UN AIUTO PER I FORMATORI

 

Fiocco rosa in campo editoriale italiano. Una nuova rivista quadrimestrale, bella presenza (cm 17x24, 112 pagine), battezzata in modo singolare 3D–Tredimensioni, è apparsa in questi ultimi giorni per i tipi dell’editrice Ancora di Milano. 1

Il sottotitolo – Psicologia, spiritualità, formazione – aiuta subito il lettore a localizzare l’ambito del nuovo prodotto e a intuirne le potenziali utilità per la propria persona, il lavoro, le aree d’interesse.

 

SI TRATTA

DI NOVITÀ?

 

La rivista rappresenta certamente un elemento di novità. E, tuttavia, è solo una modalità, la più recente, con cui si esprime l’impegno di un gruppo di psicologi che da parecchi anni lavorano nel campo della formazione umana e cristiana.

Il direttore editoriale è don Alessandro Manenti, per diversi anni collaboratore di Testimoni e direttore con p. Amedeo Cencini della fortunata collana Psicologia e formazione delle edizioni Dehoniane. Fanno parte della redazione lo stesso p. Cencini e altri psicologi e psicoterapeuti formatisi all’Istituto di Psicologia della Pontificia università gregoriana di Roma, molti dei quali sono ora impegnati come docenti nell’Istituto superiore per formatori, nato nel 1977 come Scuola per educatori, e nel quale fino ad oggi si sono preparate alcune centinaia di formatori.

La motivazione di fondo, all’origine di questo impegno, è semplice: il desiderio di condividere conoscenze ed esperienze con tutti coloro che credono e prendono sul serio l’impegno educativo, sia sul versante psicologico che su quello spirituale e, insieme, offrire stimoli per l’approfondimento, un agire critico e consapevole nella linea di una formazione basata su un’antropologia cristiana.

In concreto che cosa si propone questa rivista?

Nell’editoriale del primo numero leggiamo una sintetica proclamazione d’intenti: «La rivista studia la personalità umana secondo un approccio di psicologia del profondo nel quadro di un’antropologia cristiana». Più in dettaglio, lo studio della personalità umana significa, per la rivista, studiare: «i percorsi (anche inconsci) che la persona segue per formarsi un’identità individuale alla quale rifarsi per dare unità e continuità alla poliedrica cronaca della sua vita (approccio strutturale); le strategie (su base affettiva oltre che razionale) per intessere legami con il mondo esterno in modo da sentirsi a proprio agio (approccio psicodinamico); gli itinerari per formarsi quel bagaglio essenziale di punti fermi indispensabili per vivere, inclusi quelli che riguardano il rapporto con Dio (approccio finalistico. Lo studio della psiche vuole essere il presupposto per giungere a «elaborare una relazione educativa che permetta alle persone di rapportarsi al proprio mondo interiore come opportunità di sviluppo anziché come peso da subire».

 

PER UNA

INTEGRAZIONE

 

Se il semplice lettore non fa una piega di fronte alla presenza di “psicologia” e “spiritualità”, messe l’una accanto all’altra nel sottotitolo, un certo disagio questo accostamento suscita allo psicologo e al teologo: il primo non vorrebbe indebite interferenze o precomprensioni ideologiche nello studio della psiche e il secondo potrebbe temere una pericolosa deriva di tipo riduzionistico in chiave psicologica.

Gli autori di 3D, invece, sono dell’avviso che un’integrazione dei contributi delle due scienze sia possibile, e che il fondamento di tale integrazione sia proprio la persona umana. Continuando a leggere nell’editoriale ne troviamo le ragioni. «L’io umano è segnato da un insieme di forze a lui inerenti (e quindi non riconducibili solo all’apprendimento o all’ambiente) e fra loro differenti (ma non necessariamente opposte anche se tali possono diventare). Queste forze esistono in lui a differenti livelli di consapevolezza e inconsapevolezza. Il loro terreno di confronto è la vita quotidiana con risultati più o meno benefici per la qualità della stessa. Sono forze che, una volta attivate, permettono di avere con la realtà interna ed esterna un rapporto sincero o artefatto, goduto o sofferto, sano o patologico. […] Però, per vita quotidiana e realtà non intendiamo soltanto ciò che immediatamente ci tocca, l’interno a noi e l’intorno a noi immediato. La dimensione dei valori e del progetto è altrettanto concreta e reale; al nostro benessere integrale contribuisce anche il verso dove e l’oltre al quale aspiriamo (e che in termini cristiani è anche l’Oltre che a noi si rivolge come Parola e Persona). È anche questo il termine di confronto delle nostre forze psichiche. È qui che entra la parola “spiritualità”. Non come segnalazione di una dimensione che astrae e distrae dal vissuto ma come terreno di confronto per quelle stesse forze dell’io che regolano il benessere della persona».

