50° DELLA CONFERENZA DEI RELIGIOSI CANADESE

LA VITA RELIGIOSA IN CANADA OGGI

 

Prima che per il futuro la testimonianza dei religiosi/e è per il tempo presente, pur nell’avanzare dell’età media nella vita consacrata. È il pensiero che i vescovi del Canada rivolgono nella speranza alla Conférence religieuse canadienne per il 50° della sua fondazione.

 

È alta anche in Canada, oggi, l’età media dei religiosi e delle religiose (istituti clericali 67,93 anni; fratelli 72,48; suore 73,48).

Ma c’è davanti a loro una icona evangelica che esalta in modo unico la profezia e la testimonianza resa in età più che avanzata dalle due figure che vengono avanti in piena luce dalle prime pagine del Vangelo di Luca: sono quelle di Anna e di Simeone, la cui vecchiezza illumina di spiritualità la giovinezza della coppia Maria e Giuseppe recanti nel tempio del Signore la speranza della Vita, il piccolo Gesù. Questa immagine antica e come senza tempo i vescovi della Conferenza episcopale canadese non esitano a presentare come segno di gioia e di fiducia nella bella lettera con cui si uniscono ai religiosi e alle religiose per celebrare con essi i cinquant’anni dalla fondazione della Conférence religieuse canadienne (CRC) rivolgendo loro parole di fede, di stima, di esortazione fraternamente autorevole.

Scrivono i componenti il direttivo della Conferenza episcopale col presidente Brendan M.O’Brien arcivescovo di St.John’s/Terre-Neuve:1 «Simeone, uomo giusto e pio che attende la consolazione di Israele testimonia in anticipo il paradosso della vita cristiana e della lotta interiore contenuta nell’amore a Dio e al prossimo: la gioia e la felicità delle Beatitudini, da una parte, la spada che trafigge il cuore dall’altra; Anna, vedova e profeta al servizio divino giorno e notte nei digiuni e nella preghiera, proclama che la lode di Dio consiste nell’annunciare a tutti la redenzione di Gerusalemme, ciò che equivale ad affermare – come scriverà più tardi s. Ireneo – che la gloria di Dio è l’essere umano vivente».

Sono i frutti nell’oggi dei santi vecchi Anna e Simeone. Ed è anzitutto per l’oggi – dicono in altre parole i vescovi – che la vita religiosa (VR) canadese deve, proprio con l’età media che si ritrova, portare frutti degni del Vangelo di Cristo.

 

TESTIMONI

AL PRESENTE

 

Secondo le statistiche pubblicate dalla CRC, per la maggior parte degli istituti di vita apostolica c’è una grave diminuzione degli effettivi, per cui «si stima che nel 2015 appena il dieci per cento dei loro appartenenti avrà meno di 65 anni».

Eppure, inquietarsi per tale declino e invecchiamento, ricordando nostalgicamente le migliaia di suore, frati e preti che soltanto qualche decennio fa operavano negli ospedali, nelle scuole e nelle università cattoliche da un capo all’altro del paese? Ecco: «Simeone si dice pronto a lasciare la vita e rende grazie a Dio nella pace perché ha intravisto nei primi barlumi della promessa la salvezza e la consolazione; mentre Anna vedova che raggiunge la veneranda età di 84 anni sa riconoscere e proclamare la straordinaria potenza del Fanciullo che i suoi occhi ammirano».

Allo stesso modo, una VR che non si rassegna a veder chiudersi le porte delle sue istituzioni può senza dubbio «prendere coraggio nel constatare che i servizi resi e i ministeri esercitati non soltanto hanno cambiato la vita di milioni di canadesi, uomini e donne, ma pure hanno aperto la via a nuove espressioni di tali ministeri e servizi, nella Chiesa certamente ma anche presso numerosi gruppi popolari e organismi benefici».

È vero, ciò non impedisce che cambiamenti tanto profondi siano difficili da vivere e che essi esigano il medesimo coraggio nella prova e la stessa determinazione che la vita cristiana portatrice di speranza anche nella tribolazione ha sempre richiesto.

