NELL’EUCARISTIAVENIAMO TRASFORMATI
Nell’eucaristia
quale sacramento della rigenerazione cristica agisce lo Spirito Santo, che la
Filocalia chiama «fuoco della trasformazione»: Cristo ci incorpora a sé e ci
rende partecipi del suo destino.
L’eucaristia costituisce la continuazione e la
dilatazione dell’incarnazione: ciascuno di noi è «un piccolo universo in cui
l’incarnazione si attua con un’intensità e delle sfumature incomunicabili»
(Teilhard de Chardin).
In questo senso l’eucaristia rimanda al «Cristo totale»,
in quanto attraverso di essa siamo chiamati a contemplare il Signore Gesù e a
comunicare con lui nel suo quadruplice «corpo»: il «corpo» eterno del Verbo
divino, che il Padre genera dallo Spirito del suo Amore; il corpo fisico del
Verbo concepito e generato nella carne della Vergine Maria e donatoci nei santi
segni del pane e del vino eucaristici, dove egli si rende presente con la sua
divinità e la sua umanità; il corpo sociale di Cristo, che aggrega a sé gli
uomini come membra vive; il corpo «cosmico», dal momento che «l’intera pienezza
del mondo si trasforma nel corpo del Signore e nel tempio dello Spirito Santo»,
così da diventare «una nuova creazione».
Se già «con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in
certo modo a ogni uomo» (GS 22/1386), a maggior ragione attraverso l’eucaristia
diventiamo concorporei e consanguinei di Cristo, membra del suo Corpo e
partecipi del suo destino.
«La vita spirituale è essenzialmente la presa di
coscienza del potere di risurrezione che l’eucaristia ci comunica», perché
trasferisce in noi la vita che il Padre ci trasmette per mezzo del Figlio, il
quale ci comunica il suo Spirito. È il sacramento della deificazione.
Di conseguenza l’eucaristia è il sacramento della
rigenerazione cristica, poiché in esso agisce lo Spirito Santo, detto «fuoco
della trasformazione» (Filocalia, 1). Cristo è venuto a portare questo fuoco!
Il legame tra eucaristia e Chiesa è espresso nella
celebre formula: «l’eucaristia è dentro la Chiesa e la Chiesa è dentro
l’eucaristia» (Olivier Clément).
L’eucaristia è il segno-sacramento della Chiesa stessa
come Corpo di Cristo che si aggrega lungo il volgere della storia e come
comunione tra gli uomini nel vincolo della Trinità: divenuti «figli nel Figlio»
(GS 22/1390), abbiamo accesso al Padre nell’unico Spirito.
Potenzialmente l’eucaristia è finalizzata
all’aggregazione di tutti gli uomini nell’unico Corpo di Cristo, come cellule
viventi. Egli è «il germe e l’inizio» dell’umanità redenta. Diventiamo gli uni
membra degli altri, nell’interdipendenza della comunione sacramentale e della
comunione-servizio, unico titolo per essere accolti «alla destra del Padre»!
Si ricordano così la lavanda dei piedi e il giudizio
universale, quando Cristo riconoscerà rivolto a lui l’amore che abbiamo
manifestato ai fratelli.
Alla luce dell’incarnazione, l’intero cosmo riacquista
uno spessore sacramentale: la materia e la vita raggiungono un dinamismo e una
potenzialità che si esprimono nel corpo e nel sangue del Signore.
«Adoro un Dio palpabile...», afferma Teilhard de Chardin.
Gli fa eco il cardinale Carlo Maria Martini quando scrive
che l’eucaristia è «comunione di vita con l’essere e con tutti gli esseri, è il
luogo in cui il creato e la sua storia passano dal sesto al settimo giorno
della creazione, quando Dio sarà tutto in tutti».
La celebrazione eucaristica offre l’umanità e il cosmo al
fuoco dello Spirito Santo, che trasforma il tutto in nuova creatura.
La messa è quindi l’evento con il quale il Verbo
incarnato «prende corpo» nell’umanità e nel cosmo.
Attraverso di essa, viene restituito all’uomo e alla
materia il suo originario carattere sacramentale, ossia di realtà che contiene
e manifesta il sacro, il divino.
Le conseguenze di questa visione sul piano esistenziale
ed ecologico sono decisive per il pieno compimento dei destini umani, in quanto
aiutano a superare un rapporto desacralizzante con la persona propria e altrui
e a rapportarsi con il creato in modo rispettoso e adorante, e non in spirito
di dominio e di sfruttamento.
L’umanità e tutta la creazione diverranno in tal modo la
fidanzata-sposa adorna e splendidamente vestita, condotta alle eterne nozze
dell’Agnello.
Antonio Gentili
da Mistica Cena, Studium,
Roma 2004