PADRE MONKS AI PROVINCIALI

AVANTI CON CORAGGIO

 

Le considerazioni che seguono potrebbero essere definite “pensieri di mezza estate”. In effetti sono venute in mente a p. Frank Monks, superiore generale dei Camilliani, il giorno di ferragosto, mentre la città di Roma era semideserta per le ferie e lasciata ai volenterosi turisti, incuranti del caldo soffocante di quei giorni. P. Monks formulando questi pensieri stava pensando soprattutto ai provinciali, giunti ormai all’ultimo anno del loro mandato triennale (le cariche saranno infatti rinnovate il prossimo mese di maggio) e forse tentati di tirare avanti stancamente pur di arrivare in qualche modo alla fine, contando i giorni che ancora mancano alla scadenza del mandato. Li invita a continuare con coraggio, nonostante le difficoltà, e anche a non perdere mai il senso dell’umorismo.

 

«Questo è il momento del nostro mandato in cui dobbiamo avere la certezza di andare avanti e di non procedere a ruota libera. La tentazione esiste, ma dobbiamo rinnovare la nostra determinazione.

So che Dio ci parla con chiarezza negli eventi del mondo odierno, ma ci costa prendere delle decisioni poiché implicano molta sofferenza emotiva. Dobbiamo farlo con coraggio. Tutti ci lamentiamo della mancanza di vocazioni in Europa, ma molto pochi hanno messo in pratica la decisione presa in vari incontri e capitoli di nominare un promotore vocazionale a tempo pieno. Quando si tratta di decidere è come se i religiosi avessero sempre qualcosa di più urgente da fare. Ma, ci chiediamo se quella è davvero la cosa più importante per il bene generale della provincia? E, tuttavia, stranamente non abbiamo problemi quando si tratta di prendere delle decisioni che sono imposte dalle morti o da incidenti. Perché non abbiamo il coraggio di prendere alcune decisioni oggi, confidando un po’ di più nella divina Provvidenza? Perché non nominare un promotore vocazionale a tempo pieno?

Nel corso degli anni ho visto confratelli riprendere il controllo della propria vita, superare brutte cadute e diventare delle persone migliori. Sì, certamente, ci sono confratelli che potrebbero essere dei religiosi molto migliori, ma non lasciamoli perdere. In questi anni ho visto confratelli soffrire e lottare. Essi possono cambiare con l’aiuto di Dio e un po’ di amore fraterno. Comunque non si deve consentire che uno o due elementi difficili abbiano a condizionare il gruppo, anche se spesso è quanto precisamente accade. Una cosa è ricevere critiche oggettive, un’altra trovarsi continuamente davanti a osservazioni negative. Non dobbiamo lasciare che queste ci scoraggino e che ci impediscano di andare avanti compiendo ciò che riteniamo sia giusto fare, e ciò che, con il sostegno dei consiglieri, siamo convinti sia meglio per il bene generale del gruppo.

La correzione fraterna è un tema molto in voga oggi, ma spesso non è tanto la correzione concreta che conta, quanto il modo con cui si compie. Molti sembrano provare piacere di prendersela con la debolezza di un confratello, ma senza amore e senza premura, e in questo modo il fallimento è garantito. Possiamo contestare una persona solo se le abbiamo dimostrato in maniera concreta che ci sta a cuore. Dobbiamo prenderci cura delle persone anche quando ci deludono. Non dovremmo mai lasciarle perdere, poiché, per così dire, sono loro stesse che si lasciano andare.

Preghiamo l’uno per l’altro? Ci incoraggiamo vicendevolmente?... Siamo disposti a sacrificarci per la costruzione della comunità? Mi rendo conto che ci sono confratelli talmente occupati nel portare avanti l’opera di Dio e nel prendersi cura dei gatti randagi di questo mondo che non trovano il tempo per stare con i loro confratelli, per sostenerli con la loro presenza alla preghiera e ai pasti. L’esperienza della vita mi ha portato a chiedermi se sono questi religiosi ad aver più bisogno di gratifica in queste circostanze o se è la gente che dicono di servire ad aver realmente bisogno di loro. È molto facile creare dipendenza non dando spazio di crescita in coloro che vogliamo aiutare.

È importante accettare la frustrazione che deriva dal sapere che il nostro entusiasmo per certe cose non è sempre condiviso. Dobbiamo cercare di essere aperti ai consigli e avere considerazione delle opinioni altrui, ma con perspicacia e ponderazione. Se è necessario intervenire, fatelo, ma pensateci prima.

L’attuale mandato vi è stato affidato per tre anni. Ne manca ancora uno al termine e dovreste viverlo fino all’ultimo giorno, con entusiasmo.

In Irlanda si dice che il buon umore è la valvola di sicurezza di una nazione. Non perdete il senso dell’umorismo in mezzo alle prove e tribolazioni che vi circondano. Non vi è stato chiesto di essere Dio. È il suo ordine, la sua provincia, la sua comunità ed egli è con noi. Almeno lo spero!

Ho iniziato questa breve lettera facendo riferimento al ferragosto e alle vacanze. Spero che ognuno di voi abbia avuto la possibilità di prendersi del tempo libero per ri-crearsi. Fare il martire dicendo che non c’è tempo per una pausa è una spiritualità del tutto ingannevole e a soffrirne molto probabilmente saranno i vostri confratelli e il vostro lavoro. E ora che le vacanze sono alle spalle, spero che possiate gioire per l’arrivo del nuovo anno e possiate affrontarlo in piena forma.