I MISSIONARI COMBONIANI

 

Fondati da mons. Daniele Comboni nel 1867 e trasformati in congregazione religiosa nel 1885, attualmente i missionari comboniani sono 1832 (17 vescovi, 1290 sacerdoti, 312 fratelli,212 religiosi in formazione). Appartengono a 44 nazionalità e operano in 338 comunità di 40 paesi in Europa, Africa, America e Asia. In Italia sono distribuiti in 28 comunità.

Consacrati a Dio per il servizio dell’annuncio missionario ad gentes, i comboniani realizzano la loro chiamata in comunità formate da sacerdoti e fratelli. I sacerdoti si dedicano principalmente alla evangelizzazione attraverso il ministero della parola e la

costruzione e crescita delle comunità alle quali sono inviati. I fratelli evangelizzano impegnandosi in particolare nel ministero sociale e nella promozione umana.

 

Nel 1872 mons. Daniele Comboni fonda anche l’istituto delle Pie Madri della Nigrizia (missionarie comboniane). È il primo istituto femminile totalmente missionario in Italia. Le comboniane sono anche le prime suore a raggiungere l’Africa centrale.

Appartenenti a 32 nazionalità, le missionarie comboniane sono attualmente 1704, in 227 comunità. Lavorano in 30 paesi d’Europa, Africa, America e Medioriente. In Italia sono presenti in 42 comunità.

 

 

Carisma e metodologia missionaria

 

Partendo dal Piano per la rigenerazione dell’Africa del loro fondatore, i comboniani incarnano un modo particolare di fare e vivere la missione ad gentes secondo una metodologia concreta. Ecco alcuni elementi fondamentali del loro carisma e metodologia missionaria:

Tenere gli occhi fissi a Cristo crocifisso: significa vivere una spiritualità profonda e intensa, consci che la diffusione del vangelo è legata alla contemplazione, alla preghiera e a seguire Cristo, che si è spossessato per amore. In lui ogni umana creatura, uomo o donna, – specialmente i più poveri e abbandonati – acquista una valore e una dignità sempre nuova.

Salvare l’Africa con l’Africa: significa rispetto per la cultura e la religione di gruppi umani ai quali si è inviati, manifestando una grande fiducia nei loro confronti per renderli protagonisti del proprio processo di liberazione ed evangelizzazione, membra vive e operanti della Chiesa e delle nazioni.

Fare causa comune con la gente: significa avere uno stile di vita povero, per una condivisione solidale con gli ultimi e per un impegno profetico nel difendere i diritti e la dignità degli esclusi. Fare causa comune con i poveri spesso comporta condividerne la sorte, che a volte porta alla persecuzione e al martirio.

Evangelizzare come comunità: significa vivere come un cenacolo di apostoli, uniti dalla preghiera, dalla passione per la missione e dal lavoro, e ricercare assieme i modi per un servizio più efficace al popolo di Dio.

Animazione missionaria in ogni ambiente: significa svegliare la coscienza missionaria, stimolando la Chiesa tutta alla partecipazione e corresponsabilità nell’attuazione del disegno di redenzione, liberazione e rigenerazione dei popoli; Significa informare, formare e denunciare nello spirito dell’annuncio del Regno e del vangelo della speranza.