, per renderla più rispettosa della verità dell’informazione e della dignità della persona umana. A tale proposito, invito i cattolici a partecipare all’elaborazione di un codice deontologico per quanti operano nell’ambito della comunicazione sociale, lasciandosi guidare dai criteri che i competenti organismi della Santa Sede hanno recentemente indicato e che i vescovi in sinodo avevano così elencato: « Rispetto della dignità della persona umana, dei suoi diritti, compreso il diritto alla privacy; servizio alla verità, alla giustizia e ai valori umani, culturali e spirituali; stima delle diverse culture evitando che si disperdano nella massa, tutela dei gruppi minoritari e dei più deboli; ricerca del bene comune, al di sopra degli interessi particolari o del predominio di criteri soltanto economici ».(63).

 

Ecclesia in Asia (1999)

 

«In un’epoca di globalizzazione, i mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali. Le giovani generazioni crescono in un mondo condizionato soprattutto da essi »... Inevitabilmente, anche la missione evangelizzatrice della Chiesa è profondamente segnata dall’impatto dei mass media, i quali, in considerazione della loro crescente influenza sino nelle aree più remote dell’Asia, possono essere di grande aiuto nell’annuncio del Vangelo in ogni angolo del continente. Tuttavia, « non basta usarli per diffondere il messaggio cristiano e il magistero della Chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa “nuova cultura” creata dalla comunicazione moderna»....Faccio mie le raccomandazioni dei Padri sinodali circa l’evangelizzazione mediante le comunicazioni sociali, l’« areopago dei tempi moderni », nella speranza che ciò possa servire la promozione umana e la diffusione della verità di Cristo e dell’insegnamento della Chiesa» (48).

 

Ecclesia in America (1999)

 

«E fondamentale, per l’efficacia della nuova evangelizzazione, una profonda conoscenza della cultura attuale nella quale i mezzi di comunicazione sociale hanno grande influenza. Conoscere e usare questi mezzi, sia nelle loro forme tradizionali che in quelle più recenti introdotte dal progresso tecnologico, è, pertanto, indispensabile. L’odierna realtà richiede che si sappia dominare il linguaggio, la natura e le caratteristiche dei mass media. Usandoli in maniera corretta e competente, si può portare a compimento un’autentica inculturazione del Vangelo. D’altra parte, questi stessi mezzi contribuiscono a modellare la cultura e la mentalità degli uomini e delle donne del nostro tempo; ragion per cui gli operatori nel campo degli strumenti di comunicazione sociale devono essere destinatari di una speciale azione pastorale. Al riguardo, i Padri sinodali hanno indicato numerose iniziative concrete per una presenza efficace del Vangelo nel mondo dei mezzi di comunicazione sociale: la formazione di operatori pastorali per tale ambito; la promozione di centri di produzione qualificata; l’uso prudente e mirato di satelliti e delle nuove tecnologie; la formazione dei fedeli perché siano utenti « critici »; l’unione degli sforzi per acquisire e per poi gestire insieme nuove emittenti e reti radiotelevisive, come pure il coordinamento di quelle già esistenti. Quanto poi alle pubblicazioni cattoliche, esse meritano di essere sostenute ed hanno bisogno di raggiungere un auspicato sviluppo qualitativo.

Occorre incoraggiare gli imprenditori perché sostengano economicamente prodotti di qualità che promuovano i valori umani e cristiani. Tuttavia, un programma tanto vasto supera di molto le possibilità delle singole Chiese particolari del continente americano. Per questo, gli stessi padri sinodali hanno proposto il coordinamento interamericano delle attività esistenti nel campo dei mezzi di comunicazione sociale per aiutare la reciproca conoscenza e cooperazione delle realizzazioni già esistenti nel settore» (72).