È STATO PROVATO

IN TUTTO

 

Quando chi soffre percepisce come insipidi i motivi di conforto che gli altri offrono, deve cercare conforto in Cristo: il solo che può compatire sino in fondo.

 

Mio ascoltatore, se tu stesso sei stato, o forse sei, sofferente oppure hai conosciuto chi soffre, hai senz’altro ascoltato spesso la comune protesta di chi soffre: «Tu non mi capisci, sì, non mi capisci, non ti metti al mio posto. Se ti mettessi al mio posto, se fossi capace di metterti al mio posto, se potessi metterti fino in fondo al mio posto e dunque capirmi fino in fondo, allora parleresti diversamente».

Parleresti diversamente, il che vuol dire nel linguaggio di chi soffre: anche tu vedresti e capiresti che non esiste conforto.

Questa è dunque la protesta. Chi soffre protesta quasi sempre che chi lo vuole confortare non si mette al suo posto.

Certamente chi soffre ha pur sempre una qualche ragione, perché nessun essere umano vive fino in fondo la stessa esperienza di un altro e, se anche ciò avvenisse, c’è però per ogni essere umano in particolare il limite generale e comune di non potersi mettere al posto di un altro, di non potere, anche con tutta la buona volontà, percepire, sentire, pensare come un altro.

Ma in un altro senso il sofferente ha torto, in quanto pretende di dedurne che non esiste conforto per chi soffre; mentre se ne potrebbe anche dedurre che ogni sofferente dovrebbe cercare conforto in se stesso, cioè presso Dio.

La volontà di Dio non è certo stata che un essere umano potesse trovare completo conforto nell’altro.

Al contrario la gradita volontà di Dio è che ogni essere umano debba trovare conforto in sé; che, quando i motivi di conforto che gli altri offrono diventano per lui insipidi, egli allora si rivolga a Dio, seguendo la parola del Vangelo: abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri (cf. Mc 9,50).

Tu che soffri, e tu che forse sinceramente e con buone intenzioni desideri consolare: non litigate inutilmente tra voi! Tu che compatisci, mostra vera compassione e non pretendere di metterti fino in fondo al posto dell’altro. E tu che soffri, mostra vero buonsenso e non pretendere l’impossibile dall’altro. C’è infatti uno solo che può mettersi fino in fondo al posto tuo e di ciascun sofferente: il Signore Gesù Cristo.

Di questo parlano le sacre parole che abbiamo letto. «Non abbiamo un sommo sacerdote incapace di aver compassione delle nostre debolezze», cioè ne abbiamo uno capace di aver compassione delle nostre debolezze; e per giunta «ne abbiamo uno che è stato provato in tutto al nostro stesso modo».

Questa è infatti la condizione per poter provare vera compassione – perché la compassione di chi non ha fatto esperienza e non è stato provato è un fraintendimento, quasi sempre un fraintendimento che più o meno intensamente grava su chi soffre ferendolo – la condizione è questa: essere provati allo stesso modo.

Se questo avviene, ci si può anche mettere fino in fondo al posto di chi soffre; e se si è provati in tutto e allo stesso modo, ci si può mettere fino in fondo al posto di ogni sofferente.

Un simile sommo sacerdote lo abbiamo, Lui sa avere compassione. E che Lui non possa non avere compassione lo vedi proprio dal fatto che per compassione è stato provato in tutto e al nostro stesso modo: è stata proprio la compassione a fargli decidere di venire al mondo.

Ed è stata di nuovo la compassione, è stato per poter avere vera compassione che Lui, per libera decisione, è stato provato in tutto e al nostro stesso modo, Lui che sa mettersi fino in fondo e fino in fondo si è messo al tuo, al mio, al nostro posto.

Cristo si è messo fino in fondo al tuo posto.

Era Dio e divenne uomo: così si è messo al tuo posto.

Questo desidera infatti la vera compassione: mettersi al posto di chi soffre per poter davvero recare conforto. Ma proprio questo la compassione umana non è capace di farlo; solo la compassione divina lo può.

E Dio divenne uomo.

Mio ascoltatore, noi abbiamo un simile sommo sacerdote della compassione: chiunque tu sia e comunque tu soffra, Lui può mettersi fino in fondo al tuo posto.

Chiunque tu sia, peccatore, come siamo tutti, Lui si mette fino in fondo al tuo posto.

 

Søren Kierkegaard

da Il giglio nel campo. Discorsi, Donzelli ed. 1998