PER LA FEDE D’OGNI GIORNO

 

Un giorno la priora del Carmelo di Lisieux entrò nella cella di Teresa di Gesù Bambino e trovò la giovanissima sorella col lavoro tra le mani e, pur sorridente, con gli occhi colmi di lacrime. Le domandò il perché di quelle lacrime ed ella rispose: «Madre, medito il Padre nostro…».

Non stupisce chi conosce la Storia di un’anima quella dolcezza di pianto in Teresa, la cui intuizione della paternità divina aveva rivestito i tratti tenerissimi del padre terreno, del quale nello stesso tempo ella aveva avuto anche segni eloquenti di una linea pedagogica intesa a rafforzare la struttura personale della sua reginetta. Emozioni come quelle che chiunque sull’onda dei ricordi forse può provare, se entra in contatto con la sapienza del Vangelo per “attaccare discorso” con Dio mediante le parole che Gesù ci ha suggerito per un approccio a lui da figli: Padre nostro…

E può svilupparsene la meditazione,  entrando nelle pieghe delle sette domande, benché talora queste sfuggano, quasi, al loro oggetto preciso per lasciarne avanzare molte altre, a provocare l’intelligenza e la fede.

Sono le domande di sempre e di oggi ma attualmente quasi sopraffatte, almeno in occidente, dalle conseguenze negative di comportamenti indotti dalla società del benessere, come quelle da cui parte la riflessione proposta nell’ultimo libro di Vinicio Albanesi;1 domande che scaturiscono dalla concretezza di ogni vita: «pensieri, condizionamenti, desideri. Piccole schegge della vita dell’universo», che solo a grande fatica si orientano, appunto, verso la fonte dell’Acqua viva.

 

DALLE SORGENTI

AL PANE

 

Da dove veniamo, e quale traguardo attende il nostro andare, quale futuro aspetta l’umanità, quali radici ha la felicità sognata e che senso hanno gli altri per i singoli individui e perché tanto faticare, a quale scopo ultimo perseguire l’onestà della vita…

La riflessione proposta da Albanesi sulla complessità delle domande inizia da una professione di quella fede quotidiana che ci porta ad aprire le giornate dicendo “Padre nostro” e confessando a Dio nella preghiera, implicitamente, che senza abdicare alla razionalità chi crede in lui ha dato alle domande sull’origine dell’universo e della vita una risposta diversa da quella delle tante filosofie che hanno occupato lungo i tempi la mente umana e delle tante tuttora in auge.

«Ci siamo fidati di Cristo che ha rivelato il tuo volto di Dio onnisciente e onnipotente, inconoscibile in sé ma coerente con la definizione di Dio», volto di colui «che racchiude in sé la potenza divina e la misericordia umana», di un Dio che si è fatto salvezza per noi.

Infatti, «le domande del nostro nascere non potevano aspettare. Abbiamo desiderato qualcuno, oltre il limite. Attraverso il sogno, risponderanno i razionalisti; imperdonabile errore di rinuncia alla propria capacità di discernere le cose, aggiungeranno. È la fede, noi rispondiamo. Una fede problematica, oscura per molti aspetti», ma nello stesso tempo da rispettare, anche da parte dello scienziato e del filosofo persino allorché vedono, poiché «si tratta di fede e non di un’esperienza sperimentata», che l’angoscia non abbandona nemmeno i credenti i quali abbiano scelto di dare fiducia senza condizioni al Signore Gesù quale è stato narrato.

Un Dio che “sta nei cieli” e dunque è diverso da noi ma esistente, quale persona vera nella quale la fede può confidare e di fatto confida in un incontro che è mistero ma insieme è speranza.

Scorrono così, nel primo capitolo del libro, i motivi cui fanno da supporto le domande del Padre nostro, da quella decisiva della fede in “colui che è” a quella che per la povertà delle creature chiede al Creatore che è il solo buono di sfornare ogni giorno il pane per il nutrimento del corpo e dispiegare per l’anima la forza della Parola: l’energia ricreatrice dello Spirito, che al di là del silenzio divino è pronta a rispondere, a liberarci dal male, a farci tornare da morte a vita e a farci gustare le feconde e liete primizie del Regno.

 

UN LIBRO

UN CAMMINO

 

Il futuro, il presente,la ricerca, le non risposte, la felicità, il senso del vivere, gli altri e, tra questi, i piccoli: sono i temi che si susseguono in una gamma persuasiva della necessità di non eludere alcuna domanda ma di affrontarle anche quando l’intreccio tra il bene e il male su questa terra ci appare più fitto e più doloroso. Perché realmente nella fede possiamo dire al Padre di tutti come davvero sia così: «non avremmo altrimenti risposte adeguate ai misteri che uniscono te, grande e misericordioso, alle piccolezze e alle tragedie della terra».

Per questo nel libro lo svolgersi di tutti i temi sopra elencati è avviato, come il primo, da un testo tratto dai Vangeli a dare sostanza di rivelazione ai termini di un ragionamento che prima di essere fatto a voce alta davanti a se stessi e al prossimo è passato attraverso i bagliori della Parola.

Così, ad esempio, il tema riguardante la domanda sul futuro e le paure – paura dell’ignoto, paura della fine… – che ce ne oscurano allo sguardo i confini si illumina, col racconto di Mt 8,23-27, della presenza di Gesù il quale svegliato dalla paura del gruppo di pescatori, sorpresi con lui a bordo sul mare da una tempesta che minaccia di travolgerli tra le onde con tutta la barca, li rimprovera di poca fede, riporta la calma tra gli elementi sconvolti e suscita negli amici… domande, riconducibili a una sola: chi è costui al quale i venti e il mare obbediscono?

O il tema suggestivo della felicità, introdotto dal brano in cui l’evangelista racconta l’esperienza dei discepoli davanti alla trasfigurazione di Gesù (Mc 9,2-6). Egli li aveva condotti “su un monte alto, in un luogo appartato” e qui si trasfigura davanti a loro mentre conversa di arcani misteri con Mosè ed Elia: rivelazione di bellezza divina e assaggio di appagante felicità per i tre fortunati anche solo per pochi momenti. «La felicità – leggiamo – è una bella invenzione di Dio. Probabilmente è la parte qualificante della divinità»; ed è strano, e rimane difficile da spiegare che, «lungo i secoli, questa parte della vita spirituale sia stata così taciuta e anche combattuta, nel cristianesimo, quasi che a Dio dispiacesse una nostra felicità»: col rischio che da tale silenzio escludente la visione della felicità dall’orizzonte della fedeltà a Cristo derivasse «una distorsione di tutta la spiritualità cristiana».

Un tratto dell’originalità di questo libro, infine, è il naturale far sì che la meditazione si trasformi in confessione orante a Dio di una fede affermata come di tutti i giorni ma non “ordinaria” o di stanca abitudine ma scaturente dal contesto quasi a firmare davanti a Dio un confidenziale ma profondo “Ricevuto, grazie!”.

E ci sembra che la riflessione proposta, col metodo incisivo seguito e lo stile che gli dà forma gradevole, possa diventare traccia di un cammino formativo proficuo per giovani e per adulti.

 

Z. P.

 

1 ALBANESI V., Fede quotidiana, EDB, Bologna 2004, pp. 149, € 8,50.