Ma i vescovi insistono e tornano all’immagine dei due vecchi del Vangelo attorno a Maria e Giuseppe col bambino, la Vita: «Come un tempo per Anna e Simeone, le persone impegnate oggi nella consacrazione religiosa testimoniano davanti a tutta la Chiesa che il vero discepolo deve nascere dal mistero pasquale e da questo dev’essere foggiato per passare dalla morte alla vita. Del resto, le sfide alle quali gli istituti religiosi e le società di vita apostolica fanno fronte sono analoghe a quelle che tutta la Chiesa deve affrontare in Canada in quest’alba del terzo millennio».

 

LA VR UN DONO

PER L’OGGI

 

Che cosa dice oggi alla VR nella Chiesa, lo Spirito della pentecoste?

Egli dice anzitutto – ricordano i vescovi alla CRC – ciò che la stessa vita consacrata (VC) proclama anche con le forze d’oggi, ossia che tutto il popolo di Dio è chiamato a convertirsi e rinnovarsi nella santità per trasformare le collettività obbedendo a Gesù che comanda a tutti di essere perfetti come il Padre celeste (cf. Mt 5,48): perfetti secondo il grado più alto della vita cristiana ordinaria sottolineato da Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte, dove il pontefice ricorda l’importanza pratica della lezione del Vaticano II e la necessità di una formazione autentica alla santità. E, a tale proposito, si registra in Canada un dato significativo per tutti, consacrati e no: «Numerosi laici e preti diocesani scelgono come confessori e guide spirituali persone impegnate nella vita consacrata», trovandovi, evidentemente, una testimonianza convincente del rinnovamento attuato dopo il concilio.

La VC, inoltre, ancora oggi rende presente il mistero e la vocazione della Chiesa alla comunione: comunione «che riunisce tutte le generazioni, celebra e trasforma culture e subculture, rispetta e interpella tutti i gruppi umani e tutte le lingue, nella diversità delle loro radici storiche e delle loro origini etniche»; e in tale movimento, «con la varietà dei loro carismi e le diverse modalità di servizio, le società di vita apostolica e gli istituti religiosi sono tra i mezzi e i luoghi più importanti di cui la Chiesa possa disporre per manifestare il proprio mistero e crescere nella sua dimensione comunionale».

Sulla stessa linea c’è un altro dono che la VR in particolare offre al mondo d’oggi, assillato da modi di vivere frenetici e bisognoso di pace e di calma per una vera vita spirituale: la testimonianza della necessità della preghiera, di tempi di riflessione e di spazi per il silenzio che molti cristiani e no avvertono nelle diverse società. La presenza di consacrati/e, come delle loro case e centri di spiritualità, ravvivano un richiamo, offrono occasioni, facilitano la fruizione di salutari risorse spirituali.

 

PER LA DIGNITÀ

DEI PIÙ POVERI

 

Non è di minor peso, inoltre, «l’impegno generoso della VC nella riscoperta, da parte della Chiesa, del senso dell’universalità e della missione. Un movimento che deve molto all’impulso dei papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II», e che attualmente si esprime nello sforzo di favorire la pace universale, la giustizia e la carità, nonché di promuovere nei limiti del possibile il progresso di tutti i popoli. Ad esempio in Canada – scrivono ancora i vescovi – l’impegno della VC ha contribuito a sensibilizzare i cattolici canadesi ai vincoli di solidarietà che li uniscono all’Africa, all’Asia e all’America Latina: continenti nei quali i missionari che vi si sono recati hanno favorito gli scambi e i progetti comuni con numerose organizzazioni, collettività e parrocchie canadesi, ma anche più di recente una presenza latinoamericana, asiatica e africana in Canada ha portato nuove vocazioni che costituiscono un afflusso notevole di vita e di fresca energia.

