IN MISSIONE ALLA SCUOLA DI MARIA
Chiamata a far
trasparire il volto del suo Sposo con una più rilucente santità, la Chiesa sa
di essere sostenuta da Maria. Da lei impara ad essere “vergine”, totalmente
dedicata al suo Sposo, Gesù Cristo, e “madre” di molti figli che genera alla
vita immortale.
Nell’ottobre scorso, entrando nel venticinquesimo anno del mio ministero petrino, quasi a ideale prolungamento dell’anno giubilare, ho indetto uno speciale anno dedicato alla riscoperta della preghiera del rosario, tanto cara alla tradizione cristiana; un anno da vivere sotto lo sguardo di colei che, secondo l’arcano disegno divino, con il suo ‘sì’ ha reso possibile la salvezza dell’umanità, e dal cielo continua a proteggere quanti a lei fanno ricorso specialmente nei momenti difficili dell’esistenza.
È mio desiderio che l’Anno del Rosario costituisca per i credenti di ogni continente un’occasione propizia per approfondire il senso della vocazione cristiana. Alla scuola della Vergine e seguendo il suo esempio, ogni comunità potrà meglio far emergere la propria dimensione “contemplativa” e “missionaria”.
Guardiamo sempre a Maria, modello insuperabile! Nel suo animo tutte le parole del Vangelo trovano un’eco straordinaria. Maria è la memoria contemplativa della
Chiesa, che vive nel desiderio di unirsi più profondamente
al suo Sposo per incidere ancor più nella nostra società. Di fronte ai grandi problemi, dinanzi al dolore innocente, alle ingiustizie perpetrate con arrogante insolenza come reagire? Alla docile scuola di Maria, che è nostra Madre, i credenti apprendono a riconoscere nell’apparente “silenzio di Dio” la Parola che risuona nel silenzio per la nostra salvezza.
Tutti i credenti sono chiamati, grazie al battesimo, alla santità. Il concilio Vaticano II, nella costituzione dogmatica Lumen gentium, sottolinea che la vocazione universale alla santità consiste nella chiamata di tutti alla perfezione della carità.
Santità e missione sono aspetti inscindibili della vocazione di ogni battezzato. L’impegno a diventare più santi è strettamente collegato con quello a diffondere il messaggio della salvezza. «Ogni fedele – ricordavo nella Redemptoris missio – è chiamato alla santità e alla missione» (n. 90). Contemplando i misteri del rosario, il credente è incoraggiato a seguire Cristo e a condividerne la vita sino a poter dire con san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).
In nessuna epoca la Chiesa ha avuto tante possibilità di annunciare Gesù come oggi, grazie allo sviluppo dei mezzi della comunicazione. Proprio per questo la Chiesa è oggi chiamata a far trasparire il volto del suo Sposo con una più rilucente santità. In questo sforzo, non facile, sa di essere sostenuta da Maria. Da lei impara a essere “vergine”, totalmente dedicata al suo Sposo, Gesù Cristo, e ‘madre’ di molti figli che genera alla vita immortale.
Sotto lo sguardo vigile della Madre, la comunità ecclesiale cresce come una famiglia ravvivata dall’effusione potente dello Spirito e, pronta a raccogliere le sfide della nuova evangelizzazione, contempla il volto misericordioso di Gesù nei fratelli, specialmente nei poveri e bisognosi, nei lontani dalla fede e dal Vangelo. In particolare, la Chiesa non ha paura di gridare al mondo che Cristo è “la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6); non teme di annunciare con gioia che “la buona notizia ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo” (Rosarium Virginis Mariae, 20).
Urge preparare evangelizzatori competenti e santi; è necessario che non si affievolisca il fervore negli apostoli, specialmente per la missione “ad gentes”. Il rosario, se pienamente riscoperto e valorizzato, offre un ordinario quanto fecondo aiuto spirituale e pedagogico per formare il popolo di Dio a lavorare nel vasto campo dell’azione apostolica.
A tutti vorrei suggerire di intensificare la recita del santo rosario, a livello personale e comunitario, per ottenere dal Signore quelle grazie di cui la Chiesa e l’umanità hanno particolare necessità. Invito proprio tutti: bambini e adulti, giovani e anziani, famiglie, parrocchie e comunità religiose.
Tra le tante intenzioni, non vorrei dimenticare quella della pace. La guerra e l’ingiustizia hanno il loro inizio nel cuore “diviso”. “Chi assimila il mistero di Cristo – e il rosario proprio a questo mira –, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita” (Rosarium Virginis Mariae, 40). Se il rosario batterà il ritmo della nostra esistenza, potrà diventare strumento privilegiato per costruire la pace nel cuore degli uomini, nelle famiglie e tra i popoli. Con Maria tutto possiamo ottenere dal Figlio Gesù. Sorretti da Maria, non esiteremo a dedicarci con generosità alla diffusione dell’annuncio evangelico sino agli estremi confini della terra.
Dal messaggio del papa
per la Giornata missionaria mondiale