La complessità di questa prospettiva d’integrazione, e la sua necessità, è sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori; proprio per questo l’intento è senz’altro da apprezzare. Coloro che hanno a che fare con le persone nella formazione al sacerdozio e alla vita consacrata, ma anche nell’ambito più ampio della pastorale, sanno bene che le esigenze di funzionamento globale dell’individuo sono, congiuntamente, psico-spirituali. «Chi sono? Chi sei? Per cosa? A qual fine? Chi è il mio amore sommo? A chi appartengo? Chi mi salverà?... sono domande ancora psichiche perché dal loro porsi o non porsi dipende la vitalità dell’io, ma la loro risposta definitiva non può prescindere dalla spiritualità». E questo perché «il campo delle questioni ultime sul senso e sul fondamento non è successivo a quello psichico né da esso avulso, ma in questo (spesso) ultimamente significato e (spesso) di quelle ultimamente risolutivo. Mentre elaboriamo il nostro modo di essere nel mondo ci costruiamo anche come persone spirituali». Nessuna mescolanza, quindi, «bensì ricerca di possibili convergenze e diversità fra dimensioni diverse ma comunque dell’unico e stesso io».

 

IL FORMATORE

ALL’OPERA

 

Chi porta una qualche responsabilità formativa sa quanto è facile l’inganno dell’immediatezza (o dell’apparenza): limitarsi a considerare e lavorare solo su ciò che è immediatamente visibile nel soggetto. Un inganno, questo, segnalato dall’apparire – magari dopo anni – di segnali ormai divenuti palesi di immaturità individuale (nell’impegno vocazionale assunto) o interpersonale (atteggiamenti e comportamenti infantili e/o di rigidità, o di evidente chiusura).

L’intento che si propongono gli autori di questa rivista è, quindi, di offrire, oltre a contenuti per la riflessione e l’approfondimento, esempi concreti relativi alla prassi formativa. Il confronto pratico è un esercizio che permette di verificare il proprio operato e – lo si nota durante i convegni – molto richiesto da chi lavora in campo formativo, dove troppo spesso si è soli, lasciati a se stessi nell’esercizio di un compito non facile.

Nella convinzione di avere un impatto positivo con le attese dei lettori, gli autori hanno pensato la rivista suddivisa in quattro sezioni: l’Editoriale, che cerca di mettere a fuoco conquiste, prospettive e problemi aperti nella riflessione e prassi educativa; la sezione Teoria, in cui hanno spazio i principi ispiratori dell’arte psicologica in dialogo con le scienze limitrofe; la sezione L’educatore al lavoro, che presenta buone prassi da rielaborare e diffondere raccolte dall’esperienza degli operatori sul campo; e una sezione, Abbiamo letto per voi, dedicata a recensioni ragionate, in cui un libro viene presentato in dettaglio, nella sua tesi di fondo e nella sua rilevanza educativa.

Ai formatori, che sono agenti psico-spirituali, è offerto questo nuovo strumento teorico e pratico. Alla loro attenzione e alla loro interazione attiva con la rivista è affidata anche la concretezza dei contenuti e l’esito positivo di questa scommessa sulla formazione che gli autori con loro vogliono fare.

 

Enzo Brena

 

1 3D – TREDIMENSIONI – Psicologia, spiritualità, formazione, Rivista quadrimestrale, 1/2004, Editrice Ancora, Milano 2004, pp. 112. Abbonamenti: Ancora editrice, tel. 02/3456081; fax 02/34560866.