ANCELLE DI GESÙ BAMBINO
120 ANNI_DI FONDAZIONE
Le Ancelle di Gesù Bambino celebrano quest’anno i 120 anni della loro
fondazione. Tanto infatti è il tempo trascorso da quel 4 marzo 1884, quando
madre Elena Silvestri, a Venezia, varcava il portone del palazzo Seriman
insieme ad alcune donne che condividevano con lei la passione apostolica di dedicarsi
alla formazione della gioventù. Fu quella la prima sede del nascente istituto e
da allora a tutt’oggi anche la casa generalizia delle Ancelle di Gesù Bambino.
Elena, alla ricerca di un ambiente ampio, situato presso i gesuiti, sul cui
appoggio contava incondizionatamente, acquistò quel palazzo non senza
difficoltà, grazie alla mediazione dell’ing. Saccardo e... di san Giuseppe! Si
racconta infatti nelle sue Memorie che un giorno gettò nell’orto del palazzo
una piccola statuetta in finto bronzo di questo santo, dicendo: «S. Giuseppe
mio! prendi possesso tu di questo luogo, e poi aprici la porta». E così
avvenne!
Quando la fondatrice iniziò la sua missione, il carisma dell’istituto
veniva incontro a esigenze fondamentali del suo tempo. La Chiesa, contrastata
dalla società laica, affermava il suo diritto di presenza nel mondo sociale e
politico, operando per la maturazione soprattutto delle coscienze e lottando
per l’affermazione dei diritti umani in un’epoca di strumentalizzazione
dell’uomo e di asservimento alla legge dei profitti dell’industria nascente e
della macchina. Lo scientismo agnostico e il positivismo materialistico
tentavano di spegnere nelle coscienze ogni anelito all’interiorità e ai valori
dello spirito. Madre Elena, con la sua istituzione, si inseriva nello sforzo di
evangelizzazione che la Chiesa stava compiendo, in particolare nei confronti
del mondo del lavoro, utilizzando lo stile associazionistico. Aprì infatti dei
laboratori di cucito, di ricamo e di mosaico, dando alle ragazze la possibilità
di guadagnarsi onestamente la vita; si occupò anche della loro formazione
cristiana, affinché diventassero apostole all’interno della famiglia e della
società.
Per dare continuità alla sua azione, Elena associò a sé altre giovani,
desiderose di attingere da un forte impegno di consacrazione un grande
dinamismo apostolico. E così nacquero le Ancelle di Gesù Bambino. A distanza di
120 anni queste sono presenti in varie parti del mondo: in Italia (in Veneto,
in Friuli Venezia Giulia, in Lombardia, in Lazio e in Campania), in Svizzera
(nel Cantone tedesco), in Brasile e in Costa d’Avorio.
All’inizio il nascente istituto si trovò a far fronte alla scarsità delle
vocazioni. Questa e altre difficoltà indussero, nel 1889, un gesuita, p. Angelo
Brazzoli, a proporre alla fondatrice la fusione con un altro istituto. Madre
Elena allora prega e chiede consiglio ai padri gesuiti che meglio conoscono
l’istituto perché lo seguono da vicino, come p. Gaetano Tedeschi e p. Ignazio
Salgari. Poi dà la sua risposta umile ma sicura: l’istituto di Gesù Bambino è
molto diverso, sia nella natura che nella forma, da quello proposto da p.
Brazzoli per la fusione; e anche le attività di apostolato sono discordanti.
Dopo tutto questo tempo l’istituto delle Ancelle di Gesù Bambino appare
ancora piccolo, pur avendo un’anima grande come risulta dalla spiritualità
cristocentrica e ignaziana filtrata da madre Elena. Ma questa piccolezza appare
già delineata dalle parole profetiche di madre Elena: «Oh! quanto non dobbiamo
essere riconoscenti al veneratissimo e santissimo padre nostro, il sommo
Pontefice, che con tanta paterna benignità, più unica che rara, si degnava
confortare co’ suoi favori questo granellino di sabbia, che è il nostro minimo
Istituto in confronto della moltitudine di sublimi edifici, che Egli regge e
governa! Oh! tante grazie, che ci piovono dal cielo facciano sì, che almeno non
sia un granellino di sabbia infecondo, ma bensì quel granellino di senape, che
si tramuti in grande albero, che distenda larghi i suoi rami!» (così scriveva
madre Elena alla superiora della casa di Gorizia il 30 dicembre 1905, dopo aver
ricevuto l’apostolica benedizione per tutto l’istituto da parte di papa Pio X°,
che nel 1903 – allora patriarca di Venezia – aveva approvato le seconde regole
dell’istituto, prima di partire per il conclave, dove fu _poi eletto).
L’istituto, pur attraversando in questi ultimi anni, come tanti altri, una
crisi vocazionale nell’area europea, ha recuperato una più chiara e consapevole
spiritualità, avviando una feconda riflessione sulle origini; ha precisato e
attuato meglio le sue originaria finalità, sia attraverso nuove scelte
pastorali, sia approfondendo la sfida educativa assunta da madre Elena; si è
aperto anche al mondo missionario africano (Costa d’Avorio).
Attualmente è impegnato a vivere la missione educativa in vari campi:
catechesi ed evangelizzazione; insegnamento della teologia; scuole materne;
oratorio; accompagnamento spirituale e conduzione di corsi di esercizi
spirituali ignaziani; accoglienza in gruppi famiglia di minori in stato di
disagio; servizio sociale in un consultorio familiare e nel recupero di
tossicodipendenti; attività pastorale con gli emigranti in Svizzera; attività
missionaria in Italia; evangelizzazione e promozione umana nei territori di
missione. In questi diversi modi serve il Cristo nascosto nella grande
“Nazareth” del mondo. A 120 anni di distanza dalla fondazione, l’istituto si
trova infatti immerso in un mondo, il post-moderno, che non ha risolto i gravi
problemi della formazione giovanile. L’uomo conta sempre meno nell’elaborazione
dei piani economici e sociali; le sue esigenze spirituali sono spesso ignorate
o negate. Non sono proprio gli “anni oscuri” di Gesù che possono rivelare come
umanizzare il lavoro, come scoprire nel quotidiano il disegno e la presenza
silenziosa ma efficace di Dio?
L’istituto è anche aperto e impegnato nella condivisione del carisma con i
laici, che si riconoscono come “Amiche/i di madre Elena”.
In questo contesto le Ancelle di Gesù Bambino, mentre celebrano con
particolare interesse la loro storia familiare, vedono con gioia e speranza
fiorire il riconoscimento ufficiale della santità della loro fondatrice, che il
19 dicembre 1999 è stata proclamata “venerabile” da Giovanni Paolo II. Una
guarigione potrà offrire l’occasione per un eventuale processo sul miracolo, il
cui risultato, sottoposto al vaglio autorevole della Sede apostolica, potrebbe
portare all’auspicata beatificazione della serva di Dio.
Sr. Gabriella Mian,
Ancella di Gesù Bambino