IL NOBEL PER LA PACE

A WANGARI MAATHAI

 

“E’ una straordinaria vittoria della società civile africana”. Queste le parole con cui Thomas Simmons, direttore di AMREF Italia, Fondazione africana per la medicina e la ricerca, ha accolto la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la pace a Wangari Maathai, leader del movimento ambientalista africano.

 

Sessantaquattro anni, keniota, Wangari Maathai è da oltre 20 anni il simbolo della lotta per i diritti civili in Africa e ha fondato il Green Belt Movement, con cui AMREF ha collaborato in occasione dell’Earth Summit di Johannesburg del 2002.

“La difesa dell’ambiente in Africa – aggiunge Thomas Simmons – è strettamente legata all’impegno in difesa della salute e contro la povertà. Per questo il premio a Wangari Maathai acquista un significato particolare. Il degrado ambientale, infatti, è causa di malattie e sottosviluppo. La deforestazione del monte Kenia, per esempio, ha provocato erosione del suolo e perdita di riserve d’acqua. Ciò ha portato alla siccità, a sua volta causa di malnutrizione. Così la popolazione della zona, oggi, è molto più esposta alle malattie”.

“Wangari Maathai – commenta da Nairobi John Muiruri, responsabile del progetto Children in need di AMREF, da 20 anni impegnato nel recupero dei ragazzi di strada nella capitale del Kenia – ha saputo saldare le istanze della difesa dell’ambiente e delle risorse naturali, con l’impegno in favore dei diritti delle popolazioni più povere e marginali, guidando la mobilitazione contro le demolizioni forzate delle immense baraccopoli di Nairobi dove è confinato oltre il 70 per cento della popolazione che, nella maggior parte dei casi, deve anche pagare un affitto, con il rischio continuo di sfratto. La battaglia di Wangari Maathai è la lotta per la difesa della proprietà pubblica della terra, premessa fondamentale per rendere nuovamente vivibili i terribili slum di Nairobi con la partecipazione delle popolazioni che li abitano. La sua, quindi, è una vittoria fondamentale per tutta la gente di Nairobi che vive nel disagio, a partire dai ragazzi di strada”.

“Il Nobel per la Pace a Wangari Maathai – spiega Thomas Simmons – assume un valore ancora più significativo perché per la prima volta premia una donna africana. Come dimostra la nostra esperienza pluridecennale in progetti in difesa della salute e dell’ambiente, infatti, sono le donne i principali agenti del cambiamento in questo continente. La sua vittoria dimostra anche che, come AMREF ripete da anni, il futuro dell’Africa è nero, e che lo sviluppo in questo continente può cominciare soltanto a partire dalla riscoperta e dalla valorizzazione del lavoro, spesso misconosciuto, della società civile locale”.

 

AMREF è la principale organizzazione sanitaria africana senza fini di lucro. Dalla sua fondazione, nel 1957 a Nairobi, promuove e gestisce ogni anno centinaia di progetti di sviluppo sanitario in 14 paesi dell’Africa orientale. L’unicità di AMREF risiede nel suo essere un’organizzazione pienamente “africana”, che si impegna cioè per uno sviluppo autonomo del continente: il 95 per cento del personale impiegato è africano.