IL TRATTATO COSTITUZIONALE

 

l Trattato costituzionale è composto da un preambolo, da tre parti e da una serie di clausole finali. Le tre parti riguardano rispettivamente la definizione, gli obiettivi e le competenze dell’Unione; la Carta dei diritti; le politiche e il funzionamento dell’Unione Europea.

 

Il preambolo

 

Il preambolo merita di essere riportato integralmente, se non altro per le polemiche che attorno ad esso si sono sviluppate.

«Consapevoli che l’Europa è un continente portatore di civiltà; che i suoi abitanti, giunti in ondate successive fin dagli albori dell’umanità, vi hanno progressivamente sviluppato i valori che sono alla base dell’umanesimo: uguaglianza degli esseri umani, libertà, rispetto della ragione;

ispirandosi alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, i cui valori, sempre presenti nel suo patrimonio, hanno ancorato nella vita della società il ruolo centrale della persona, dei suoi diritti inviolabili e inalienabili e il rispetto del diritto;

convinti che l’Europa, ormai riunificata, intende proseguire questo percorso di civiltà, di progresso e di prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi;

persuasi che i popoli dell’Europa, pur restando fieri della loro identità e della loro storia nazionale, sono decisi a superare le antiche divisioni e, uniti in modo sempre più stretto, a forgiare il loro comune destino;

certi che, «unita nella diversità», l’Europa offre loro le migliori possibilità di proseguire, nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella consapevolezza delle loro responsabilità nei confronti delle generazioni future e della Terra, la grande avventura che fa di essa uno spazio privilegiato della speranza umana».

Vanno evidenziati come elementi positivi: l’anelito verso la progressiva unificazione, che lascia definitivamente alle proprie spalle secoli di lotte intestine; il richiamo allo stato di diritto e il conseguente abbandono del criterio della forza, come strada di soluzione dei contrasti; la centralità della persona e dei suoi diritti inviolabili e inalienabili; l’attenzione privilegiata alle fasce deboli, come parametro di solidarietà e di civiltà; la responsabilità dell’Europa verso le generazioni future e verso la terra, da intendersi sia come umanità sia come ambiente.

È indubbiamente un aspetto carente, l’omissione dentro l’eredità storico-culturale, di ogni accenno alla componente cristiana.

 

Elementi fondamentali

 

Per quanto riguarda la parte fondativa dell’Unione, ossia l’istituzione, i valori, gli obiettivi, le relazioni tra l’Unione e i singoli stati, è sufficiente riportare quattro articoli del Trattato costituzionale:

 

Articolo 1 - Istituzione dell’Unione

 

Ispirata dalla volontà dei cittadini e degli stati d’Europa di costruire un futuro comune, la presente costituzione istituisce l’Unione Europea, alla quale gli stati membri conferiscono competenze per conseguire obiettivi comuni. L’Unione coordina le politiche degli stati membri dirette al conseguimento di tali obiettivi ed esercita sul modello comunitario le competenze che essi le trasferiscono. L’Unione è aperta a tutti gli stati europei che rispettano i suoi valori e si impegnano a promuoverli congiuntamente (...).

 

Articolo 2 - Valori dell’Unione

 

L’Unione si fonda sui valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza,

dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. Questi valori sono comuni agli stati membri in una società fondata sul pluralismo, sulla tolleranza, sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla non discriminazione.

 

Articolo 3 - Obiettivi dell’Unione

 

L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. L’Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne e un mercato unico nel quale la concorrenza è libera e non distorta. L’unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata, un’economia sociale di mercato fortemente competitiva che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente.

 

Articolo 5 - Relazioni tra l’Unione e gli stati membri

 

L’unione rispetta l’identità nazionale degli stati membri legata alla loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie regionali e locali. Rispetta le funzioni essenziali dello stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell’integrità territoriale, di mantenimento dell’ordine pubblico e di tutela della sicurezza interna (...).

 

Il quadro istituzionale

 

Le vere novità del trattato costituzionale riguardano soprattutto gli organi istituzionali e le regole del voto.

 

Gli organi istituzionali

 

Gli organi istituzionali dell’Unione sono: il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo, la Commissione Europea, i Consigli dei singoli ministri, la Corte di giustizia dell’Unione, la Banca Europea, la Corte dei Conti.

Ci soffermiamo sui primi tre, che furono i più discussi.

 

– Il Parlamento europeo. Esercita funzioni legislative e di bilancio insieme al Consiglio. Viene eletto a suffragio universale diretto dai cittadini europei. Il numero dei membri non può essere superiore a 700, con rappresentanza proporzionale e con una soglia minima di quattro parlamentari per ogni singolo stato membro. Elegge il presidente della commissione e ratifica le nomine del ministro degli esteri e dei commissari. Ha l’ultima parola su tutte le spese dell’Unione.

In rapporto al passato il parlamento vede esteso il proprio intervento legislativo a ottanta materie, circa il doppio di quelle regolate finora.

 

– Il Consiglio europeo dei capi di stato e di governo. È guidato da un presidente stabile, eletto dallo stesso Consiglio a maggioranza qualificata, con un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. Definisce orientamenti e priorità politiche generali. Si riunisce ogni trimestre su convocazione del presidente. Elegge il ministro degli affari esteri.

Le due grandi novità sono costituite dalla durata in carica del presidente, e dalla creazione di un Ministro degli esteri, che esprime la “voce unica” dell’Unione Europea, sulla scena internazionale, è uno dei vice presidenti della Commissione europea, e contribuisce con le sue proposte a elaborare anche una politica di sicurezza e di difesa comune.

 

– La Commissione europea resta il centro propulsore del sistema. Avrebbe dovuto avere un assetto “snello” secondo le raccomandazioni della Convenzione, ma tutti gli Stati ambivano a farne parte. Così si è giunti ad un compromesso. Fino al 2014 ci sarà un commissario per ognuno dei venticinque Stati. In seguito il numero dei commissari verrà ridotto e sarà pari ai due terzi degli Stati membri. La commissione ha il compito di promuovere ogni atto legislativo, salvo quelli esplicitamente esclusi; di assicurare la rappresentanza esterna dell’Unione, tranne che su politica estera e difesa; di promuovere la programmazione annuale e pluriennale.

 

Il sistema del voto

 

Il secondo scoglio che ha richiesto molto lavoro, dapprima in seno alla Convenzione, poi nel Consiglio, è stata la definizione del sistema di voto. Anche in questo campo è facile registrare una serie inevitabile di compromessi.

È stato adottato per alcune materie un sistema a doppia maggioranza, e il criterio dell’unanimità per altre.

– Normalmente un provvedimento si ritiene approvato, se raccoglie la maggioranza più uno degli stati membri (nella situazione attuale 13+1 su venticinque membri, pari al 56%) e la maggioranza di popolazione complessiva pari al 65% dell’Unione.

– Per decisioni che riguardano giustizia, affari interni, politica estera ed economica, è necessaria la soglia del 72% degli Stati e del 65% della popolazione.

– è rimasto il principio dell’unanimità, e quindi il diritto di veto, su alcune materia “chiave”, come ad es. la tassazione, la sicurezza sociale, la cooperazione giudiziaria...

Tutte queste distinzioni aiutano a capire le difficoltà di coniugare unità e pluralismo. La maturazione culturale necessaria per costruire una Unione solidale e aperta, richiederà tempi lunghi, disponibilità a qualche rinuncia e una forte volontà politica di camminare insieme.

 

G .P.