Non diversamente importante è l’odierno crescere, per il contributo della VR canadese, la coscienza sociale della Chiesa; gli istituti, infatti, danno buona testimonianza lavorando molto bene nelle bidonvilles, nelle mense popolari e nel sostenere generosamente con varie modalità di sovvenzione progetti locali di sviluppo economico e socioculturale.

È questa soprattutto la testimonianza che la VR rende in un mondo che inizia il nuovo millennio col peso delle contraddizioni di una crescita economica, culturale e tecnologica che riserva grandi possibilità soltanto ad alcuni privilegiati, lasciando milioni e milioni di persone non solamente ai margini del progresso ma addirittura alle prese con condizioni di vita molto inferiori al minimo dovuto in ragione della loro dignità umana. E così, dalla considerazione degli innegabili doni della VR al mondo d’oggi, i vescovi passano a una serie di domande su che cosa lo Spirito dica alla stessa Chiesa affinché i frutti del presente siano ancora più belli, più attraenti e più credibili nella verità dell’albero che li produce.

 

LO SPIRITO

CHIEDE ANCORA

 

Urge l’ora di una «nuova immaginazione della carità», che dia nuovo senso ai soccorsi, pur prodigati con efficacia, rendendoli testimonianza di una capacità di farsi realmente prossimo verso tutti coloro che soffrono in modo che – e i vescovi citano ancora NMI – il gesto di aiuto venga colto non come elemosina umiliante ma come semplice condivisione fraterna.

Ma ciò che lo Spirito dice direttamente alla Chiesa riguarda in modo particolare le provocazioni che le provengono oggi, dopo circa 400 anni d’esistenza in Canada degli istituti religiosi e delle società di vita apostolica, ed è sottolineato dai vescovi anzitutto in ordine al tema delle vocazioni, perché si veda se non sia necessario rinnovare la pastorale vocazionale, di comune accordo tra le istituzioni della VC, le diocesi e le assemblee episcopali regionali.

Vi si collega il tema della formazione permanente mediante la catechesi e l’educazione di adolescenti e di giovani in genere, trasmessa dai vari soggetti adulti e curando la formazione dei formatori in ambiti anche di alto livello per lo studio delle discipline oggi necessarie a un servizio tanto delicato.

Lo Spirito interpella la Chiesa – dicono ancora i vescovi – in vista di un impegno ancor più adeguato anche nel mondo della malattia e in quello richiesto da un buon esercizio della carità verso i poveri e verso le persone che in un contesto sociale ed economico secolarizzato soffrono di solitudine e di frustrazione: per tali persone forse la VR potrebbe preparare e offrire il servizio di “accompagnatori” e di “accompagnatrici”, sia nelle scuole che negli ospedali e nei vari luoghi per i servizi della carità.

Con lo steso tono informato all’ascolto dello Spirito, i vescovi sottolineano altre necessità sociali verso le quali affinare la sensibilità comune mediante la VR: l’attenzione agli sposi e alle famiglie, il mondo degli anziani, il movimento ecologico sono alcune delle segnalazioni con le quali i vescovi concludono la loro lettera facendosi voce dello Spirito che parla alla VR e nello stesso tempo parla alla Chiesa: questa infatti sa che il dono dei consacrati e delle consacrate è per la sua edificazione e alla Chiesa anzitutto spetta il compito di accoglierlo sempre di nuovo e di ravvivarlo con luce ogni giorno più penetrante e irradiante, in modo che si realizzi in Canada l’augurio finale dei vescovi: «Possano i vostri carismi, sotto l’azione dello Spirito, incitare tutti i figli e le figlie della Chiesa a profetizzare, affinché i nostri giovani vedano visioni di vita eterna e i nostri vecchi sognino la venuta del regno di Dio».

 

Zelia Pani

 

1 Gli altri vescovi firmatari della lettera sono André Gaumond, arcivescovo di Sherbrooke; V. James Weisgerber, arcivescovo di Winnipeg; Pierre Morissette, vescovo di Baie-Comeau.