LINEE DI PROGETTO

PER UNA COMUNITÀ CHE SI RINNOVA

 

Nell’incontro dei guardiani con il ministro provinciale e il suo Definitorio che si è tenuto nello scorso mese di settembre, la provincia patavina di S. Antonio dei frati minori conventuali ha elaborato alcuni «obiettivi e mezzi che ogni comunità che si rinnova deve fare propri».

Primato del vangelo

«Contemplare il volto di Cristo è il proprium della scelta di vivere da frati in un convento, prima e rispetto ad ogni altra espressione della vita comunitaria o apostolica. Puntare sul primato del Vangelo e della vita spirituale, sulla qualifica evangelica della vita fraterna significa qualificare radicalmente la fraternità francescana».

– La messa conventuale… «è fons et culmen della vita fraterna. La richiesta di altre messe quotidiane va valutata alla luce del contesto o delle necessità pastorali presenti sul territorio».

– La preghiera delle ore canoniche e la meditazione comune «è parte centrale della vita spirituale della fraternità; è ben curata e fatta in un luogo da essere partecipata anche dai laici».

– L’ascolto della Parola settimanale «è un appuntamento fondamentale per i frati ed è aperto a tutti».

– Altri momenti liturgici e di preghiera, di ritiro spirituale o celebrazioni particolari… sono programmati e fatti propri con regolarità dalla comunità e, indicativamente, proposti a tutti.

 

Fraternità e minorità

 

«La vita fraterna è più che una somma di individui che vivono insieme. È uno stile evangelico nel vivere le relazioni che… si costruisce e si esprime nella condivisione dei cuori e della vita quotidiana; nella comunione dinamica tra persone differenti per carattere, stile, età e formazione; nella crescita continua verso un’integrazione e maturità relazionale tra le persone e attraverso il gesto semplice e concreto del “lavarsi i piedi l’un l’altro”».

– Il capitolo conventuale – come revisione di vita e correzione fraterna – «è il momento centrale della settimana in cui si vive la corresponsabilità fraterna e in cui la comunità valuta la propria realtà relazionale, spirituale, pastorale».

– Giornate o momenti di fraternità – sotto forma di ritiro spirituale, un’uscita comune, una serata insieme… – «sono programmati e vissuti come frequenti occasioni di crescita e comunione fraterna».

– Il progetto personale «viene condiviso e il progetto comunitario è pensato e “costruito” insieme in corresponsabilità».

– Lo stile di vita sobrio, il lavoro manuale, la partecipazione alla gestione e ai servizi del convento «rendono ragione di una scelta di minorità e di povertà che è insieme voluta e testimoniata».

 

Accoglienza e proposta vocazionale

 

«Uno stile di vita ospitale e solidale e testimoniato con gioia dai frati è certo parte rilevante del carisma francescano. Esso ha una grande forza di attrazione per i giovani e da alla fraternità una connotazione vocazionale».

– La «fraternità – non un singolo frate deputato a ciò – pur nel rispetto degli spazi e dei tempi di una vita regolare, offre tempo e disponibilità, occasioni, ambienti e proposte concrete di ospitalità a tutti».

– Molta attenzione va riservata al mondo giovanile. «In varie occasioni i giovani sono invitati a conoscere e condividere la vita dei frati in comunità: i pasti, la preghiera e le sue varie attività».

– Il ministero pastorale «privilegia una scansione calma del tempo e un’attenzione primaria alla persona sia attraverso una effettiva presenza del frate in convento, sia attraverso una relazione diretta, paziente e fiduciosa».

 

Testimonianza di carità e missione

 

«Accoglienza e condivisione si esprimono con particolare riguardo nella solidarietà con i poveri. Nella comunità è possibile una diversificazione di attività apostoliche ma l’attenzione e l’opzione preferenziale per i poveri emerge come una precisa costante».

– Nelle forme del ministero «i frati si interrogano e educano alla solidarietà con i poveri, alla legalità, alla giustizia, alla pace, al dialogo ecumenico e interreligioso».

– La fraternità «si mostra disponibile all’incontro, all’accoglienza, al sostegno e all’ospitalità di persone in difficoltà materiale e spirituale».

– L’economia e la «gestione conventuale sono attente ad un’economia del consumo critico e a iniziative che favoriscono un utilizzo evangelico ed etico delle offerte e del denaro».

– L’apertura della comunità al mondo missionario «è un segno privilegiato di sensibilità e condivisione con il mondo della povertà e delle ingiustizie nel nostro mondo attuale».